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Giochi per Natale: attenzione alle discriminazioni di genere

Da Jessi

Il blog Un altro genere di comunicazione si impegna per questo Natale a denunciare esempi di discriminazione nei giochi per bambini e bambine (#Ladiscriminazionenonèungioco). Sul tema, segnalo un esempio trovato in rete in questi ultimi giorni.

Stavo cercando dei costumi per il gioco di ruolo: riusciamo a fare tante cose con gli oggetti di casa, ma mi piaceva vedere se c’erano in giro proposte interessanti.

Quello che ho trovato su un sito (a cui comunicherò questo intervento) è stato il più classico degli stereotipi: per lui, valigetta da medico e abito da dottore; per lei, abito e accessori da infermiera. Si potrebbe pensare che ‘medico’ sia una parola neutra, valida sia per maschio che per femmina (abbiamo dati che dicono il contrario, raccolti in una tesi di laurea), ma l’immagine dei bambini nell’ospedale pop up rivela l’associazione tra i due mestieri e i due sessi.

Quanto accade per il medico, accade anche per il veterinario, che è solo al maschile.

la discriminazione non è un gioco

La discriminazione non è un gioco

Come si potrebbe fare? Mi piace pensare che queste associazioni siano fatte inconsapevolmente, anche se come riflesso, è ovvio, non dei numeri reali (anche se alcuni dati ci dicono quanto sia difficile per le donne questa scelta), ma della mentalità più diffusa. E se sono associazioni fatte inconsapevolmente, parlarne può aiutare a rompere tabù e schemi vecchi.

Una proposta per cambiare è molto semplice: si può aggiungere un costume per infermiere e uno per veterinaria (che la lingua li permette senza sforzi) e aggiungere medici donne che indossano lo stesso costume del bambino. Oppure, visto che accade tutti i giorni, proporre lo stesso costume per entrambi, bambini e bambine e mettere entrambi in evidenza con l’immagine: l’immagine visiva può aiutarci ad arricchire il significato delle parole. Immagini e parole ci aiutano a proporre un gioco che porta avanti un pensiero profondamente creativo, in cui ognuno gioca ad essere quello che vuole, un #giocoliberatutti.

In questo esempio, invece, è evidente secondo me anche un diritto ‘mancato’ per le bambine (e, complementarmente, per i bambini): il diritto ad essere un capo, ad assumere ruoli professionali diversi da quelli tradizionali.

Link

Il Manifesto: La discriminazione non è un gioco

Regali di Natale creativi per bambini

Leadership al femminile (il blog)

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