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Gardenya

Da Tributemem

Gardenya

Definire i Gardenya inserendoli in un unico filone musicale, appare non soltanto difficile, ma, a mio parere, impossibile. Sicuramente il macrogruppo d’appartenenza è il pop-rock, ma nelle loro sonorità le allusioni al grunge, al pop melodico italiano, persino al metal ed al post-punk inglese, saltano subito all’orecchio. Questo gruppo è un chiaro invito a cosa dovrebbe essere la musica contemporanea ma soprattutto al come questa musica dovrebbe essere concepita. I Gardenya non dimenticano le loro radici musicali, quelle che ci hanno reso internazionali. Lo si evince dalla maestria con la quale la voce di Nico Landriscina, in un crescendo armonico, passa dalla suadenza delle note basse, ad acuti invidiabili. Ma non basta. E’ proprio la sua voce che nei picchi massimi mi ricorda gruppi power-metal come gli Stratovarius, specialmente quando Natale Capurso aumenta la velocità del pezzo con grande arte. In “Economia Politica” od in “ Polvere”, la bravura di Marco Porcelli ed Antonio Russo si traduce in sonorità che ci trascinano indietro nel tempo e non possono che farci pensare ai Cure di “A letter to Elise”. Ma non mancano sonorità rock che li accostano, un esempio su tutti, ai primi Muse. In un sunto stringatissimo, bravi nel saper conservare la nostra musica, ma nel saper allo stesso tempo superarla, arricchendola delle influenze più disparate.

SDF per M&M

Gardenya
  


GARDENYA – DISEGNANDO PARETI – RASSEGNA STAMPA BREVE

DANIEL MARCOCCIA: [GARDENYA "Disegnando pareti": un dipinto poetico dai colori rock]

MICHELE CASELLA – IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – 27 GIUGNO 2010  ….Si tratta di canzoni da cantare a squarciagola, romantiche e malinconiche come nella migliore tradizione pop, alle quali si alternano brani più dinamici in cui le accelerazioni si avvicinano al rock statunitense degli anni’90. In questo senso, Frankie Allucinato si rivela singolo perfetto, sintesi della doppia anima di questa band, capace di girare su qualunque network radiofonico….

Ambrosia Jole Silvia Imbornone – L’ISOLA CHE NON C’ERA …i veri Gardenya ci sembrano nel fluire, nel crescere magmatico e drammatico delle distorsioni, in quella irruenza melodica spontanea che può disturbare chi inorridisce alla parola “pop” o esaltare (Come stai, la bruciante Polvere).  Il gruppo pugliese ha un suo chiaro stile, dalle potenzialità persino stadium…

 Massimo Sannella – BEAT BOP A LULA – 24 GIUGNO 2010 …Romantici, folgoranti di poetica cantautorale intersecata ad umori e dolori, perversi nell’elencazione di malumori e naturali nei rialzi di spirito, i Gardenya rappresentano “il bel momento” alternativo di una decisiva variazione d’ascolto rispetto chi usa la lingua del pop rock per sgranchirsi dalle goffe pretese situazionistiche di un’industria discografica “ufficiale”…pochi effetti speciali per stupire in pochi minuti con pezzi di vetro conficcati nel cuore Due di due, con fragilità di peccati Frankie allucinanto e solitudini acrobatiche che si arrampicano nel compulso dell’intensità agrette Romantico….

 Alessio Basile – LOUDVISION – 5 GIUGNO 2010 – voto 7/10 “…Tagliate a fette sottili del grunge-style e fatelo soffriggere con un po’ di melanconia e brit-pop. Mescolate il tutto con dei testi italiani in un pentolone poprock inizi anni ’90 e avrete così l’impasto pronto per un ottimo Melogrunge. Pietanza da servire a un pubblico giovane ma dotato di orecchie fini…”

 Ilario Pisanu – SALTINARIA – 17 AGOSTO 2010 – voto 9/10 “…Disegnando pareti” ha la spontaneità di un disegno fatto da un bambino e la bellezza di un dipinto di Gauguin. Io li ho amati dal primo istante e me li porto stretti stretti al cuore…”


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