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Giuseppe Gioachino Belli (1791– 1863) XV

Creato il 30 maggio 2015 da Marvigar4

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Questo sonetto del Belli è importante perché, per la prima volta nella storia della letteratura italiana, troviamo il termine froscio con il significato di omosessuale.

53. La pissciata pericolosa

Stavo a ppisscià jjerzéra llí a lo scuro

tra Mmadama Lugrezzia [1] e ttra Ssan Marco,

quann’ecchete, affiarato [2] com’un farco,

un sguizzero [3] der Papa duro duro.

De posta [3a] me fa sbatte [4] er cazzo ar muro,

poi vô llevamme er fongo: [5] io me l’incarco:

e cco la patta in mano pijjo l’arco

de li tre-Rre, strillanno: vienghi puro. [6]

Me sentivo quer froscio [7] dí a le tacche [8]

cor fiatone: «Tartaifel, sor paine,

pss, nun currete tante, ché ssò stracche».

Poi co mill’antre parole turchine [9]

ciaggiontava: [10] «Viè cquà, ffijje te vacche,

che ppeveremo un pon picchier te vine».

Roma, 13 settembre 1830 – De Peppe er tosto
1 Busto mutilato di antica statua colossale, eretto contro un muro presso la chiesa di San Marco.
2 Avventato.
3 Uno svizzero. Leone XII aveva destinato uno svizzero della sua guardia per ognuna di varie chiese, onde armato di alabarda presiedesse nell’interno al rispetto del culto e al discacciamento de’ cani, e fuori impedisse le indecenti soddisfazioni de’ bisogni naturali.
3a A prima giunta.
4 Sbattere, per «urtar contro».
5 Vuol levarmi il cappello.
6 Venga pure.
7 Tedesco.
8 Dirmi alle spalle.
9 Incomprensibili.
10 Ci aggiungeva.

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