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Genero assolto con formula piena!

Da Virginia Less

suoceraMentre suocere e nuore abbondano e imperversano nel web, solo un paio di volte ho trovato materiale per occuparmi dei generi.  Benchè il rapporto con la madre di lei sia nella vita reale tutt’altro che pacifico, (alcuni se ne lamentano anche qui, nei commenti) molto rimane sottaciuto, perché gli uomini sono  più restii ad aprire  conflitti in  famiglia  e anche a parlarne nei social. Pure nel caso che mi accingo a riferire, non è stato il genero ad aprire un contenzioso con  la suocera, ma la ragione giudiziaria è toccata a lui. La sentenza, emessa addirittura dalla Cassazione, che ha ribaltato la precedente condanna, risale all’anno scorso; non mi era capitata sott’occhio. Questa la vicenda.

A seguito di una lite familiare piuttosto accesa, tanto che si è richiesto l’intervento anche delle Forze dell’ordine, un uomo, durante la descrizione dei fatti agli agenti intervenuti sul posto, per diverse volte apostrofava la suocera come “vipera”.

In primo e secondo grado i giudici, considerando l’espressione lesiva dell’onore e del decoro della donna, ritenevano l’uomo responsabile del delitto di ingiuria. Ma gli “ermellini” dell’ alta corte sono stati di parere opposto: “la frase (…), pronunciata dopo un contrasto che aveva determinato l’intervento delle forze dell’ordine e per descrivere, nella concitazione del momento, le modalità dell’azione della suocera, non si connota in termini di offensività idonei a giustificare l’attivazione della tutela penale“.

Dunque, cari generi (ne ho due!), se vostra suocera lo merita,  siete legittimati ad appellarla “vipera”. Modesta rivalsa se ve n’è toccata una insopportabile – succede con relativa frequenza. Qualora volesse trascinarvi in tribunale, il giudizio (finale)  risulterà  (presumibilmente) a vostro favore.

Battute a parte, care suocere, cortesia e discrezione sono d’obbligo sia nei confronti delle mogli che dei mariti della nostra progenie!

 


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