Cosa hanno a che fare i raver sballati di droghe sintetiche al rombo martellante della techno music, perduti nell’ultima alba del mondo, con Christiane F. e i ragazzi dello Zoo di Berlino? Cosa fanno i SerT per questi psiconauti senza insight di tossicomania, che sdegnano oppiacei e comunità terapeutiche? Che fa lo psichiatra di guardia in pronto soccorso di fronte a uno scatenato adepto delle piante di Dio? Quanti di questi ragazzi rimangono per sempre prigionieri del viaggio? Sulle tracce lasciate nella seconda metà del Novecento dai grandi Maestri della psicopatologia italiana due psichiatri di frontiera esplorano e descrivono l’emergenza dellafollia chimica, lontana sia dalla follia classica che dalla dipendenza classica. Se ogni epoca sceglie le sue malattie mentali e la sua psichiatria, la post-modernità ci sfida dunque con le psicosi sintetiche. Siamo noi in grado di comprenderle e di curarle? O preferiamo soccombere nell’asfissia metodologica, omologante e disumana dell’attuale psichiatria di superficie?
Gli psichiatri Gilberto Di Petta e Danilo Tittarelli nel loro libro
Le psicosi sintetiche
Il contributo della psicopatologia fenomenologica italiana
alle psicosi indotte da sostanze
permettono una nuova comprensione delle droghe sintetiche e delle psicosi che inducono.
Gilberto Di Petta, Psichiatra (DSM ASL NA 2 NORD), Vice Presidente della Società Italiana per la Psicopatologia Fenomenologica, Redattore capo della rivista Comprendre, Socio fondatore e didatta della Scuola di Psicoterapia Fenomenologico-Dinamica di Firenze. Autore di diversi libri di psicopatologia.
Danilo Tittarelli, Psichiatra e Psicoterapeuta (DDP ASUR Marche AV2), ha scritto alcuni contributi inerenti il rapporto tra fenomenologia e psicoanalisi.
Giovanni Fioriti Editore
Ufficio stampa