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Giancarlo Locarno: poeti cinesi

Creato il 21 maggio 2012 da Viadellebelledonne

Giancarlo Locarno: poeti cinesi

Si appaia come stupidi e in questo stato si portino a termine i propri giorni.

……………………………………………………………………………….Bai Yuchan

Da millenni la società  cinese insegue come per un destino la realizzazione del confucianesimo: l’uomo è naturalmente buono e il suo senso è concretizzato nella collaborazione per il bene e lo sviluppo della società, il proprio posto nella comunità ha un valore etico assoluto, che si manifesta come  rispetto per la gerarchia.

I poeti cinesi invece volgono lo sguardo dall’altra parte, sono asociali, rincorrono il lato oscuro del Dao, ricercano l’accordo non con la gerarchia dello stato ma  con l’equilibrio che si ottiene abbandonandosi alle forze cosmiche della natura.

Questa frattura agisce da millenni come motore nella cultura cinese, ed è evidente nella vita e nell’arte di  tutti  i poeti che qui presento in ordine cronologico, per ciascuno di essi  riporto la mia libera traduzione di una poesia.

Per quanto riguarda i poeti classici, ho scelto di trascrivere  i  loro testi  antichi secondo il modo occidentale  a  righe orizzontali coi caratteri da destra a sinistra,  piuttosto che mantenere il modo classico cinese delle rige verticali da destra a sinistra

I testi moderni sono già scritti in questo modo, e spesso adottano anche la punteggiatura occidentale.

Sono stati i libri di Beda Chang ( chiamato anche 张伯达 Zhang Zhengming, 1905-1951), due vecchi libri trovati su una bancarella, che hanno rinnovato negli ultimi anni il mio interesse per la poesia e la lingua cinese, che avevo ormai abbandonato.

Il primo è “L’écriture chinoise et le geste humain”,  analizza i caratteri radicali cinesi confrontandoli  con i primitivi pittogrammi sui calderoni di bronzo, e  ne ricava la convinzione che ogni carattere non è altro che la rappresentazione scritta di un gesto umano. Nel corso del libro l’autore  manifesta una personalità che è completamente a suo agio con la filosofia e la cultura occidentale, oltre che con quella cinese, dando l’impressione  di un orientale naturalizzato in Europa. Il secondo libro è “Le Parallélisme dans les vers du Cheu King”, entrambi sono pubblicati a Parigi nel 1937.

Il Cheu King  詩經 , Shī Jīng  nella  codifica pinyin, conosciuto anche come “Libro delle Odi” è uno dei cinque testi classici scampati al rogo universale  di tutti i libri, e al sotterramento dei letterati ordinato dall’imperatore  Quin Shi Huang nel 213 ac, questi fu il primo imperatore della Cina, ed è  lo stesso che fece modellare l’esercito di terracotta, ogni libro avrebbe dovuto bruciare, scomparire,  perché la cultura e la tradizione avrebbero potuto mettere a repentaglio la legittimità del suo regno.

Questa raccolta di versi risale al 1000 ac e costituisce il fondo anonimo di 305 poesie, una sorta di inconscio dal quale attinge tutta la poesia cinese  successiva. Nel suo libro Beda Chang sviluppa uno studio sulla metrica di queste opere vista come simmetria di caratteri,  e riporta alcune traduzioni di poesie, in francese ed anche in latino. Questo fatto mi ha incuriosito, e la mia fantasia si è indirizzata  seguendo le tracce di Matteo Ricci, e mi ha spinto a cercare informazioni sull’autore, del quale peraltro  non ci sono altri libri. Ho così  scoperto che Beda Chang  è un Gesuita di Shangai, città dove ha sempre vissuto, a parte alcuni anni passati  in Francia, giusto il tempo di laurearsi alla Sorbona. Ha lavorato poi come direttore delle scuole cattoliche  e dell’università Aurora di Shangai, come sinologo, e anche come organizzatore della gioventù cattolica. Nel 1950 il governo comunista, fino ad allora tollerante con la presenza cristiana, comincia ad esercitare una pressione affinché la chiesa cattolica si sottometta direttamente al governo. Comincia così  il processo che dividerà la chiesa, e vedrà la nascita della chiesa cristiana patriottica governativa cinese. Beda Chang  per la sua opposizione e la fedeltà a Roma viene arrestato e morirà di stenti in prigione nel 1951. Nell’articolo della rivista dei gesuiti, dal quale ho tratto le informazioni, si dice che questo religioso viene venerato come martire nella chiesa di Shangai, e che se non è salito ancora agli altari è per non aprire un contenzioso con le autorità cinesi.

Dal punto di vista più generale,  oltre le vicissitudini del religioso,  si riconosce la tempra  di un grande intellettuale di frontiera sconosciuto, in grado di muoversi a suo agio nelle due culture sapendo favorirne il dialogo.

Riporto  due frammenti del Cheu King  con le traduzioni in Francese e in latino di Beda Chang, e una mia traduzione in italiano fatta sull’originale.

如 月之 恒
如日之 升

我 心 匪 石
不 可 轉 也
我 心 匪 席
不 可 卷 也

*

Comme le croissant de la lune
Comme le marche ascendente du soleil

Mon Coeur n’est pas une Pierre (que roule)
Il n’est pas versatile

Mon Coeur n’est pas une natte qui s’enroule
Il ne manque pas de droiture

*

Ut lunam crementum
Ut solis ascensus

Meus animus non est lapis
Non potet versari

Meus animus non est matta
Non potest volvi

*

Come il perpetuo crescere di luna
Come il cammino ascendente del sole

Il mio cuore non è una pietra rapace
Non può nemmeno roteare

Il mio cuore  non è una trappola
E allora  non potrà mai scattare

Il carattere 轉 in cinese tradizionale e 转  in cinese semplificato significano  ruotare.
Il carattere 匪 nel suo significato più usuale è bandito, ma è anche una negazione , una negazione con una connotazione banditesca,  席 è una stuoia , una stuoia banditesca che si arrotola, per me una trappola.

Il secondo poeta è  Xiang Yu (项羽 232 ac–202 ac), trova qui la sua collocazione cronologica, in realtà è l’ultima traduzione che ho fatto. Al suo “Canto di Gaixia”  sono arrivato attraverso la citazione che ne fa Liao Yiwu nel suo poemetto “Massacro”, siamo al crollo della dinastia Quin,

i bruciatori di libri, che il generale Xian Yu del regno di Chu ha contribuito a provocare, mentre in occidente l’impero romano comincia a vacillare. Si apre una lotta tra i due possibili successori la dinastia che regge il regno di  Chu e quella del regno di Han. Dopo alterne vicende Xiang Yu , che parteggia per Chu,  viene intrappolato con le sue truppe presso Gaixia dall’esercito Han, l’amata, la sua concubina “Yu la bella” per non procurargli preoccupazioni d’amore che l’avrebbero distolto dalla battaglia, dopo un canto rituale si uccide trafiggendosi con  la sua spada.

Xiang Yu compone questo canto a lei dedicato, poi per non farsi prendere  prigioniero a sua volta si  taglia la gola .

 

垓下歌

力拔山兮氣蓋世
時不利兮騅不逝
騅不逝兮可奈何
虞兮虞兮奈若何

Canto di Gaixia

La mia forza sollevava le montagne
il mio dolore ora è come un’ombra che copre la terra.

Il tempo mi è funesto
non corro più le praterie.

E se non corro più
Cosa posso portarti?

Yu mia cara Yu come posso aiutarti?

Con  Wang Wei  (王維  699-759) si entra nel mondo della poesia classica cinese,  il periodo della dinastia Tang, e questa è tra le sue  la più  nota e commentata in occidente.

Questo poeta è stato il primo in graduatoria  nella terribile selezione dei funzionari imperiali, ma ha sempre disdegnato la corte, cercando di sottrarsi agli impegni amministrativi nella solitudine dei monasteri sulla montagna.

In questa poesiaWang Wei,  che ha subito l’influsso del buddismo, si identifica con il cervo ancora prigioniero, ma con la speranza del discepolo che contempla il paesaggio vuoto e immenso della dottrina buddista aspirando alla liberazione.

鹿柴

空 山 不 見 人
但 聞 人 語 響
返 影 入 深 林
復 照 青 苔 上

Gabbia per cervi

vuote montagne non vedo nulla di umano
ma percepisco l’eco di un linguaggio segreto
che rimbalza nell’ombra, nel profondo del bosco:
la svolta illumina di verde azzurro il muschio in alto.

Questo testo è noto come ‘Parco dei cervi’ (Deer park nelle traduzioni inglesi), io leggo il carattere 柴 come  legna, legna per uno steccato,  una segregazione forzata non la libertà del parco, scelgo gabbia, forse esagerando un po’.

Il carattere  見, che significa vedere, è stupefacente, rappresenta  la stilizzazione dell’occhio dotato di due gambe in corsa, vedere significa portare in giro l’occhio, farlo correre.

Tutto il primo verso nella sua forma grafica , di una semplicità così ricca,  per me  è uno dei versi più belli scritti dall’umanità.

Il carattere響  in cinese tradizionale è quello che ho più faticato a tradurre, corrisponde al cinese semplificato 响,ed è un modo antico per definire l’ eco. Il carattere   è composto da una parte superiore  che significa campagna, quello inferiore stà per  uomo che canta.

L’eco è la voce di un uomo che canta nel mezzo della campagna.

Il carattere 青 esprime bene l’aura di indefinito che circonda molti  ideogrammi,  indica un colore,  non ben determinato, può significare verde, azzurro, grigio o nero, come si vuole,  io scelgo il verde e l’azzurro.

Il carattere復  indica una  ripetizione,  i traduttori inglesi usano  solitamente again, corrisponde inoltre  al 24 esimo esagramma dell’I Ching  quello della svolta, lo interpreto allora come la svolta costituita dalla liberazione dal ciclo delle rinascite.

Du Fu o Tu Fu (杜甫 712770) per me è il più grande dei poeti Tang, non riuscì mai a superare gli esami da funzionario perché ogni volta veniva bocciato, ed è costretto a vivere una vita errabonda, con impieghi minore nell’amministrazione imperiale. E’ un poeta che non cerca di estraniarsi dal mondo, ritirandosi  sui monti a meditare sulle sue miserie, viste da lontano attraverso il cannocchiale cristallino dei versi, ma la sua poesia si forma attraversando in prima persona le devastazioni provocate dalle guerre della rivolta di An Lushan, e dando vita a un grande scenario di poesia civile.

Il gabbiano che da il titolo alla poesia di Du Fu che traduco, mi appare come  l’archetipo dell’albatros di Baudelaire. Il gabbiano sceglie la libertà è può volare sopra le nubi, oltre la tempesta, questa libertà la paga con il canto freddo della solitudine e le sue urla desolate, sarebbe già qualcosa se ci fosse qualcuno a sbeffeggiarlo sulla plancia della nave.

江浦寒鸥戏
无他亦自饶
却思翻玉羽
随意点春苗
雪暗还须浴
风生一任飘
几群沧海上
清影日萧萧

Gabbiano

Sulla riva del fiume il gabbiano canta nel freddo
non ha altri luoghi, basta a sè
rifiuta, riflette, rovescia ostile la giada degli onori  con le penne delle ali
inseguendo un  desiderio d’amore, un germoglio, un cucciolo
in cambio ha neve e buio e scrosci per bagnarsi
Il vento cresce, sale al centro della tempesta
dove solo pochi  sanno l’oceano cosi dall’alto
e si sente trasparente ombra, riflessa al sole di urla solitarie e desolate.

Li Bai  ( , 701 – 762) completa la triade dei più famosi poeti Tang, nato da famiglia ricca non volle mai affrontare  gli esami da funzionario imperiale ma preferì dedicarsi ai viaggi, al vino e alla poesia, e alle sue  visioni  raffinate di paesaggi.

 

敬亭山

众鸟高飞尽
孤云独去闲
相看两不厌
只有敬亭山

Venerazione del tempio sulla montagna

Vedo gli uccelli esausti volare alti
nelle nuvole sole che vagano oziose
sono entrambi  apparenze badano entrambi solo a sè
e io venero solo il tempio sulla montagna.

Di  cinquecento anni posteriore è il Taoista  Bai Yuchan  (白 玉 蟾 – 1194?-1227 ), uno pseudonimo che significa  ‘rospo bianco  di giada’,  è un  maestro della scuola taoista di alchimia interiore, vagabondo e calligrafo, ci ha lasciato  un corpus di 425 quartine eptasillabiche.

跣 足蓬 頭 破 衲 衣
悶 來 飲 酒 醉 吟 詩
塵 中 走 遍 無 人 識
我 是 東 華 大 帝 兒

Sto bene a piedi scalzi
col  il fascio d’erbe dei capelli e il vestito a brandelli

alla mente chiusa vago bevendo
ubriaco recito versi di un bel canto

la polvere di questo mondo la colpisco al centro
a passo di marcia
sono ovunque ma nessuno mi riconosce:

io sono il figlio
del grande imperatore della Cina orientale

questo ideogramma rappresenta il cuore, che per i cinesi è la sede della mente non delle passioni, chiuso da una porta, una mente serrata, nel cinese moderno è   闷 e rappresenta un disagio psicologico, oggi sarebbe la depressione.

是 questo segno viene utilizzato come il verbo essere quando è copula, è composto da 曰 che significa dire, e rappresenta la bocca che parla, sovrapposto al segno   zú che indica il piede, quindi la possibilità di muoversi nello spazio, essere come muoversi nello spazio e dire, scandendo il tempo.

Máo Zédōng  (Mao Tse Tung) 毛泽东 (1893-1976).

Nel 1980 seguivo l’ultimo corso universitario, “Ottica quantistica”, e lì avevo conosciuto un professore cinese, di un’età indefinita, sempre vestito con la divisa maoista, una specie di cotone grossolano azzurro  e il cappellino con la visiera, proveniva dall’università di Harbin, ai confini con la Siberia e doveva rimanere a Milano due anni, per occuparsi di quella materia,  non mi ricordo il nome, ma spesso studiavamo assieme.

Un giorno ho portato un testo cinese con la poesia di Mao “Torre della gialla gru”, e gli ho chiesto alcune informazioni  linguistiche per una traduzione. Lui l’ha guardata, poi mi ha  risposto che era scritta in cinese antico, e che quindi non era in grado di leggerla, ci sarebbe voleva un letterato, proprio così mi disse, un letterato.

Stentavo a credere che non riuscisse a leggere un testo scritto quarant’anni prima, mentre noi invece  possiamo leggere ancora Dante.

Adesso, penso che esagerasse, per motivi ideologici,  in Cina nel 1958 è stata avviata una riforma storica della lingua, un’operazione di semplificazione dei caratteri  allo scopo di combattere l’analfabetismo. In cinese possono essere letti solo i caratteri che si conoscono, più è complesso il carattere, più è difficile memorizzarlo, con conseguente maggiore difficoltà linguistica.

Ad esempio “volare” in cinese semplificato è 飞  , in cinese tradizionale è invece  飛, si capisce la differenza di impegno nella memorizzazione. Per fare un paragone, sarebbe come se  noi fossimo obbligati a scrivere a mano in gotico, con caratteri certo più belli  ma con un’efficienza di scrittura bassissima, lo considereremmo  una maledizione. E’ stata dunque positiva secondo me questa riforma, ma c’è una cosa però che non riesco a digerire, vi sono diversi caratteri, come “vento”, che  in cinese tradizionale  è 風 , un contenitore con all’interno il carattere di insetto, il vento visto come una nuvola di insetti voraci, l’insetto è stato semplificato con una x, una sorta di cancellazione  风   così come il carattere di ‘inflessibile’ nel cinese  tradizionale è  剛 , in quello semplificato diventa 刚, come se in questi casi, e in molti altri una mano burocratica zelante ma incompetente cassasse le complicazioni mettendoci una croce sopra.

Il presidente Mao ha sempre scritto poesie, poche, ma in modo costante,  se ne  conoscono 37,

c’è sempre una poesia che accompagna i momenti più delicati ed importanti della sua storia,

e sono  scritte in una lingua colta e in cinese tradizionale.

Queste poesie erano pressoché sconosciute fino al 1963, quando in occasione del suo settantesimo compleanno , se ne volle fare un volumetto a titolo di omaggio. Mao disapprovava, poi cedette di fronte a tante insistenze, e scrisse una prefazione per spiegare la sua posizione.

Riassumo le sue parole: ”non volevo pubblicare le poesie perché sono scritte in cinese tradizionale, non c’è niente di male in questo, ma dal momento che è stata avviata una grande riforma della lingua, non voglio che le mie poesie costituiscano eventualmente  un esempio di scrittura da seguire, ma si deve usare per il futuro la lingua nuova”.

E così ha fatto il mio professore in un eccesso di zelo, fingendo di non riuscire più a leggere il cinese tradizionale.

La poesia è stata scritta nel 1927, mostra un paesaggio visto dall’alto, dalla torre della gialla gru

un edificio storico realmente esistente sulla montagna del serpente, il panorama abbraccia  virtualmente tutta la cina, con i 9 affluenti delleo Yangtze, e con l’infinita linea ferroviaria.

Il gesto augurale è quello di vedere riunificata la cina, allora divisa , un residuo di occupazione coloniale , la parte di paese controllata da Chiang Kai-shek   e quella controllata dal partito comunista, che in qull’anno rischiava di essere  del tutto annullato.

La mia traduzione è sul testo cinese tradizionale, che non presenta grandi difficoltà,  riporto anche  l’elenco dei caratteri tradizionali usati e il corrispondente carattere semplificato,  l’importanza di queste poesie è tutta storica, rappresenta in una stessa persona la contraddizione tra vecchia lingua e lingua nuova, il discrimine tra la letteratura moderna  e letteratura tradizionale, un punto senza ritorno. E’ una poesia che conosco da decenni, e della quale ho letto tante traduzioni, offro solo ora la mia, che in qualche modo sento di dovere alla  mia giovinezza.

黃鶴樓

…………………..茫茫九派流中國
……………………沉沉一線穿南北.
煙雨莽蒼蒼
龜蛇銷大江
黃鶴知何去?
剩有遊人處.
…………….把酒酹滔滔
心潮逐浪高!

Torre della gialla gru

Sconfinate le nove acque corrono tutta la Cina
l’Affondo di una sola linea perfora il paese da sud a nord.
E fumi, poi piogge, e erbacce, rigogliose e cineree e verdi
monti della tartaruga e del serpente fusi nel grande fiume.

Sai che la gialla gru sen’è andata?
Quel che rimane è un posto per turisti
getto una coppa di vino che schiuma nel fiume
Anche il mio cuore si solleva con la sua onda!.

鶴 gru, in cinese semplificato è: 鹤

線 linea, in cinese semplificato è:  线

蒼 verde, in cinese semplificato è: 苍

龜 tartaruga, in cinese semplificato è: 龟

處 abitare, semplificato è:  处

江 fiume, per antonomasia  il fiume azzurro, lo Yangtze, il carattere
È invariato dal cinese classico a quello semplificato.

艾青   Ai Quing vuol dire artemisia di colore indefinito, blu verde o nero, è lo pseudonimo
di Jiǎng Zhènghán (蒋正涵  1910 – 1996 ) uno dei poeti cinesi più noti e raffinati, ricco di suggestioni occidentali, inaugura la prima generazione dei poeti moderni.

Ha studiato arte Shangai e a Parigi. Al suo ritorno in Cina si avvicinò al partito comunista e venne per questo imprigionato per tre anni, nella prigionia nacquero le prime composizioni poetiche.

Dopo la nascita della repubblica popolare subì come tanti intellettuali l’ondivaga considerazione tra alti e bassi del regime.

Nel 57 venne esiliato in Manciura, perché critico con il governo riguardo le collettivizzazioni,

e non gli venne concesso di pubblicare le sue opere, venne riabilitato nel 1979 e divenne vice-presidente dell’ associazione cinese degli scrittori. E’ il padre dell’architetto Ai Weiwei uno dei progettisti dello stadio di Pechino e misteriosamente imprigionato nel marzo 2011 per due mesi, poi rilasciato anche grazie alle pressioni internazionali.

………………………………………..墙 (艾青) Bonn-1979

……………..一堵墙,像一把刀
………………….把一个城市切成两半
一半在东
….一半在西方

….墙有多高?
有多厚?
有多长?
…………….再高、再厚、再长
………………..也不可能比中国的长
……………..更高、更厚、更长
………………..它也只是历史的陈迹
民族的创伤
………………谁也不喜欢这样的墙

………….三米高算得了什么
…………………五十厘米厚算得了什么
…………………….四十五公里长算得了什么
再高一千倍
再厚一千倍
再长一千倍
又怎能阻挡
…………………………..天上的云彩、风、雨和阳光?
又怎能阻挡
………………………飞鸟的翅膀和夜莺的歌唱?

又怎能阻挡
………..流动的水和空气?
又怎能阻挡
千百万人的
…………….比风更自由的思想?
………………..比土地更深厚的意志?
…………………比时间更漫长的愿望?

Muro (Bonn 1979)

Un muro basso lama di coltello
e una città da tagliare in due metà
metà in oriente
metà in occidente

Quanto è alto il muro?
Quanto è spesso?
Quanto cresce e si sviluppa?
È sempre più alto, sempre più spesso, sempre più frenetico
ma non può certo paragonarsi allo sviluppo della cina
modifica sempre la sua altezza, varia lo spessore, sale la frenesia
residuo di un passato che non è solo storia
ma ferita di una nazione

Un muro che a nessuno piace
una cosa Alto tre metri
una cosa spessa cinquanta centimetri
una cosa lunga quarantacinque chilometri
ancora mille volte più alto
ancora mille volte più spesso
ancora mille volte più lungo
Non avete la capacità di arrestarlo
nuvole del cielo, vento, pioggia e sole?

Non avete la capacità di arrestarlo
flusso delle acquo e delle atmosfere

Non avete la capacità di arrestarlo
mille milioni di persone del mondo?
L’idea della libertà è ancora associata al vento?
Fino a quando sarà associata alla terra più buia?
La speranza dovrà avere un tempo così lungo?

Liù Xiaobo (刘晓波  – 1955) , il professore premio Nobel per la pace nel 2010,  insegnante di cinese presso diverse università europee e americane è anche un  poeta. Ha partecipato nel 1989 alla protesta di piazza Tienanmen in seguito alla quale ha subito diversi arresti e prigionia per attentati allo stato. E’ stato tra gli ispiratori di Charta08 il manifesto di 303 intellettuali cinesi che cerca di promuovere le libertà individuali in cina e la separazione dei poteri., per questo nel 2009 viene condannato a 11 anni di prigione.

幻觉

…..她来到我家
进了院门
过了走廊
…………………然后站在院子的中央

……………….她说:这公鸡真美
我笑笑
她有说
…………这仔猪真漂亮
………我依然笑笑
她还说
………这花真好看

…………………….我知道她说的是假话
………………….但我内心却暖暖的

Allucinazione

Ha invaso la mia casa
è passata dal portone del cortile
ha attraversato le fessure più strette

poi ritta
viva
al centro del cortile

spiega:
la verità di questo bellissimo gallo

io ridacchio

lei ha tanto ancora da chiarire:

questo maialino appena nato è splendido

io ridacchio come prima

lei ancora mi riprende:

questi fiori d’artificio sono davvero carini

bugie
nel profondo il mio cuore indietreggia
né caldo né freddo.

In questa versione immagino il poeta immerso in uno spazio nero senza tempo, come lampi di  luci appaiono sprazzi di una realtà  felice e campestre, il gallo e il maialino. Fiori d’artificio perché il carattere può significare fiori o fuochi d’artificio, io li scelgo entrambi. La mente, quasi fosse anch’essa in prigione come il corpo, arretra e non crede alle consistenze materiali, solo follia e allucinazioni.

Ho pensato anche a un’altra versione, leggendo illusione invece di allucinazione, quelli che prima consideravo sprazzi di idee diventano allora le manifestazioni di un pensiero costante, e il buio è sostituito da questo lavorio nascosto, di attaccamento pieno di parole  alla semplicità del vivere. La paura che siano bugie e che il nero avanzi. Forse quest’ultima interpretazione è quella che adesso mi appare più vicina ai sentimenti del poeta, ma la prima, quella  che ho riportato esteticamente  mi piace di più.

Questo carattere 美 è uno dei modi per esprimere il bello, è composto dal carattere di pecora  sopra quello di grande, mi piace questo retaggio di una società arcaica e pastorale nella lingua: il bello in fondo è quello che suscita in noi la visione di una bella pecora grande.

Questo carattere 暖  significa tiepido , il suo raddoppio  暖暖 indica un rafforzativo,  questo rafforzare qualcosa che è una via di mezzo, un compromesso mi risulta difficile da esprimere

concettualmente, capisco rafforzare il freddo in freddo polare, o il caldo in rovente, un loro compromesso come appunto il tiepido rafforzato nell’intensità mi è difficile da concepire, forse l’attenzione filosofica confuciana verso il ‘giusto mezzo’ consente di inquadrarlo meglio nel suo equilibrio  come cosa in sé con le sue qualità rafforzative.

La seconda generazione dei poeti cinesi moderni è rappresentata da Bei Dao  ( 北岛 – 1949 )  Isola del nord, pseudonimo di Zhao Zhenkai (趙振開), tra i poeti cinesi contemporanei è uno dei miei  preferiti, in  gioventù  ha fatto parte  delle guardie rosse, assume in seguito un atteggiamento contrario alle restrizioni che impone la rivoluzione culturale, è allora costretto a subire la ‘rieducazione’ attraverso il lavoro in una comune contadina, nel 1978 fonda la rivista   Jīn tiān (今天) che significa  Oggi,  questa rivista uscita solo due anni  in Cina, è stata all’origine del movimento poetico moderno e del dissenso.  Dopo i fatti di piazza Tienanmen a Bei Dao, che si trovava all’estero per un ciclo di conferenze, non è stato più consentito di ritornare in patria.

Ha vissuto  insegnando in varie università in  europa e negli stati uniti dove attualmente si è stabilito, ha inoltre rifondato la rivista Jīn tiān che dal 1990 continua ad essere un riferimento letterario per i dissidenti cinesi espatriati.


……………….许多1种2语言
………………….在这世界上飞行
……………………..碰撞,产生了火星
…………..有时是仇恨
……………有时是爱情
……………理性的大厦
………………..正无声的陷落
……………………….竹简般单薄的思想
…………….编成的篮子
……………………盛满盲目的毒蘑
……………………….那些岩画上的走兽
…………………踏着花朵驰过
……………………….一颗蒲公英秘密地
……………………生长在某个角落
………………………风带走了它的种子
……………许多种语言
…………………..在这世界上飞行
…………..语言的产生
……………………..并不能增加或减轻
…………………..人类沉默的痛苦

Linguaggi

Tante lingue parlano
adesso
in questo mondo

volano in alto le parole

si incontrano
si toccano
urtano
creano scintille

qualche volta di odio
qualche volta d’amore

è alto il grattacielo della razionalità

ma sprofonda senza voce
con pensieri fragili e leggeri
tavolette di bambù

un canestro intrecciato
riempito con ciechi funghi velenosi

quei quadrupedi dipinti sulla roccia
ci calpestano i fiori galoppandoci sopra

ma un soffione segreto
si sviluppa in qualche luogo sulla terra

Il vento ne porta con sé i semi della fine
dentro le innumerevoli lingue

che in questo momento
vive
volano sul mondo

ma la produzione di linguaggio
così incorporea
non può in alcun modo
aumentare o alleggerire
Il taciturno dolore degli uomini.

Il poeta, anche  per il suo status di esule, è costretto a fare i conti con le molteplici lingue che incontra e abita, quindi con le molteplici modalità con cui lavora il meccanismo della produzione di pensiero e di linguaggio.

Se ne vedono i limiti, ogni lingua trasporta i suoi,  chi conosce tante lingue avverte tanti limiti.

Che il vento porti i semi  della fine dentro le lingue è una mia interpretazione di questa sensazione  un avvertirla, non è esplicitamente detto. La tesi finale è un’importante domanda senza punto interrogativo mascherata da risposta.

La produzione di linguaggio è produzione di pensiero ed è correlato alla realtà che è il dolore degli uomini. Si tratta di capire come.

Indubbiamente considero  Liao Yiwu (廖亦武, 1958)  il più grande poeta cinese vivente, nel 1989 dopo i fatti di Tien An Men  scrive il poemetto “Massacro” , sapeva di non poterlo pubblicare, allora con l’aiuto di amici ne realizza una registrazione audio, con l’accompagnamento musicale di canti rituali e invocazioni tradizionale dei defunti,  e purtroppo non sono riuscito a trovare una copia di questo nastro sulla rete.

Per questa sua composizione è stato condannato a  quattro anni di carcere, dove  ha subito un tracollo nervoso e tentato il suicidio. Dopo la prigionia ha vissuto ai margini della società, svolgendo i lavori più umili, e documentando queste vite estreme di una Cina terzo mondo nei suoi libri successivi. Nella primavera del 2011 gli viene consentito di lasciare la Cina per la Germania, dietro la promessa di non pubblicare nemmeno all’estero i proprio libri,  questa notizia è stata riportata da tutti i giornali, e non ha riscosso molto interesse in Italia, dove credo non esista nessuna traduzione delle sue opere. Ovviamente Liao Yiwu ha già contatti con gli editori, pubblicherà i suoi libri, e per questo non potrà più tornare in Cina.

La lirica che traduco  “Parole” è dedicata  alla sorella  Feifei 飞飞  (volare,volare) morta bambina in un incidente stradale,  “con la speranza che la sua anima sia felice”.

我说你别接近这些诗歌,这些石头、太阳和水,这些臆造的天堂,我说你要管住那双怯弱的手。这儿的每一个字都是生长的皮肤,它们自动聚合,完成了一个美人,一首旷世的绝唱,但它们在完成美人或绝唱之前就已逐渐衰朽,成为很薄很薄的东西了。如果你默诵了一行诗就等於撕开了一片丝绸,就等於损伤了一块皮肤,你将眼睁睁地看着那伤口一点点红肿、化脓、扩散,最後将你的偶像活活烂掉。美丽的总是很薄的,象纸、雪、羽毛、绸子、花瓣、唯丽、飞飞这样一些动听的名词一样薄。你想占有什麽,结果什麽也占有不了。在溃败的美後面,是空洞,无限寂寞的空洞,美的本身就是空洞,眩目迷人的空洞。我说你要管住那双怯弱的手!

Parole

Il mio parlare a te si separi da questi versi, da questa roccia, dai raggi del sole e dall’acqua,  da queste fabbriche di paradisi, il mio parlare a te è essenziale, custodisce il vivere insieme, l’abitare nelle tue mani timide e deboli, questi figli di ogni parola sono una pelle che cresce come una città, essi si riuniscono, si aggregano  spontaneamente per completare una bellezza,  il primo canto di una vasta generazione, solo loro sono e abitano la bellezza, probabilmente la cantano prima di avvicinarsi e gradatamente terminarla, già indeboliti e spenti, così diventano poca cosa, davvero poca cosa.

Nel caso in cui tu silenziosamente  abbia imparato a memoria un gruppo di poesie, sai che è come lacerare un velo di seta.

Farsi vicini è come perdere un pezzo di pelle, tu recuperi la salute dell’occhio, apri gli occhi, la terra si prende cura di quella ferita, un punto, un rigonfiamento rosso, un suppurare, che si sparge ovunque, alla fine sarà il suo idolo vivo, imputridito, a cadere vivo.

Il bello è sempre molto sottile, ha la forma della carta, della neve, della piuma, di un petalo, è solo bellezza.  Feifei, questo piccolo movimento di nomi dal caro significato.

Tu speri di avere qualcosa, e quindi non l’ottieni. La faccia bella della sconfitta è una cavità, la cavità dell’infinita solitudine, il bello che di sé stesso fa cavità, preso da vertigini, guardare e perdersi nella vuota cavità dell’uomo.

Ti chiedo ovunque sei di continuare a sorvegliare ed abitare in queste due timide mani !.

Il testo originale delle poesie di Xiang Yu, Wang Wei , Li Bai, Ai Quing,  Liù Xiaobo e di  Liao Yiwu provengono dalla rete.

Quella di Bai Yuchan dal volume ‘Con il braccio piegato a far da cuscino’  edizioni Einaudi.

Quella di Beo Dai dal volume   ‘Speranza fredda’  edizioni Einaudi

Su VDBD sono presenti altre traduzioni di Giancarlo Locarno:

“Shu Ting – L’autunno a Pechino”

“Sitor Situmorang”

“Tre Aku

nonché diverse altre su Neobar
l’immagine è una foto (“pietra cinese incisa”) di Giancarlo Locarno



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