Oggetto misterioso dell’ultimo Draft NBA Giannis Antetokounmpo in pochi mesi ha conquistato un posto nel quintetto titolare dei Milwaukee Bucks stupendo praticamente tutti gli addetti ai lavori. La storia del più giovane esordiente (18 anni al momento del draft) dell’attuale stagione è abbastanza particolare visto che il ragazzo si trasferisce dalla Nigeria alla Grecia nel 1992 con la propria famiglia vivendo per vent’anni da clandestino, tra povertà e razzismo. Giannis oltre a lavori saltuari come tuttofare e babysitter aiuta i genitori Charles e Veronica nella vendita di orologi, borse e occhiali da sole per strada e a dar loro una mano come “vu cumprà” c’era anche il fratello maggiore Thanasis, oggi in D-League a Delaware. Antetokounmpo ricorda il proprio passato in maniera orgogliosa soprattutto per il numero elevato di sacrifici che lui e la propria famiglia hanno dovuto fare per avere una vita normale, con la perenne paura di essere fermati dalla polizia perché sprovvisti di un regolare permesso di soggiorno.
L’occasione per lasciare questa vita difficile arriva dal basket con il Filathlitikos (A2 greca) che nota i fratelli Adetokunbo (cognome originale) e da a Giannis la possibilità di esprimere il proprio talento. Nella scorsa stagione infatti il ragazzo in 19 gare realizza quasi 10 punti a partita ai quali aggiunge 5 rimbalzi, il tutto in poco più di 20 minuti d’impiego. Questi numeri bastano per farlo seguire da molti scout NBA deliziati dalle capacità atletiche del ragazzo alto 208 cm ma capace di giocare tranquillamente da esterno. Giannis prima del draft firma un quadriennale con il Saragozza ma il contratto viene annullato perché i Bucks decidono di sceglierlo con la quindicesima chiamata assoluta.
Fin qui siamo di fronte ad una storia già di per sé complicata per via delle difficoltà che il giocane greco ha dovuto affrontare, ma Giannis arrivato in NBA inizia a lavorare tantissimo per dimostrare a tutti che a dispetto della giovanissima età lui in America è andato per giocare. Il ragazzo fin dalle prime partite ci mette davvero poco a dimostrare il proprio talento tanto che nella quarta gara realizza 11 punti contro i Miami Heat a cui faranno seguito una serie di buone prestazioni che lo porteranno ad entrare nello starting five dei Bucks nella gara del 18 dicembre contro i Knicks (sconfitta con 10 punti per lui), che è il vero crocevia della sua stagione.
Proprio dalla partita contro New York Antetokounmpo è titolare fisso e se prima le sue doppie cifre erano appena 4 e i minuti in campo circa 15, da quel momento la considerazione da parte del suo coach, Larry Drew, e della dirigenza di Milwaukee aumenta sensibilmente, e così i minuti che salgono a quasi 30, le doppie cifre sono 8 in 16 gare e arrivano anche le prime due doppie-doppie contro Nets e Thunder. Al momento il greco viaggia a 7 punti, 4.7 rimbalzi, 1.7 assist e quasi una stoppata.
Le parole di Drew a riguardo:
“Penso che, con la sua dimensione e la sua lunghezza delle braccia, è uno dei pochi giocatori della nostra squadra che può fare determinate cose. E’ certamente uno dei nostri ragazzi più atletici, ma la cosa che mi incuriosisce di più è che si tratta di uno dei pochi giocatori che anche se non segna riesce ad influenzare il gioco con un rimbalzo, una stoppata, un buon passaggio.
All’inizio lo vedevo insicuro, che pensava troppo a cosa doveva fare e dove mettersi in campo, allora ho cercato di dirgli di lasciare che fossero i suoi istinti per questo gioco a guidarlo e ogni volta che scende sul parquet migliora. Ascolta sempre e quando non capisce o non sa cosa fare chiede, e poi immagazzina la spiegazione.”
Siamo di fronte ad un giocatore di soli 19 anni che ha davanti a se margini altissimi di miglioramento e di crescita, la sua altezza (dal giorno del draft è cresciuto un po’ e alcuni esperti dicono che ci sono buone possibilità aumenti ancora) e l’atletismo abbinati all’apertura alare sono un ottimo punto di partenza, anche se c’è molto da migliorare soprattutto al tiro (44.9% dal campo, 29.6% da tre e 72% ai liberi) per farlo diventare un’ala moderna capace di colpire da tutte le posizioni del campo. A sentire gli addetti ai lavori e lo staff tecnico dei Bucks, “The Greek Freak” è uno che non ha paura di affrontare giocatori più forti e blasonati di lui ed è un grande lavoratore; proprio questa dovrà essere la sua arma in più perchè se continuerà ad avere la stessa propensione al lavoro e soprattutto rimarrà coi piedi per terra di sicuro potrà togliersi davvero tantissime soddisfazioni.