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Giochi e scommesse, in arrivo la “tassa sulla fortuna”. Prelievi fiscali del 6% sulle vincite superiori a 500 euro. Ma sarebbe poi così difficile raggirarla?

Creato il 14 novembre 2011 da Lupoantonio

Giochi e scommesse, in arrivo la “tassa sulla fortuna”. Prelievi fiscali del 6% sulle vincite superiori a 500 euro. Ma sarebbe poi così difficile raggirarla?Nonostante la pressione fiscale continui ad essere altissima, il Governo sembra in procinto di attivare un nuovo tipo di tassa, la cosiddetta “tassa sulla fortuna”.
In che cosa consiste questo ennesimo prelievo fiscale? In sostanza, si vogliono tassare le vincite di diversi giochi promossi dai monopoli, tra cui rientrano le classiche scommesse sportive ed ippiche, il superenalotto, il gratta e vinci, oltre che il poker online e quant’altro, quelli cioè a cui oramai si dedicano, in maniera più o meno saltuaria, un’alta percentuale di persone.
La “tassa sulla fortuna”, che dovrebbe entrare in vigore

nel 2012, prevede che su tutte le vincite superiori a 500 euro venga applicata una tassa del 6%.
Con le scommesse sportive, quelle che si possono fare in un qualsiasi centro scommesse, nelle ricevitorie, in vari punti gioco in possesso di autorizzazione, oltre che sui tantissimi siti web appositi, si possono vincere cifre di ogni genere; nella grande maggioranza dei casi, comunque, gli scommettitori giocano per vincere cifre superiori ai 500 euro, dunque sarebbero tassate la grande maggioranza delle vincite, con la sola esclusione di quelle meno rilevanti.

Le considerazioni che mi vengono da fare sono due: il settore scommesse è ormai una delle prime fonti di introito per il Ministero delle Finanze, una vera e propria fortuna per l’erario che ogni anno incassa fior di miliardi da questo fenomeno che, peraltro, continua ad essere in netta crescita (negli ultimi anni, il gioco in Italia è cresciuto addirittura del 500%). Questo desiderio dello Stato di fare ulteriormente fruttare questa realtà potrebbe tornare a danno dello stesso erario: se i giocatori non accettassero questa tassa al punto da ridurre, o eliminare completamente questo hobby, non ne risentirebbero forse anche le casse del Ministero?
L’altro interrogativo è questo: sarebbe così difficile aggirare questa tassa? Sembrerebbe proprio di no, dal momento che i giocatori potrebbero frazionare le scommesse in modo da evitare di vedersi ridurre la vincita: se ad esempio una persona gioca una scommessa del costo di 10 euro per vincere 600 euro, alla luce della nuova tassa potrà tranquillamente scomporla in due giocate da 5 euro per 300 euro di vincita l’una.

Già oggi vigono diverse normative nel settore scommesse, le quali tuttavia possono essere agevolmente aggirate: la vincita massima per una singola scommessa è di 10.000 euro, ma nulla vieta ad una persona di giocarne altre identiche presso un altro centro scommesse o presso un altro sito web. Allo stesso modo ci sono degli obblighi per quanto riguarda l’antiriciclaggio che scattano al superamento di un certo importo di vincita o di puntata, ma il giocatore, con il sistema già descritto, può scomporre liberamente la sua scommessa.
Sicuri, dunque, che questa nuova tassa sia praticabile?

Written by Riccardo G.


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