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Giocare a pallone senza stress, ecco il Sant'Eusebio Social Football

Creato il 10 marzo 2011 da Ghlucio @ghlucio
Giocare a pallone senza stress, ecco il Sant'Eusebio Social Football
* Cos'è il S.Eusebio Social Football ?
E' un campionato di giocatori di calcio che di domenica in domenica
si sfideranno in squadre sempre diverse perchè saranno sorteggiate ogni volta.
* Scopo
Unire sempre di più le persone delle nostre quattro parrocchie
Mettere insieme giovani e “non più giovani” attraverso il calcio
Avere una occasione per vivere insieme la domenica
Favorire un clima amichevole pur nella serietà della proposta, eliminando dallo sport durezze e cattiverie.
Il torneo permetterà la vittoria del singolo giocatore che avrà totalizzato il maggior numero di punti.
Giocare a calcio improvvisandosi Van Basten, Milito, Maradona o Pelè. A Morosolo si può. Magari non tutti hanno le doti tecniche del Pibe de Oro o lo stacco del Cigno di Utrecht, ma all’oratorio di piazza Giovanni XXIII tutti possono giocare, divertirsi, sfidarsi e provare a vincere. Si tratta del “Social Football”, un’idea innovativa, suggerita da don Norberto Brigatti, parroco della Comunità di Sant’Eusebio che comprende le parrocchie di Luvinate, Barasso, Morosolo e Casciago. In pratica si tratta di iscriversi (10 euro), scegliere il nome di un giocatore professionista (chi si iscrive prima ha la prelazione), andare al campo di gioco ogni domenica alle 17 ed aspettare l’estrazione. Sì, perché non si gioca con una squadra definita, ma ogni domenica si può capitare con il ventenne e fantasioso Pirlo, con il quarantenne un po’ appesantito Marchionni, con il veloce Baresi o con il lentissimo Milito. Un modo per unire e creare un clima di comunità difficilmente rintracciabile sui campi di qualsiasi serie e categoria.
Il Morosolo Social Calcio «La prima volta ho visto quest’esperienza a Legnano, poi l’ho trasportata nella parrocchia di Santa Maria Regina di Busto Arsizio ed ora qui – spiega don Norberto -. È il secondo anno che lo facciamo e i risultati sono positivi. Possono giocare i piccoli e i grandi, senza quel clima competitivo che caratterizza i campionati “ufficiali”: c’è l’estrazione a sorte delle squadre, si può capitare con uno forte o con uno scarso, l’importante è esserci. Anche i litigi sono limitati: se infatti si prende un calcione da un giocatore, il rancore dura poco, perché la domenica dopo può capitare nella tua stessa squadra». Interessante anche il sistema di assegnazione dei punti: li prende il singolo, 3 punti se si vince, 1 se si perde, 0 se si è assenti. Non solo: ci sono anche le domande alle quali rispondere sul sito che danno punti e una classifica a parte per i goleador: «Il bello è che non è detto che vinca il più forte: se una schiappa gioca sempre ed è fortunato nelle estrazioni può arrivare alla fine e vincere», aggiunge don Norberto.
Il clima è competitivo, ma sereno e corretto. Ogni domenica si fa un torneo all'italiana e, a seconda della classifica finale, vengono assegnati i punti ad ogni singolo giocatore. Ognuno come detto ha un nome d'arte scelto tra i giocatori veri: in campo non ci si chiama con i nomi veri, ma con quelli scelti per il torneo e non di rado si sentono «uè Beckham» oppure «passala Ronny» o ancora «giocala larga Becca». Il gruppo è diviso in due grossi tronconi, gli over 35 e gli under 25. I primi si ispirano a giocatori un po' vintage (Paolo Rossi, Torricelli, Beccalossi, Cantonà) e portano esperienza e peso generalmente in difesa, i secondi (tanti under 16, ci si può iscrivere se nati dal 1996 in poi) corrono come dannati avanti e indietro e hanno scelto i nomi degli idoli attuali. Dopo sette giornate in testa c’è Rooney (Alessandro Anselmi), seguito da Del Piero (Mattia Martinazzoli) e Messi (Alessio Bellintani), Miccoli (Mathieu Di Maio), Gascoigne (Leonardo Longobucco) e Kakà (Anton Ballerio), mentre il capocannoniere è Crouch (Andrea Tenti). In tutto giocano in 43, tutti pronti con tute, calzoncini, magliette e felpe a giocare e sfidarsi all’ultimo gol. Tra gli over c’è anche Marco Van Basten, al secolo don Marco Prandoni, parroco di Casciago, ma solo nelle domeniche in cui non gli tocca la messa vespertina. Don Norberto invece non gioca e si limita a guardare: «Non ho più l’età, superati i 50 è meglio stare a bordo campo – commenta -. Una volta giocavo anche io, adesso è tardi».
Alla fine del torneo sono previsti dei premi, in particolare per il vincitore e per il capocannoniere la maglia originale del suo giocatore, poi sono previsti riconoscimenti vari al miglior giovane al vincitore della classifica Mvp di giornata, al miglior prete ed altri ancora. Lo scorso anno vinse Giovinco (anche capocannoniere davanti a Roberto Mancini), 2º Messi, 3º Del Piero e Pirlo. Quest’anno vinca il migliore, o il più fortunato.
da Varesenews

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