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Giornalisti freelance: la creatività non va d’accordo col posto fisso

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

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La professione del giornalista è una di quelle a cui il titolo di freelance precede abbastanza frequentemente. Questo significa che è abbastanza comune pensare al giornalista come ad un individuo che lavora tramite questo status.
Chiaramente non tutti coloro che praticano questa professione sono liberi professionisti, ma molti decidono di ricorrere all’uso della partita IVA per il proprio lavoro. Le ragioni possono essere strettamente personali, e vanno al di là del fatto che farsi contrattualizzare da una redazione sia più o meno difficile.

Generi diversi di giornalisti freelance

Il giornalista freelance è anche associato alla scelta di essere dei professionisti del settore: per scrivere su determinati siti web in qualità appunto di freelance non è necessario essere iscritti all’albo o a qualsiasi associazione statale, non è necessaria l’esperienza né il curriculum, a volte neanche la laurea: insomma tutto l’excursus necessario ad intraprendere questa carriera diventa opzionale. Questo vale per i siti di argomenti specializzati, come quelli che trattano di musica, di cinema o di libri. Qui ci scrivono tutti coloro che prendono la penna in mano semplicemente per diletto, e che magari hanno desiderio di produrre pezzi esclusivamente riguardo argomenti di loro interesse: si pensi ai collaboratori di riviste e fanzine musicali, dove oltre sicuramente ad un buona padronanza della grammatica, è la passione per l’andare ai concerti e per conoscere dischi di nuovi talenti la molla che fa prendere in mano la penna. Basti pensare anche al fenomeno dei travel blogger, cioè di quelle persone che fanno storytelling mentre stanno facendo un viaggio in un determinato luogo, guadagnando tramite la visibilità data ad enti turistici (vendita banner, spazi pubblicitari, progetti di comunicazione con enti del turismo…).
Al di là di questo ci sono invece diversi giornalisti professionisti, che dopo anni passati ad un desk in una redazione, hanno abbandonato il posto fisso per costruirsi una carriera come freelancer: in questo caso giocano molto a favore i propri contatti costruiti durante gli anni di impiego e la notorietà che si è riusciti ad ottenere. A tutti gli effetti il numero di conoscenze ed una solida carriera alle spalle aiutano molto questo tipo di lavoro, molto più di chi è alle prime armi che può trovarsi spiazzato di fronte ad uno scenario decisamente ignoto.

Non sacrificare la creatività a vantaggio dello stipendio mensile

Professione sicuramente affascinante, il giornalista freelance è dunque un lavoratore sprovvisto di un impiego fisso in redazione e che scrive pezzi per più testate. Ci sono giornalisti che hanno collaborazioni continuative con più di un media (giornali, radio, televisioni, siti web…), altri che invece fondano la loro carriera cercando le notizie, scrivendo l’articolo e proponendolo direttamente ai media che gli interessano.
Anche se spesso questo tipo di professione viene presentata come un impiego senza certezze, innumerevoli persone hanno investito il loro talento in quest’attività, facendosi conoscere ed ottenendo ottimi risultati. Non c’è da stupirsi, ciò di cui stiamo parlando rappresenta la posta in gioco di molti lavori creativi, dove il traguardo (il successo, ma a volte semplicemente la possibilità di vivere con la propria arte) può essere raggiunto solo con l’impegno, il talento e l’amore verso la propria professione.

«Il giornalismo è un’attività che mal si concilia con la routine ed i ritmi di un ufficio; il redattore ordinario finisce, inevitabilmente, per sacrificare gran parte della creatività a vantaggio dello stipendio mensile».

Così ci descrive questa professione Massimiliano Sfregola, freelancer e blogger italiano che vive ad Amsterdam. Massimiliano ha scritto storie per testate italiane come il Manifesto, Liberazione, Carta, Left, Terra ed il Fatto Quotidiano. Ora assieme ad un team di freelancers ha fondato in Olanda un webmagazine in lingua italiana, 31mag.nl in questo momento ancora in fase Start Up.

«Il freelancer, da questo punto di vista, ha la possibilità di lavorare meglio alla propria identità professionale, specializzandosi in uno o più settori. Indipendentemente dalla situazione generale del mercato del lavoro, un giornalista freelance offre ad una testata quella specializzazione che il redattore interno, spesso non ha: precarietà in cambio di libertà e personalizzazione del percorso professionale».

Secondo Massimiliano addirittura l’attitudine creativa di molti freelancers li porta a sperimentare nuove strade, come l’audiovisivo ad esempio; ciò fa riflettere se si pensa che la gerarchia interna di una redazione classica, favorisce invece la separazione rigida dei ruoli. La sua opinione è che un freelancer è più adattabile, ha più competenze (è anche sul lungo termine più economico per una testata) e in generale ha un rapporto di amore/odio con il desk. Amore, perché la sicurezza dello stipendio a fine mese fa sentire più sicuri, odio perché lavorare ai propri ritmi non ha secondo lui alcun prezzo.

L’avvento di internet

Una delle prime cose che insegnano nei corsi di laurea di comunicazione è che un media non sostituirà mai un’altro media, ma si aggiungerà ad esso: la televisione non ha sostituito il cinema, così si può dire della carta stampata che non è stata certamente sostituita dall’internet, anche se spesso accusato del suo stato di crisi. Sicuramente ci sarà sempre gente che trova più rilassante sfogliare un giornale in un treno o nella sala d’attesa di uno studio medico, piuttosto che portarsi dietro il proprio laptop, aspettare che si accenda per poi andare a ricercare il sito di una testata. Al di là di questo, l’internet, dal punto di vista dei giornalisti, ha rappresentato un nuovo traguardo: i giornalisti si sono riciclati sull’etere molto velocemente e l’uso della mail, delle chat, di Skype come l’accesso più facile ai dati, ha favorito alla grande il mondo dei freelancers.
Le piattaforme per l’incontro tra datori di lavoro e lavoratori freelance, come twago, sono un punto a favore di questa tesi: oggi chi decide di mettersi in proprio può contare sull’uso di questi mezzi per una riuscita più veloce nella ricerca dei progetti. Giornalisti compresi chiaramente.

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