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Gennaio ucraino e siriano…

Creato il 18 novembre 2014 da Conflittiestrategie

PREPARATEVI AL GENNAIO UCRAINO

A Gennaio farà molto caldo in Ucraina, nonostante la temperatura perennemente sotto zero. I quisling di Kiev hanno perso ogni contatto con la realtà e si lasciano andare a dichiarazioni bellicose, ben oltre i limiti delle loro possibilità, che sono di per sé infime ed illusorie, pur non disponendo nemmeno del necessario per tirare a campare e sfamare la popolazione per i prossimi, durissimi, mesi invernali. “Sono pronto alla guerra totale con la Russia, il nostro esercito è pronto, tutto il mondo è con noi”. Così Poroshenko il quale, anziché richiamare le truppe ancora di stanza nel Donbass, preferisce sacrificare uomini e mezzi nella difesa di obiettivi che non sono più strategici, in quanto andati completamente distrutti, come l’aeroporto di Donetsk. Forse, costui teme che i soldati, ritornando sulla strada di casa, possano sfogare la frustrazione per la sconfitta nell’Est del paese e per il trattamento tutt’altro che onorevole riservato loro dal governo (bravissimo con le esaltazioni verbali molto meno coi fatti e coi denari), contro gli oligarchi al potere, tra i quali, appunto, c’è lui. Ma ormai il dado è tratto. La Russia aspetta che si abbassi l’attenzione generale per portare a termine la missione. Non ci sarà nessuna invasione perché davvero non se ne ravvisano gli estremi. Il Cremlino non manderebbe mai i regolari contro dei pupazzi, sarebbe come accendere una candela con un lanciafiamme. Si stanno mobilitando volontari filorussi dalle regioni siberiane di Krasnojarsk. Poi arriveranno altri combattenti molto esperti dalla Serbia, dalla Macedonia e dalla Grecia, tutti desiderosi di menare le mani (si fa per dire) e di prendersi qualche rivincita sugli americani che sponsorizzano gli “ucronici” (chiameremo così, d’ora in poi, gli abitanti dell’Ucraina perché ormai, in preda ad un’allucinazione collettiva, stanno riscrivendo il proprio passato e i testi scolastici ricorrendo all’allostoria, inventandosi antenati persino tra le grandi civiltà mediterranee. Non tarderemo a sapere, da fonti di Kiev, che la prima piramide egizia fu edificata per ordine del faraone Zosershenko lontano parente di Poroshenko, che però si faceva chiamare Zoser dai suoi sudditi per non dare nell’occhio, e che anchel’America fu scoperta da un certo Kristofer Colomboshenko, il quale trasferitosi in Italia si abbreviò il nome per integrarsi meglio). Il contingente internazionale mobilitato per la difesa della Nuovarussia dovrebbe raggiungere facilmente le 5000 mila unità. Ma non è escluso che il numero di questi effettivi possa essere superiore qualora dovessero arrivare rinforzi dal Venezuela e da Cuba, come qualcuno ritiene probabile. Infine, la Bielorussia dovrebbe rompere gli indugi favorendo l’arrivo nel Donbass di suoi volontari armati di tutto punto. Sarebbe ora dopo tanto doppiogiochismo. Nuove sorprese poi dovrebbe riservare il palcoscenico siriano, caratterizzato da una instabilità furibonda che però Mosca ha deciso di puntellare, per non rischiare di perdere le basi a Tartus e Latakia, con una più stretta collaborazione tra soldati russi, curdi ed iraniani e dare così un utile giro di vite contro l’ISA (non è un errore, si chiama proprio Islamic State of America). Altro obiettivo, a breve termine, del Cremlino è quello di installare una propria base navale a Cuba, giusto per far sentire agli americani cosa si prova ad avere il nemico a pochi metri da casa.
Un’ ultima notizia, tutta da verificare. Pare che Putin sia ripartito frettolosamente dall’Australia perché qualcuno dei servizi gli avrebbe sussurrato all’orecchio che il Koala, da lui affettuosamente abbracciato a favore di telecamere, potesse essere contaminato. Lo so, sembra pazzesco. Ma l’unico modo per ammansire Putin è quello di farlo fuori. Questo pensano a Washington da quando hanno a che fare con un tipo risoluto come lui.


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