Di quel Dio che concepì l'imperfetto
Dalla regola l'irregolato
L'eccezione normata
Ed il caos così ordinato
Facendo pure destituibile
Ogni potere costituito
"Non bastava il mio puro esse
Ridotto al pensar solo me stesso
Poi è un qui un gesto senza costrutto
Come d'istinto
Tu vieni e a te dico:
questo è il fuit
e poi sospira l'erat
così sibila l'erit
e tutto dall'ego sum qui est
Io il centro tu il lato
Io l'unico tu il molteplice
Io la luce nell'ora e nel qui fissa
Tu nelle ore del giorno
E della notte gettato
Io l'eterno tu l'effimero
Eppure m'assomigli
Come ai sogni i tuoi pensieri
Mia creatura
Mia eterna nostalgia"
Così dai sotterranei chi t'invoca
Bestemmia
(Fausto Maria Pico)
-------------------------------------------------------
Commento
L'ho incontrato l'altra sera, il Fausto. Solito il bar, solito il bianco secco. Parliamo, come quasi sempre, di politica; scoglionati entrambi, lui reduce da Berlinguer e D'Alema io da Pannella e Berlusconi, ce la raccontiamo volando alto, distratti soltanto da una bellezza su tacchi a spillo.Poi, d'improvviso, poesia.
Si, Fausto, docente di filosofia, è anche poeta. Poeta vero, dove, citando Johann Wolfgang von Goethe, "il ritmo ha qualcosa di magico; ci fa persino credere che il sublime ci appartenga".
L'altra sera, l'ultima fatica poetica di Fausto esce piegata un quattro da una tasca della sua giacca: <<Leggila e dimmi che ne pensi>>.
Leggo: "Fu perfetto il creato / Di quel Dio che concepì l'imperfetto..."
Rileggo e rileggo, ancora e ancora. <<Che ne pensi>> insiste Fausto. Di fretta mi scappa un <<sublime>>.
Oggi, il mio commento, confermando il <<sublime>>, chiama in causa il sommo poeta: "O voi ch'avete li 'ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani"; insomma, credo vi sia un significato nascosto, del quale il senso esteriore e apparente, la nostalgia, è soltanto un velo che va cercato da chi è capace di penetrarlo.
Prosit.http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane