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giugno e luglio 1960 "...eccoli accanto alla nostra bandiera: sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco,..."

Creato il 29 giugno 2013 da Asinistra
Parlando del 30 giugno 1960

…ho scolpito nella memoria in quei giorni di fine luglio i cantieri edili deserti e, ragazzotti con le magliette a strisce che approfittavano di quel deserto per intrufolarsi e tagliare metri di tondino di ferro per avere qualcosa da utilizzare come proiettili per le loro fionde. Genova Antifascista esce vittoriosa da quelle giornate, ribadendo la combattività e la compostezza di quel movimento, esattamente come 15 anni prima, si ripulì del ciarpame e mostrò fiera i suoi figli migliori, pronti a sacrifici pur di garantire libertà e democrazia. Purtroppo i servi dello Stato dovevano sfogare la frustrazione di quella sconfitta, e pochi giorni dopo, a Reggio Emilia il 7 luglio 1960 e in altre parti d’Italia dove l’opposizione al governo Tambroni si manifestava pubblicamente, non esitarono a colpire in modo vigliacco braccianti e operai che si stavano riunendo pacificamente sotto le insegne della CGIL e delle organizzazioni partigiane uscite dalla Resistenza. Sotto i colpi di arma da fuoco della polizia di Tambroni restarono 11 manifestanti.  A Licata il 5 luglio cadde Vincenzo Napoli di 24 anni . A Reggio Emilia , fu un agguato premeditato che causò la morte sotto le pallottole dello Stato di Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli; tutti operai e comunisti. A Palermo nei giorni successivi caddero uccisi dalla polizia Francesco Vella, Andrea Gangitano, Giuseppe Malleo, Rosa La Barbera. A Catania, massacrato dalle manganellate perì Salvatore Novembre. Naturalmente se lo Stato non è ancora oggi in grado di giudicare se stesso, come dimostra la sentenza Cucchi, o ha serie difficoltà ad accertare e rispondere adeguatamente a responsabilità personali come si evince dai casi Diaz o Aldrovandi, negli anni 60 e in quelli successivi la magistratura si distinse per non accertare alcuna responsabilità, anche quando ci furono testimonianze precise che indicavano gli sparatori. Loris
Un protagonista politico delle giornate di Genova fu il sempre più compianto Presidente della Repubblica Sandro Pertini che il 28 giugno del 60 a Genova, in Piazza della Vittoria pronunciò un comizio che chiamava a raccolta il popolo operaio e antifascista genovese .
"Gente del popolo, partigiani e lavoratori, genovesi di tutte le classi sociali. Le autorità romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di antifascismo. Ma non fa bisogno che quelle autorità si affannino molto: ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera: sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della casa dello Studente che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori. Nella loro memoria, sospinta dallo spirito dei partigiani e dei patrioti, la folla genovese è scesa nuovamente in piazza per ripetere "no" al fascismo, per democraticamente respingere, come ne ha diritto, la provocazione e l'offesa.......leggi tutto>>"



**** In occasione del cinquantesimo dei fatti del 30 giugno, la Rai mise in onda il film documentario di Mimmo Calopresti "I Ribelli". Questo blog linkò immediatamente il file che era nell'archivio Rai in quanto è un documento di indubbia qualità sulla storia di quei giorni con autorevoli testimonianze. Dopo pochissimo tempo però il file veniva rimosso dagli archivi Rai . Che la soppressione di questo documentario , in epoca berlusconiana non abbia implicazioni politiche, è difficile da digerire.
Aiutato da compagni ho reperito questi link che corrispondono al documentario scomparso.





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