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George Minne, scultore

Creato il 31 maggio 2013 da Artesplorando @artesplorando

George Minne, scultore

George Minne, Solidarietà

Interrotti gli studî di architettura all'accademia di Gand, dal 1885 si dedicò alla scultura. Ammiratore di A. Rodin, che conobbe a Parigi nel 1890, maturò tuttavia la sua personalità in contatto con i poeti simbolisti dei quali illustrò anche le opere (Serres Chaudes di M. Maeterlinck, 1880; Villages illusoires di É. Verhaeren, 1894). A Bruxelles dal 1895, cominciò ad elaborare il motivo del giovane inginocchiato che, insieme a quello della madre piangente, rimarrà una costante nella sua produzione, caratterizzata da intensa espressività e contenuta malinconia. Nel 1899 si unì agli artisti di Laethem-Saint-Martin. Durante la prima guerra mondiale fu in Inghilterra, dedicandosi esclusivamente al disegno. Tornato in Belgio, riprese a scolpire affrontando le consuete tematiche ma con forme più arrotondate e morbide. È autore del monumento a G. Rodenbach e della fontana degli Inginocchiati a Gand (esemplare in marmo nel Museum Folkwang di Essen). La sobrietà e la semplificazione, caratteristiche di George Minne, scultore simbolista belga, fanno sì che l'artista sia esposto, sin dalle sue prime creazioni, a violente critiche per il suo primitivismo, per il modo grossolano e rudimentale di lavorare, per la sua goffaggine e per la sua attività rudimentale. Il poeta Emile Verhaeren, suo compatriota, prende le sue difese facendo notare che “i suoi personaggi sono quasi al difuori di ciò che è possibile essere (…) vengono e vanno verso gli aldilà dove soltanto l'Idea può abitare”. In Genuflesso alla fontana (1898) la ricerca di sobrietà dell'artista sfocia in un rifiuto intransigente di qualsiasi aneddoto: non più caratteri visionari e pathos, ma presenza di una scansione lenta e grave, di un silenzio interiorizzato.

George Minne, scultore

George Minne, Inginocchiato alla fontana

Nella concezione artistica di Georges Minne, la linea resta il mezzo plastico per eccellenza, i contorni sottolineano la solidità della statua. La figura è assorta in se stessa, in raccoglimento, sofferente o rassegnata, consumata dalla magrezza.
L'artista ricerca volumi capaci di imporsi per la loro pienezza. Semplificando sempre e comunque, l'artista riesce a conferire alle sue figure una vera e propria monumentalità. Il grande scrittore Fierens-Gevaert asserisce che "la scultura di Minne raggiunge il suo pieno valore espressivo solo se unita all'architettura". L'artista, infatti, realizzerà nel 1900 una composizione in cui cinque esemplari di Genuflesso alla fontana erano collocati sul bordo di una fontana circolare. Attingendo da Rodin l'idea della ripetizione di molte figure identiche, Minne otteneva un risultato ancora più ritmato e più meditativo.

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