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Giovani Talenti Italiani del 2011

Creato il 05 gennaio 2011 da Fugadeitalenti

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Come sarà l’Italia del 2011? Verrebbe da dire: speriamo tutto, tranne ciò che è stata fino al 2010…

Peraltro ben fotografata da un recente articolo di Salvatore Bragantini sul “Corriere della Sera”: “Diciamo sempre viva il merito e la competenza, largo ai giovani. E mi raccomando il rispetto delle regole, non guardiamo in faccia a nessuno. I nostri ragazzi, infatti, sono dietro le sbarre di un precariato dal quale non emergeranno i migliori, ma quelli dalla spina dorsale più flessuosa. Abbiamo un sistema finanziario in mano a degnissime pesone che hanno passato i tre quarti di secolo. E non è affatto detto che i giovani siano i migliori. L’Agenzia Nucleare è presieduta da un grande clinico ultraottantenne che nulla sa del tema, però è laureato honoris causa in Fisica. La più grande compagnia assicurativa, invece, da un anziano power broker, come lo definiscono i cattivi anglosassoni, ignaro del settore che tuttavia sta studiando. Per finire, il Paese è ostaggio da quasi vent’anni di chi ha fatto di una nuova sprezzatura la cifra personale: lo sprezzo delle regole, prima come piedistallo dell’ascesa imprenditoriale, poi dell’avventura politica solipsistica e senza sbocchi, nella quale ci trascina. Ci attendono prove dure, in Italia e nel mondo, e la vista lunga di Tommaso Padoa Schioppa mancherà a chi le vivrà“.

Secondo Marco Revelli, docente di politologia e autore del libro “Poveri noi”, dal 1998 l’Italia ha perso 18 punti nella classifica europea del PIL. Nel 2009 quasi 8 milioni di persone vivevano in condizioni di povertà relativa: i poveri in assoluto superano i tre milioni. Il livello delle retribuzioni italiane è al ventitreesimo posto su trenta Paesi presi in esame. Lo spostamento della ricchezza prodotta, dai salari ai profitti, ha toccato in Italia otto punti percentuali sul Pil, 120 miliardi di euro passati dai “deboli” ai “forti”. Però…

Quale Italia sarà, nel 2011? Per l’ultimo scorcio del 2010, Unioncamere (la stessa che ha stimato nell’85% le offerte di lavoro “nascoste” sul totale), lasciava intravedere un briciolo di speranza: nonostante le sole 94mila assunzioni previste, contro le 158mila uscite dal mercato del lavoro (saldo netto negativo occupazionale di 64mila unità nel quatro trimestre), il 15% dei nuovi contratti sarebbe spettato ai laureati, un altro 46% ai diplomati. Per questo Unioncamere stimava un bilancio di fine anno in crescita, per le professioni più qualificate. Soprattutto nei settori chimico, farmaceutico, informatica, Tlc, servizi finanziari, ecc.. Sempre che qualcuno si sia ricordato di pubblicizzare adeguatamente queste offerte di lavoro, evitando di distribuirle -come prebende- ai soliti “ben informati”…

La vera sfida per i giovani italiani, come ben sottolinea Irene Tinagli, sarà quella di “imparare non solo ad adeguarsi al cambiamento, ma a guidarlo, plasmarlo e girarlo a vantaggio della società“. Sempre che sarà loro consentito di farlo, da questa classe di gerontocrati al potere, aggrappati come piattole alla plancia di comando. Quel che è peggio, pronti a sfornare “successori-cloni di sé stessi”, troppo rivolti al passato -seppur più giovani anagraficamente- per trasformarsi in fattori di cambiamento. Cooptati e raccomandati sono spesso peggiori di chi li ha preceduti. Prima nell’obbedienza, poi nell’insolenza.

Ma voglio sperare, con Irene Tinagli, che emerga questa nuova classe dirigente. “Diamo risposte a una generazione inascoltata“, chiedeva il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso di un’intervista con “La Stampa”, poco prima di Natale. Napolitano ha ben compreso che le proteste contro la legge di riforma dell’università non volevano prendere di mira unicamente il ddl stesso. “Ma il problema di una generazione”…

2011: anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Alessandro Rosina, in un articolo per “La Repubblica degli Stagisti”, faceva notare come il riconoscimento di “uomo dell’anno 2010″ della rivista “Time” sia andato a Mark Zuckerberg, creatore di Facebook. Solo 26 anni: il più giovane, dal 1945, ad aver conquistato l’ambita copertina di fine anno. “Ma ciò accade soprattutto dove ai nativi digitali vengono dati effettivamente spazio e mezzi per esprimere il proprio talento. Dove conta più chi ha i numeri, che la forza della famiglia di origine alle spalle. Dove si investe molto in sviluppo e ricerca, stimolando quei settori dove lo spirito innovativo e creativo dei giovani può essere al meglio valorizzato. Nel nostro Paese questo non avviene. Noi preferiamo più sfruttare che valorizzare i nostri giovani. Siamo un Paese che, anziché crescere mettendo a frutto le potenzialità delle nuove generazioni, le sta forzando a rivedere al ribasso le proprie ambizioni e aspettative, per adeguarle ad un sistema rassegnato al declino. [...] Senza uno shock generazionale rischiamo di diventare un Paese vecchio dentro, rassegnato e sfiduciato, dove essere giovani continuerà a significare “immaturi”, anziché “avanguardie del nuovo”“, conclude Rosina.

La vera speranza è che -nel 2011 che si apre- comincino a rientrare anche forze fresche dall’estero: giovani che hanno costruito la propria formazione in Paesi meritocratici. Giovani pronti a tornare, per cambiare le regole, ringiovanire il Paese e azzerare una classe dirigente vecchia, arraffona e corrotta. A questo link potete trovare una nota tecnica della neonata legge Controesodo, attraverso la quale potrete rientrare con notevoli benefici fiscali. Tornate, se potete. E aiutateci a rendere l’Italia un Paese “normale”. Sarebbe il miglior modo per festeggiare assieme i 150 anni di Unità.

Buon 2011!

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