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Gianluigi Scolari: riflessioni sull’inertizzazione dell’amianto

Creato il 04 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Mi sono permesso di evidenziare con il neretto alcune righe dell’intervento del prof. Scolari. Il motivo è che da quella differenza di costi possono dipendere vite umane e anche animali, la qualità dell’agricoltura, tutti i fattori coinvolti dall’esistenza di una discarica d’amianto. Nella realtà poi ben tre discariche d’amianto sono state sequestrate per inadempienza delle prescrizioni. Dove sono allora le discariche sicure? Nel mondo del probabile? In quel mondo c’è anche un’alternativa possibile, non dogmatica – l’intertizzazione - che la risoluzione europea del 14 marzo considera previlegiata. Il dibattito poi sulla sicurezza dello smaltimento deve chiarire ogni dubbio. Non è possibile accettare una convivenza con un rischio di contrarre malattie mortali dall’amianto solo per risparmiare qualche soldo mentre dilagano la corruzione, l’evasione fiscale e altri flagelli. La discussione scientifica ha il solo compito di essere razionale e possibilmente risolutiva. La questione dei costi è politica.

 

Non è facile stabilire se il “trasformato” è veramente innocuo o no. In proposito esistono pareri discordi (vedi post precedente); certo c’è ancora da lavorare e raccogliere dati. Guardando la documentazione dell’Aspireco, il silicato inertizzato “sembrerebbe” essere veramente inerte. Ora, non conosco i dati che stabiliscono la non “inerzia” degli inertizzati (e sarebbe utile disporre delle fonti), ma osservando i certificati dell’ARPA di RE è possibile dedurre che non sono state evidenziate presenze di amianto residuo; le indagini sono state effettuate in Microscopia elettronica a scansione (SEM) che fornisce risultati qualitativi e in DRX (difrattometria ai Raggi X) che da risultati quantitativi; ulteriori analisi hanno fatto ricorso alla Microscopia elettronica trasmissione (TEM) che permette di osservare con risoluzione ben al di sotto del micron.
Per quanto attiene agli scarichi dei camini, è assolutamente verosimile che nell’impianto francese siano presenti fibrille di amianto, però ritengo che nulla sia impossibile nella filtrazione secca o umida. Nelle sale operatorie, nelle aziende dove vengono prodotti materiali critici (per la contaminazione batterica), persino in industrie alimentari (dove i batteri nell’aria possono creare areosol disastrosi) l’aria viene sterilizzata (filtri da 200 nm); per non parlare dei filtri di trattenimento di particelle radioattive…ecc.
Certo, la documentazione è di parte, occorre intensificare il monitoraggio (ad es. dell’impianto di Arborea) soprattutto sull’effettivo grado di inertizzazione…e i dubbi rimangono anche a livello del Ministero Sanità (anche se non mi risulta che vi siano esperti cristallochimici… come il dott Pecchini dell’Arpa di RE).
Non va dimenticato, inoltre, che gli impianti sono a termine. Finito lo smaltimento: a) terminano le emissioni di CO2 e di fibre (da dimostrare); b) l’impianto ci resta nel gobbo con il suo costo (salvo possa essere convertito per altri processi).

Costi. Alcune stime danno 30-40 €/t per smaltimento in discarica, stoccaggio/trasporto esclusi; il costo stimato della via alternativa è di 80-120 €/t, all inclusive. A conti fatti, le stime non sembrano dare differenze tragiche.

Concludendo: con tutte le incertezze del caso, non penso sia possibile emettere un verdetto definitivo. Personalmente ritengo che:
a) la “sepoltura” dell’amianto possa essere considerata in uno stato di più avanzata fattibilità e verosimilmente molto meno energeticamente costosa (in tutti i sensi). Mi rimane qualche falla sulle stime dei costi di un interramento sicuro e definitivo (avremo dei giacimenti di asbesto…).
b) il procedimento termico ha costi energetici più elevati e risolve (una volta fugati i dubbi) il problema per sempre. Questo, ovviamente, prestando attenzione a quel che farà l’UE…e senza pensare di attrarre rifiuti da altri paesi come paese trasformatore (o si potrebbe invertire il flusso Italia-Germania in Germania-Italia?!?).
Quanto poi ai politici…vorrei citare una frase dell’ospite del blog: “siamo in Italia, signori, in Italia…”

Prof. Gianluigi Scolari

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