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Gieky giù per la scalinata

Da Guglielmomariakley

A fine estate del 1969 Giacomo aveva circa 2 mesi, i miei andarono al mare ad Alassio; me lo ricordo un po’ per le foto e un po’ per gli svariati i racconti che per anni mi perseguitarono nei sogni e nella vita reale e per il fatto che più di una volta mi ritenni responsabile dell’accaduto.

Mia madre aveva avvolto Giacomo nella storica copertina di lana azzurra, (sarebbe diventata assieme a quell’altra azzurra di cotone, la sua copertina personale, esattamente come la copertina di Linus; la mia era quella di lana gialla a maglie grosse) dentro alla carrozzina di tela color blu notte; quelle di qualche decennio fa, con le grandi bianche ruote di gomma piena e i lunghi raggi di metallo.

Avevo sete e so che volevo l’acqua, a due anni non sentivo ragioni e tiravo con insistenza la mano di mia madre per allontanarmi verso una fontana; nell’altra mano, mia madre teneva la carrozzina in bilico sui gradini che stavamo scendendo, per arrivare alla spiaggia. Con un mio strattone, chissà come, mia madre perse la presa del manico della carrozzina che allontanandosi da lei, PTUM PTUM PTUM…rotolò inevitabilmente verso il basso e in pochi silenziosi tragici secondi, come accadde nel film “La corazzata Potemkym” o in “The Untochables” la carrozzina rovinò fino al termine delle scale e rovesciandosi lanciò il tenero carico, dritto dritto nella sabbia, facendo finire la testa di Giacomo inerme, esattamente infilata nella sabbia a mo di struzzo.

Mia zia Lalla….con un gesto felino riuscì a fatica a liberare le vie respiratorie di Giacomino che solo dopo una respirazione bocca a bocca, da cianotico che fu, ricominciò finalmente a respirare.

Questo fu il secondo episodio che vide coinvolta e messa a repentaglio la vita del mio fratello.

Guglielmo


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