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Gaggiandre. Un prosecco DOC biologico

Creato il 10 aprile 2015 da Ilbicchierediverso

Gaggiandre. Un prosecco DOC biologico

Sul discorso bio/biologico, non ci siamo mai pronunciati sulle nostre pagine. O almeno non abbiamo mai espresso seriamente quello che è il nostro concetto filosofico e attitudinale. Certamente non lo faremo ora, ma presto ne avremo occasione.
Nel frattempo però segnaliamo questa novità in casa ASTORIA, una maison trevigiana che è una delle maggiori produttotrici della zona del Conegliano-Valdobbiadene, proprio su un prosecco Doc con certificazione biologica.
Prima di parlarvi delle note degustative, vi lasciamo al comunicato puntualmente pervenutoci.

Buona scelta.
IBD
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Astoria entra con i suoi vini nel mondo bio: ha fatto il suo esordio al Vinitaly di Verona Gaggiandre, il suo primo Prosecco Doc certificato biologico. L’azienda trevigiana è uno dei maggiori produttori della zona del Conegliano-Valdobbiadene e con un Prosecco certificato biologico completa la gamma dei suoi spumanti.

“I nostri clienti lo chiedevano da tempo – dichiarano Paolo e Giorgio Polegato, titolari di Astoria Vini – ma abbiamo preferito aspettare un po’ di più e fare le cose per bene, per creare un vino che, pur realizzato con il disciplinare della viticoltura biologica, mantenesse le caratteristiche organolettiche che contraddistinguono il nostro Prosecco.” Il risultato è un vino dal perlage minuto e persistente, colore giallo paglierino tenue, un profumo fruttato e floreale e un sapore fresco e armonico tipico del Prosecco.

Gaggiandre farà parte della Venice Collection, le bottiglie che omaggiano l’Arsenale e la storia commerciale della Serenissima: il nome indica infatti i cantieri galleggianti dell’Arsenale dove venivano messe in mare le navi, mentre la bottiglia in vetro intagliato è stata studiata dai maestri vetrai di Murano.

“Gaggiandre è per noi un importante completamento della linea, ma non una rivoluzione, perché su tutti i nostri vigneti stiamo gradualmente effettuando una riduzione progressiva dei trattamenti. Merito anche di un protocollo sulla biodiversità che grazie a fiori e insetti ci ha già consentito una riduzione del 30% dei prodotti chimici usati in vigneto.”


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