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Giru di Luna fu lu Regnu tò: la Rivoluzione di Camilleri

Creato il 31 luglio 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Silvia Vantaggiato 31 luglio 2013Giru di Luna fu lu Regnu tò: la Rivoluzione di Camilleri

Nel 1677 dopo la morte del viceré spagnolo don Angel de Guzmán il governo della Sicilia per ventisette giorni fu retto da una donna. La maggior parte della storiografia tace su questo episodio tuttavia qualche cronista ricorda che l’atto testamentario di don Angel affidava la successione alla vedova donna Eleonora di Mora, caso unico di viceré pro-tempore nella storia, deludendo le aspettative dell’arcivescovo di Palermo che mirava alla carica. Partendo dalle poche righe concesse dai documenti ufficiali, Andrea Camilleri ha costruito con La rivoluzione della luna (Sellerio) un romanzo avvincente ed entusiasmante arricchendo la verità con il consueto spirito irriverente e burlesco che contraddistingue lo scrittore siciliano e che gli consente anche qualche libertà sulla cronologia storica. Donna Eleonora prese le redini del governo conquistando in breve tempo la stima e l’affetto del popolo e incutendo timore ai nobili corrotti e ai cattivi amministratori. I lettori appassionati alle avventure del commissario Montalbano non saranno delusi da questo romanzo: anche quando Camilleri si rivolge ad argomenti storici ne trae una lettura straordinaria ed emozionante. Magro come un fuscello, il viceré don Angel dopo l’arrivo della moglie ingrassa talmente tanto da morire soffocato dal suo stesso corpo durante una delle consuete sedute del mercoledì del Sacro Regio Consiglio. I malfidati consiglieri fingono che non sia morto, approfittando della mancanza dell’autorità per varare provvedimenti a proprio favore o per agevolare amici e conoscenti. Ma questa baldanzosa libertà è destinata a durare poco: appena Eleonora prende le redini del governo della città cambia tutto. Eppure la simpatia del popolo non è stata immediata: «la maggior parti della genti non ci criditti, si fici pirsuasa che fusse ‘no sgherzo. Non era cosa concepibili che ‘na fimmina potissi mittirsi a governari la Sicilia». Soprattutto in un momento di crisi così difficile quando la carestia, la siccità e la peste avevano martoriato le campagne, «ed erano ancora tutte prisenti, e forsi aumentate, ‘ste conseguenzie, al momento della morti di don Angel. E quindi, se non era stato capace d’arrisolvirle un omo, di certo non ‘nni sarebbi stata capaci ‘na fimmina». Come è consuetudine, Camilleri, nei suoi romanzi, allestisce una commedia umana composta da personaggi eccentrici, malvagi, stupidi, affabulatori e spesso grottescamente divertenti ma anche esempi positivi di giustizia e clemenza.

Giru di Luna fu lu Regnu tò: la Rivoluzione di Camilleri

In questo romanzo il lettore rimbalza da una vicenda all’altra che vede protagonista ora uno ora l’altro consigliere fino a palesare la corruzione e la debolezza di quasi tutti gli uomini al centro della scena politica. Come nell’episodio di don Alterio stregato da Celestina simbolo di una turpe avventura che svela gli sfruttamenti delle povere orfane ricoverate presso la “Pia Opira delle vergini pericolanti”: una realtà triste e intricata, tenuta a lungo nascosta e regolata da scambi politici e sessuali. La debolezza e la tenerezza di un amore senile che istupidisce don Alterio gli dà, anche, il coraggio di sollevare il velo da soprusi antichi e meccanismi che caratterizzano anche la forza e l’autorità del vescovo Turro Mendoza, anch’egli destinato ad una drammatica decadenza. Infatti, alla fine del romanzo, egli si rivela protagonista di una storia vergognosa fatta di prepotenze e stratagemmi che lungi dal testimoniare la sua integrità morale rivelano una personalità meschina e assetata di potere. Il governo di Eleonora svela tutti i meccanismi che avviliscono il potere politico e religioso e con inquietante contemporaneità il lettore riconosce in questo racconto mezzo reale e mezzo inventato temi, fatti e personaggi del suo tempo. In quest’umanità vile e corrotta spicca la protagonista per la sua altera bellezza che rispecchia la nobiltà del suo animo e della sua condotta politica. Amata dal popolo per la sua bontà e la sua magnanimità e cantata dai languidi versi di «Peppi Gangitano, poeta di taverna e di strada» che inaugura la metafora della luna per descrivere questa insolita fase della storia siciliana.

Giru di Luna fu lu Regnu tò: la Rivoluzione di Camilleri

Andrea Camilleri costruisce sapientemente la figura di questa donna e alla straordinarietà del suo impegno pubblico fa corrispondere una storia d’amore delicata e vissuta con riservatezza e pudore. L’amore casto tra Eleonora e il medico di corte don Serafino, timido e impacciato ma sempre fedele, percorre tutta la narrazione. Lo scrittore immagina un sentimento tenero, quasi adolescenziale, fatto di languidi sussurri, rossori di imbarazzo e pudore, parole non dette e verità tacitamente comprese e che dopo tutto sopravvive alle vicissitudini politiche e alla fine di un regno. Tutta la multiforme fantasia di Camilleri attraversa queste pagine originali persino nella scelta linguistica, realista e ironica, di mescolare italiano, siciliano e spagnolo. La narrazione è condita con ironia, alacrità di spirito, amarezza, serietà per raccontare una storia amara e radiosa. Il tempo del corso della luna è la misura del tempo bastato a donna Eleonora per fare una rivoluzione che ha scosso una terra riarsa dal sole e martoriata dai soprusi ed è la stessa rivoluzione che il lettore desidera scorgendo in questa vicenda antica i tratti ancestrali della violenza e della sopraffazione e vedendo nella donna protagonista un barlume di speranza, abbagliato dall’illusione di un cambiamento possibile. Questo romanzo, che l’autore dedica alla moglie, descrive anche la parabola rosa di una donna che pur piegando l’autorità maschile è costretta a soccombere alle leggi degli uomini. Eleonora torna in patria perché la Spagna cattolica non poteva inimicarsi il Papa affidando il viceregno che comprendeva anche la missione di Legato nato del Papa ad una donna. Tuttavia Eleonora rappresenta il coraggio e la fermezza di rovesciare il potere tradizionale rappresentato dagli uomini e il tentativo di aprire uno spiraglio nella consuetudine degli eventi.

Giru di Luna fu lu Regnu tò: la Rivoluzione di Camilleri

     

     

     


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