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Giornata nera

Da Maurizio Lorenzi

Ci sono giorni in cui le sensazioni sono strane. Così, all’improvviso, dopo l’ora di pranzo tutto si rabbuia intorno a te.

Scendi in garage e prendi la bicicletta, per fare un giro. Un ottimo modo per combattere il caldo e distendere i nervi. Ma la catena non gira ed il cambio è fuori sede. Al diavolo!

Di corsa dal ciclista, urgono cure mediche alla bike. Per fortuna è aperto e quindi si rimette in sesto il malato.

Poi, via, si parte. Percordo nella pianura. Un esordio assoluto, quasi stagionale. Ma ecco che a mezza via, l’infausto evento. Fermi ad ammirare un panello segnalatore, ecco il “ppssssssss” di sinistra provenienza. La gomma forata si affloscia.

Si passa con il cambio della camera d’aria (dopo anni di mancanza di pratica) quindi sembratutto ok ma la pompa non fa il suo dovere ed il pneumatico resta sgonfio. Nel frattempo un tafano compie il suo dovere e mi pizzica sullo stinco. Benvenuto, amico mio, cibati pure di me.

Proseguiamo a piedi e raggiunto il primo centro abitato, otteniamo l’ausilio di gentili passeggiatori che ci conducono da un amico ciclista e suonano per nostro conto il campanello. In pochi secondi, la gentilezza rincuora la mia gomma e siamo pronti a ripartire.

Adesso si è fatto buio e la strada è di nuovo lunga. Stingere i denti nella campagna illuminata dalla luna, privi di luce di segnalazione.

Alla fine il traguardo, la doccia e le gambe dure. Ma siamo arrivati! Alè…

Più tardi ancora una telefonata che sottolinea una dimenticanza, involontaria, ma abbastanza grave. Incolpevole ma di fatto rabbuiato riaggancio.

Osservo il cielo. Buio. Come la seconda parte della giornata.

Giornata nera.

   MaLo 


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