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Giancarlo nucci a spazio tadini con una mostra interattiva:”hanno lasciato il segno”

Creato il 04 aprile 2012 da Spaziotadini

Dal 12 aprile al 5 maggio

Inaugurazione il 12 aprile alle ore 18.30

Spazio Tadini, via Jommelli, 24

(MM2 Piola, MM1 Loreto, Bus 92 e81) apertura dalle 15.30 alle 19 da martedì a sabato

GIANCARLO NUCCI A SPAZIO TADINI CON UNA MOSTRA INTERATTIVA:”HANNO LASCIATO IL SEGNO”

L’esposizione di Giancarlo Nucci è una selezione di opere realizzate dall’artista dal 1989 ad oggi a rappresentare fatti importanti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia e nel modo di vivere dell’uomo contemporaneo, come il crollo delle torri gemelle. Una chiave di lettura che parte dall’artista, ma  tocca ciascuno di noi. Durante la mostra i visitatori potranno lasciare anche i loro appunti o disegni per completare il lavoro di “ricostruzione storica delle emozioni collettive” e per costruire una sorta di mappa del bagaglio di avvenimenti positivi o negativi che ormai appartengono al nostro modo di vivere e progettare il nostro futuro.

Le opere in mostra sono state eseguite da Giancarlo Nucci sulla spinta emozionale degli avvenimenti e dense della carica istintiva ed espressiva che contraddistingue il suo lavoro pittorico. Troviamo dunque epoche storiche differenti che portano il visitatore a una sorta di rewind anche su fatti che erano sopiti nella memoria. L’artista è inevitabilmente espressione del suo tempo e Giancarlo Nucci ha usato i suoi colori, le sue spatole e i suoi materiali per fermare l’attimo, per prendere una sorta di “appunto storico pittorico”, così come un  giornalista avrebbe fatto sul suo taccuino. Un modo per ritornare ad osservare il fatto senza i dettagli della cronaca, senza la costrizione delle parole, ma solo con la forza della loro emozione e la ricerca del loro significato.

GIANCARLO NUCCI A SPAZIO TADINI CON UNA MOSTRA INTERATTIVA:”HANNO LASCIATO IL SEGNO”
 CRONOLOGIA DI “HANNO LASCIATO IL SEGNO”

1989 9 novembre Muro di Berlino – Crollo di un muro, crollo di un mondo

1989- Brecce sul muro: Varchi di fuga, di salvezza: per non dimenticare tanti, uccisi sul punto di intravedere la libertà.

1990- Pace: Iraq: una colomba bacia la terra per liberarla dalla guerra, nelle ampie zone di luce si distende la speranza per la fine di tutte le guerre.

199- 3 febbraio Cermis: Aereo americano trancia fune di funivia: 20 morti Relitti metallici, resti umani si “impastano” nel chiarore del gelo invernale.

2001- 11 settembre Blow up: “Quegli aerei che si avventavano contro le altere torri/ quel volto a capofitto di vite umane contro altre vite…/ L’anima di quel cataclisma era l’odio, un rancore antico/ che si liberava come una sorta di ebbrezza… Era anche un/ inno alla morte cantato nel sangue di migliaia di creature/ sacrificali. E quello che per noi era tenebra per altri era luce ed estasi…/La mente vacilla, l’animo è soverchiato, oppresso./ Si preparano, forse sono già venuti tempi in cui sarà richiesto/ agli uomini di essere altri da come noi siamo stati. Come?” – “Contro le altere torri”, Mario Luzi

2008- Riciclo: Segni e colori poetici per la rivitalizzazione di materiali degradati in forme nuove, utili, belle.

2008- Giovanni Paolo II: La linea curva del corpo: un accasciarsi dolente che, nell’offerta sacrificale delle membra consunte, apre alla luce dell’eternità.

2009- Danger: Nelle profondità terrestri e marine nasce e lì i barili di scorie spesso ritornano: petrolio-risorsa e petrolio-minaccia per uomo e ambiente.

2009- Rifiuti sulla città: Città, luogo di consumo e accumulo sfrenati, colata di sporcizia, aria di soffocamento.

2009- Migrazione: Una corriera carica di uomini e cose multicolori, novella arca per la salvezza.

2010- 20 aprile Marea nera: Sversamento nel Golfo del Messico di enormi quantità di petrolio: distesa oleosa soffocante.

2010- 12 gennaio Haiti 7°: Violente scosse, cumuli di macerie e morti: nello spiraglio bianco qualcuno trovato vivo dopo un mese.

2011- 25 ottobre Cinque terre  – fra cielo e mare -Nubifragio, alluvione, fiumi di fango e detriti: frane naturali e frane antropiche.

2011 – 20 agosto Etna I  II  III  IV- Faville, bagliori, scia di magma incandescante: la terra lancia e riaccoglie le sue viscere.

2012 – 13 gennaio Metafora – nave in crociera: Nel viaggio della vita, naufragio e salvataggio, scoglio e approdo, abisso e riemersione.

Di Gabriella Pesaresi

Poco più di vent’anni, tra il 900 – “secolo breve” ma densissimo di fatti e personaggi memorabili – e il terzo millennio, che già nel primo decennio ne promette un’incalzante sequenza.

Il filo rosso che lega fatti e trasposizione artistica è il segno, inteso nella sua doppia valenza di impronta profonda, indelebile impressa nella storia e nella memoria, e di elemento caratterizzante della pittura.

L’argomento delle opere è stato, sì, suscitato da notizie  ricevute e viste in presa diretta, accompagnate da forte impatto emotivo in tutto il mondo, portatrici di un segno incancellabile (dopo l’undici settembre 2001 si diceva” nulla sarà più come prima”), ma è stato non rappresentato, bensì interpretato dall’artista.

Esplosioni fumiganti, sgretolamenti grigiastri, cumuli sporchi, onde melmose, squarci di santità sofferta, uomini e cose in cammino verso un orizzonte di luce: non interessa la resa cronachistica quanto il significato avvertito dalla coscienza, l’eco interiore che fa meditare sull’operato insensato o eroico dell’uomo e quello imprevedibile o funesto della natura.

Le ampie campiture di colori accesi o scuri, il gesto forte e impetuoso, i solchi graffiati segnalano drammaticità, gravità degli eventi ma non sconfinano nella rassegnazione o nella disperazione: anzi tentano una ricomposizione nella frantumazione delle cose.

La trasposizione artistica pone una certa distanza dagli accadimenti; è una riflessione sul tempo, non tanto attimo fuggente o fermo-immagine, quanto distensione e sedimentazione: la tela, come la pagina, può contenere un’ora come un’intera vita. Ciò è tanto più vero per Nucci che è sempre alla ricerca della sintesi pregnante.

Breve Biografia

Giancarlo Nucci, riminese di nascita, si stabilisce in Lombardia alla fine degli anni 60, prima  a Milano, poi a Monza dove la sua naturale inclinazione alla pittura e il tirocinio da autodidatta si precisano nella preparazione acquisita presso la Scuola d’Arte “Paolo Borsa”, sotto la guida dei maestri Oltolina, Comi, Colombo, Triacca. La lezione assimilata e superata lo avvia verso un dinamico e autonomo percorso di studio e sperimentazione,  consolidatosi nella stagione del naturalismo astratto, che poi, attraverso una figurazione sempre più essenziale, approda ad un informale materico.
La sua tecnica per esprimere temi significativi che si aggregano in cicli – paesaggio, oro, montagna, mare, Croce, concerto, eventi, ambiente – si avvale in modo originale di pigmenti, olî, catalizzatori, zeoliti, di cui l’artista, esperto chimico,  è  abile conoscitore e utilizzatore.
Le opere delle varie fasi della sua produzione artistica sono state esposte, fin dal 1976,  in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e hanno meritato consensi e analisi critiche, tra gli altri, di P. Biscottini, G. Casiraghi, F. G. Brambilla, C. De Carli, M. A. Crippa, G. Massari, D. Volontè, S. Zanella, P. Bertazzini, E. Guerriero, S. Arosio, B. Buscaroli, A. Veca, G. A. Vergani, R. Profumo, T. Martucci, M. DeLeo.
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione e Scuola d’Arte “Paolo Borsa” di Monza.
Dal 2006 è socio pittore impegnato per eventi artistici della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.

Scheda tecnica dei materiali impiegati nella sua tecnica pittorica

Dopo l’esperienza dei soli tubetti ad olio affrontata negli anni sessanta, nel ‘70 è iniziato il periodo delle sperimentazioni con diversi materiali, uniti all’olio: in particolare catalizzatori, sabbie, pelli, mattonelle, legni, corde, gessi, ceneri, smalti, polveri finissime da 200 micron – le zeoliti – che, indagate nelle loro caratteristiche chimico–fisiche nel mio lavoro di analista chimico, hanno rivelato interessanti proprietà. La zeolite (in greco pietra bollente) è un silico-alluminato poroso e reticolare che, usato con pigmenti, leganti, additivi adatti, diventa plasmabile e ad elevata resa pittorica. Impiegando la spatola la massa cromatica appare materica, rilevata, spessa e conferisce all’impasto forme inedite, grasse e graffiate. Dai test realizzati si è verificato che i comportamenti di questi materiali non danno reazioni indesiderate nel tempo, come distacco e frammentazione.

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