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Gazzelle

Creato il 01 dicembre 2014 da Vivianascarinci

Immaginiamo sedici gazzelle. Sedici animali flessuosi e dalle gambe lunghissime essere immediatamente altrove un istante dopo averle immaginate. Ossia immaginiamole nell’istante successivo la loro fuga che ci lascia nel vuoto conturbante di uno scatto messo a segno da una rapidità del tutto innata. Sono in un certo senso così i sedici brevi racconti raccolti in Gazzelle, libro di esordio di Anna Pravadelli edito da L’Iguana Editrice.

A ogni racconto cambiano i protagonisti, la vicenda, cambia persino il grado di realismo che possiamo accordare a ogni circostanza narrata. Si passa dal surrealismo quasi fantascientifico di un misterioso venditore di cervelli, capace di sostituire radicalmente pensieri, amori e disamori, all’enunciazione intimista della teoria balzana ma plausibile di un femminicida. Tutto cambia vorticosamente in questo libro, con la stessa nonchalance con cui sul video si alternano immagini del contemporaneo agli antipodi tra loro senza che si abbia il tempo necessario a stabilire le dovute differenze. Nonostante ciò, il punto di vista è uno solo, una sola è l’ottica che segue la corsa a perdifiato di ogni gazzella. E a una certa pagina del libro, ma non diremo quale gazzella sia a rivelarlo, ci sarà chiara anche la filosofia che spinge ogni racconto e ogni corsa a concludersi in una fuga vera o surreale. Ovviamente la verità ci sarà rivelata in modo dickensoniano ossia dicendo per filo per segno in ogni racconto tutto ciò che riguarda quella fuga nello specifico, ma dicendo di sbieco una verità che apre sull’opacità di quanto è rivelato molto più che tacendo del tutto.

Se il punto di fuga di una retta è la proiezione del suo punto improprio, ossia prospetticamente esterno all’oggetto rappresentato, l’ottica di ogni racconto di Pravadelli prevede uno svolgimento assolutamente collaterale rispetto a una visione realistica degli stessi fatti, una via di fuga che in questo modo reclama legittimità attraverso un epilogo quasi sempre concreto e del tutto inaspettato. Ci dovremmo quindi tenere nell’ambito del racconto psicologico per capire fino in fondo la modernità delle visioni proposte dall’autrice. Ma se in abito psicologico l’approccio conoscitivo più corretto prevede l’attesa, cioè la concessione di tutto il tempo necessario a non balzare verso conclusioni che imbriglino situazioni e persone negli schemi più ovvi o in quelli più noti all’osservatore, Pravadelli fa tutto il contrario, mettendo in scena la sottrazione proprio di quel tempo necessario per la composizione se non di un ordine interpretativo, di un senso ultimo ravvisabile in ogni vicenda.

Il libro ha inizio con il racconto di uno scherzo crudele in cui però non si sa veramente chi incarni il ruolo di vittima e si conclude con una deriva surreale riguardante il tema dell’attesa e della predestinazione all’incontro. In un certo senso l’omogeneità che si dovrà ricercare in questo quadro così eterogeneo, riguarderà non tanto una ricerca di impossibili certezze rispetto a ogni movente psichico che determina le azioni rappresentate in quel costante deragliamento che sono i racconti di Gazzelle, ma appunto nella sottrazione intesa come la intende Jean Baudrillard, il pensatore francese che ha commentato in modo più interessante la drastica fine di tutte le distinzioni che hanno strutturato le società moderne, cessazione avvenuta con l’inizio in una nuova società postmoderna, governata dal consumo, dai media e dall’alta tecnologia “Con la modernità” scrive Baudrillard “in cui non smettiamo di accumulare, di aggiungere, di rilanciare, abbiamo disimparato che è la sottrazione a dare la forza, che dall’assenza nasce la potenza. E per il fatto di non essere più capaci di affrontare la padronanza simbolica dell’assenza, oggi siamo immersi nell’illusione inversa, quella, disincantata, della proliferazione degli schermi e delle immagini”. La padronanza e la non padronanza simbolica dell’assenza appaiono proprio le polarità del campo di forze attraverso cui proliferano le corse inconsulte di queste gazzelle in una sorta di racconto psicologico postmoderno in cui Pravadelli articola per sottrazione una rappresentazione del senso comune nei medesimi tempi fulminei in cui immagini psichiche, raffigurazioni di oggetti inanimati o amorosi perdono ogni categoria distintiva e si affastellano ognuno nell’indirizzo concreto di uno svolgimento condotto quasi ogni volta verso il compimento della sua più estrema conseguenza.

Una rensione a Gazzelle di Anna Pravadelli, testo uscito su Leggendaria n. 105, giugno 2014 – http://www.liguana.it/Store/GAZZELLE


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