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Ginnastica, il corpo libero e…l’importanza della musica/2

Creato il 23 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Dopo il successo della prima puntata (cliccate qui per leggere l’articolo), proseguiamo oggi la nostra indagine sull’importanza della musica al corpo libero femminile. Abbiamo già parlato di alcune americane (le olimpioniche Douglas e Raisman), ma oggi ci soffermeremo ancor più nel dettaglio proprio sugli Stati Uniti.

Partiamo da Jordyn Wieber, la campionessa del Mondo nel concorso generale (nella foto). La diciassettenne non è stata impeccabile ai Giochi Olimpici ed ha mancato clamorosamente l’ingresso alla finale del concorso generale (semplicemente per la regola dei passaporti). La diciassettenne si esibisce sulle note di Wild Dance dei Ruslana, i vincitori dell’Eurosong 2004. Una musica che a tratti ricorda l’Oriente, una ballata velocissima che punta tantissimo sulla potenza e sull’agilità della ginnasta. Trombe e percussioni sono proprio quello che serve a lei, giuste per sfruttare reattività e forza, sue principali caratteristiche insieme a una grande dinamicità ed espressività. A sprazzi sembra di udire accenni di “torero” e in questi frangenti esprime tutta la propria sensualità. Solo l’ultima diagonale non ci azzecca praticamente niente, ma lì si deve impressionare la giuria con una serie acrobatica di livello.

Cliccate qui per vedere il suo esercizio ai recentissimi Galà firmati Kellog’s che non sembrano aver portato troppa fortuna al magico quintetto, oro a Londra.

Rimaniamo nel Team a Stelle e Strisce per parlare di un mito. Di un’icona dell’artistica d’oltreoceano nel nuovo millennio. Semplicemente Nastia Liukin, la campionessa olimpica di Pechino 2008. Ci ha provato a ritornare nel 2012 songnando un’incredibile qualificazione a Londra, ma non ci riuscì e lasciò l’artistica tra gli applausi di 18mila connazionali. Sulle note della Tosca Fantasy di Edvin Marton tocca letteralmente le corde della grazia. È molto drammatica e intensa, segue un crescendo di violini strappalacrime che raggiunge l’apice intorno a metà traccia, proprio quando la ginnasta inizia ad esibirsi nella parte artistica. Se lo porta poi anche in chiusura, quando il ritmo incalzante (ma di certo non allegro) la insegue senza mai andarla a prendere. Con un su e giù sempre più rapido che le calza a pennello. Potete ascoltarla cliccando qui (e guardare un montaggio sugli allenamenti della Liukin).

In precedenza, invece, si esibiva sulla Variations on Dark Eyes che le regalò il titolo a cinque cerchi.. Si avvicina più a un valzer, i violini erano presenti ma non in così ampia misura e meno incisivi dell’ultima versione. Una vera e propria danza, non esplosiva, armonica e pacata condotta sulle linee dell’eleganza. Cliccate qui per ammirare quel magico esercizio.

C’è una sua compagna di team con cui ha sempre avuto una (positiva) competizione. Per bellezza, per carisma, per abilità. A Pechino fu argento al corpo libero, l’anno prima campionessa del Mondo (di specialità) a Stoccarda. Shawn Johnson, dopo un infortunio patito sugli sci, ha provato a rientrare nel 2012 cercando un’insperata qualificazione a cinque cerchi. Il ginocchio, però, non era quello di sempre ed è stata costretta ad alzare bandiera bianca. Il suo comeback si muoveva sulle note di Pa’ Bailar di Bajofondo, tempo cadenzato che aiuta moltissimo a non perdersi in pedana e che permette di esibirsi con tranquillità. Suoni bassi, qualche piatto iniziale, non ha mai una discontinuità, ma ha il pregio di situarsi in quel limbo tra “musica scatenata” e “musica drammatica” che consente di inventarsi parecchio e che, senza pacchianerie, coinvolge emotivamente il pubblico. Cliccate qui per sentire.

Totalmente diversa rispetto a quella che in Cina le consentì di salire sul podio olimpico. In quell’occasione c’era un crescendo costante per arrivare a uno stallo in cui violini suonati velocemente davano quel tocco di grinta che contraddistingueva la sua potenza e sensualità. Cliccate qui per sentirla.

Il premio per la scelta migliore spetta però ad Alicia Sacramone, campionessa del Mondo al corpo libero a Melbourne 2005 e argento a Stoccarda 2007 (sebbene la sua specialità prediletta fosse il volteggio). La ginnasta americana più medagliata della storia è rimasta clamorosamente a casa da Londra e si è congedata con la sua proverbiale pacatezza. Quella che non possiede sul tappetone. La 300 Violin Orchestra di Jorge Quintero la scatena letteralmente. La musicalità e la dolcezza di trecento violini le cui corde vibrano all’unisono, pompose, celebrative. Ma è un mix di bassi, di percussioni, con anche dei fiati. Un insieme che regala una drammaturgia perfetta che dà il senso della grande impresa. Un vocalizzo centrale per sterzare la base e ritornare aggressiva nella parte conclusiva, quella che spesso decide il punteggio. Senza inventarsi cafonerie è riuscita nell’impresa di far partecipare tutto il pubblico. L’esercizio è un frutto del 2011, anno in cui raggiunse un corpo libero importante al proprio repertorio.

Cliccate qui per ammirarla al Visa Championship 2011 (il campionato nazionale).

Altre due Fierce Five non avranno nel libero il loro punto forte ma Kyla Ross e McKayla Maroney hanno fatto due scelte molto interessanti: la sedicenne hawaiana ha optato per il Fantasma dell’Opera, con quell’alone di misteriosità che fa sempre scena (qui per guardarla); la diciassettenne di Long Beach ha deciso per Yemmo di Samuel Yervinyan (qui per guardarla).

Aspettate Afanasieva e le altre russe, dopo l’assaggio con Mustafina e Komova? Iordache e Izbasa, dopo l’antipasto rumeno con la Ponor? Le cinesi? E soprattutto le nostre azzurre, dopo aver parlato di Vanessa? Beh, un po’ di suspense non guasta mai. Alla prossima puntata.

Vuoi provare a praticare ginnastica? Clicca qui per guardare le società che hanno aderito all’iniziativa di Olimpiazzurra.

[email protected]

(un grosso grazie a Francesca Zampini, preziosissima per la sua consulenza musicale)

OA | Stefano Villa

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