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George Sand, ragazza en travesti dalla grande femminilità

Creato il 13 novembre 2014 da Lucia Savoia
“un Hugo in gonnella, un’anima forte in una società di uomini deboli”

Sand

George Sand

Così Pierre Macrabou descrisse la sua amica Amantine Aurore Lucile Dupin, meglio conosciuta come George Sand e forse, nulla di più veritiero può esser scritto su di lei. 

Tenace e scaltra, ambiziosa ma estremamente retta questa donna francese che si spinse laddove nemmeno Madame De Stael fece, dovette scontrarsi inevitabilmente contro il muro dei pregiudizi del maschilismo del tempo, vincendo, nonostante tutto, un posto d’onore tra i romanzieri che contano. 

Vestiti da uomo, sigaro in bocca, gioco, teatro, battute salaci, queste erano le abitudini, i tratti a dir poco stereotipati che, in pieno Ottocento, venivano attribuiti alla Sand. 

Sand Chopin

George Sand e Chopin dipinti da Eugène Delacroix

Un critico neanche troppo famoso la bollò come colei che “per uno strano caso è nata donna”, eppure il suo fascino e la sua sensibilità non mancarono di sedurre neppure il più tenace degli uomini; Alfred De Musset, Fryderyck Chopin, lo stesso Gustave Flaubertamico e forse amante che disse di lei “Si doveva conoscerla come l'ho conosciuta io, per sapere quanto vi era di femminile in questo grande uomo, per conoscere l'immensa tenerezza di questo genio”, scrittori, pittori, musicisti, tutti, più o meno scandalosamente, più o meno illegalmente, amarono George Sand.
Un nome curioso se pensiamo, oggi, ad una scrittrice. Già, perché George è prenome maschile ma, a quell’epoca, il mestiere “del romanzo” era roba da uomini. Certo un uomo in questa storia c’era, un certo Jules Sandeau amante di Amandine con cui lei compose i primi scritti. Ma l’amore durò poco, il sodalizio ancor meno ed ecco che Sand si trovò a generare una caduta di consonante così da ottenere George da Georges.

Sand

Quando con tutta la sua bellezza madame Dupin fece il suo ingresso nella letteratura del tempo, in molti rimasero folgorati da quello stile scarno e sicuro, dalle parole vigorose e nette che sembravano campeggiare sulla pagina senza esser mai fuori posto.
Non poco fu lo sconcerto nello scoprire che tale maestria era frutto di una mente, e di una penna, tutta femminile.

Determinatezza e caparbietà furono tratti caratterizzanti la sua scrittura ma che affioravano dalla di lei personalità per riversarsi in ogni campo della sua vita intensissima. In amore non poté permettersi cedimenti ma, come spesso accade, al dramma corrisponde il genio della creazione (romantica e non solo) ed ecco che in “Lei e lui” il volto di Musset si sovrappone a quello di Chopin per dar vita ad un unico, grandissimo personaggio che meriterebbe davvero una trattazione a parte.
George Sand dipingeva, scriveva forsennatamente novelle e romanzi sin dall’alba, faceva attività politica in maniera intensa, si dedicava alla cura dei figli seguendo i dettami rousseauniani dell’ “Emilio”

Sand Chopin

Sand e Chopin

“Ma come poteva far tutto?” è la domanda che spontaneamente sorge scorrendo la sua biografia e, forse, non saremo mai in grado di capirlo davvero, perché unici si nasce, e la forza e la tenacia non sono doti connaturate ad ogni essere umano.
Donna intelligente, colta, evoluta, George metteva un po’ (o molto) di sé nelle eroine dei suoi romanzi; ragazze semplici, limpide e forti, senza fronzoli o vanità. 

Se si esclude Indiana, protagonista del suo primo romanzo, ancora acerba e dipendente dall’uomo, le donne sandiane sanno quello che vogliono, educano, lottano, sono portatrici di messaggi sani. 

Lei e Lui George Sand

Lei e Lui, romanzo di George Sand

E come potrebbe stupirci questo se guardiamo a quella che fu la loro madre, una donna che si battè per le altre donne, che ebbe il coraggio di domandare al Comitato centrale della Rivoluzione del ’48, di restituire al mondo femminile quei diritti civili di cui il matrimonio le privava.
Dostoevskji trovava che il più importante messaggio della Sand fosse “la liberazione dell’individuo”, quell’individuo oppresso, donna o umile che fosse, che vedeva calpestati i propri diritti.

Riassumere, ma anche solo descrivere, quella che fu la grandezza di George Sand sarebbe impossibile. Ciò  che più conta è cercare di ricordarla, di seguirla lasciandoci ammaestrare dai suoi romanzi,  rimembrare le tante categorie a cui ha dato voce contribuendo a renderci, oggi, persone migliori. 

E sarebbe bello anche (ri)scoprirla, far parlare i suoi romanzi che è un po’ come far parlare lei stessa e imparare, con tutta la disponibilità possibile, che un mondo migliore, se lo vogliamo e in qualsiasi epoca ci si trovi, dipende anche da noi.


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