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Giustizia/responsabilità civile del magistrato: Strepiti demagogici e realtà incontestabili. L’ottimo articolo di Pierluigi Battista

Da Albamontori @albamontori
Da Valter Vecellio  su Notizie Radicali
17-06-2014
Strepita l’Associazione Nazionale dei Magistrati, e per una volta tutte le sue correnti sono d’accordo: parlare di responsabilità civile diretta del magistrato equivale a mettere in manette le toghe, limitarne autonomia e indipendenza, perseguitarle proprio ora che stanno facendo pulizia con le loro mega inchieste… Strepita il Consiglio Superiore della Magistratura: mai sia che il Parlamento si azzardi a varare norme che riguardano i magistrati senza averle prima concordate con gli interessati e aver ottenuto il loro placet. Strepita Matteo Renzi, che si affretta ad assicurare che in Senato si metterà una toppa al disastro combinato alla Camera con quell’emendamento leghista votato anche da una ventina di parlamentari del PD.

E il ministro della Giustizia Andrea Orlando parla di “pasticcio che va corretto, improprio nel merito e nel metodo. Presenta anche elementi di incostituzionalità”. Ma pensa un po’ che casino ha combinato il leghista Gianluca Pini con quel suo emendamento galeotto, votato poi da una maggioranza diversa dalla maggioranza…Ci hanno poi pensato giornali come “Il Fatto” e “la Repubblica” a spiegarci che era stato approvato una sorta di antipasto dell’Apocalisse, un’Armageddon della giustizia.

Mica vero, però. Tutte balle. E che di balle, grossolane balle, si tratti, ce lo spiega bene Pierluigi Battista, nelle sue “particelle elementari” sul “Corriere della Sera”. Ecco cosa scrive:

“Dicono: una legge sulla responsabilità civile dei giudici che hanno agito per dolo e colpa grave, la vogliono i corrotti per vendicarsi delle inchieste. Falso: la vogliono 20 milioni e 770.334 italiani (oltre l’80 per cento dei votanti) che nel novembre 1987 si espressero a favore di una sanzione per chi ha abusato del proprio potere, distorcendo con dolo le norme dello Stato di diritto. Dicono, come ha fatto Eugenio Scalfari su Repubblica: ma così, chiunque sia stato riconosciuto innocente in un processo, può vendicarsi.
Falso: i magistrati eventualmente costretti a risarcire un cittadino perseguitato non devono rispondere di un esito giudiziario favorevole a quel cittadino, ma per una condotta giudiziaria macchiata da dolo e colpa grave. Dicono: ma così si lasciano soli i magistrati di fronte al ricatto dei potenti. Falso: a decidere se un magistrato ha violentato la legge e la procedura sarà un collegio di altri giudici, non un tribunale del popolo. Dicono: ma adesso c’è già una legge che sanziona comportamenti dolosi da parte di un magistrato. Falso: se un magistrato viene ritenuto (da altri magistrati) colpevole, a risarcire è lo Stato e dunque i magistrati che si macchiano di dolo e colpa grave potranno, come fanno, agire indisturbati sapendo che a pagare non saranno loro, ma tutti i cittadini con le loro tasse.
Dicono: ma una legge sulla responsabilità civile dei magistrati per dolo e colpa grave (o «violazione manifesta del diritto») sottopone i magistrati a un forte stress.
Vero: li costringe a lavorare bene e con attenzione scrupolosa, come i medici quando entrano in una sala operatoria o gli ingegneri quando progettano un ponte, perché la libertà delle persone è sacra come la loro vita, e non si può manipolarla per dolo, colpa grave o manifesta violazione del diritto acclarati da una sentenza di altri giudici.
Dicono: ma una legge del genere farebbe dell’Italia un unicum. Falso: una legge che permette allo Stato di rivalersi sui giudici c’è, con regole ben precise, in Spagna, in Germania («dolo o colpa grave»), in Francia («mancanza intenzionale particolarmente grave» o addirittura «diniego di giustizia»), in Belgio e in Portogallo («frode» e «dolo grave»).
Dicono: ma in Italia, comunque, lo Stato sa sanzionare comportamenti negligenti o dolosi. Falso: farebbero bene a leggere Operazione Montecristo, il libro di Lelio Luttazzi, la cui vita fu distrutta nel 1970 da un’iniqua detenzione non sanata dal proscioglimento successivo. I giudici che si macchiarono d’una simile nefandezza sono stati addirittura premiati, come del resto gli inquirenti del caso Tortora, che hanno in seguito fatto brillanti carriere malgrado la persecuzione di cui sono stati colpevolmente protagonisti.
È probabile che il voto della Camera, che ha approvato finalmente una legge civile, sarà cancellato dal Senato.
Il timore è che sia vero: il Pd di Renzi sta rottamando tutto, ma non la sudditanza al giustizialismo feroce che l’ha dominato in questi anni?”.
Che cosa manca a quest’ottimo articolo di Battista? Poco, pochissimo. Questo che aggiungiamo ora: che in 26 anni le cause civili per responsabilità nei confronti di magistrati sono state in tutto 410, una media di 16 l’anno; e poiché la legge Vassalli prevede la cosiddetta “clausola di salvaguardia” e un giudizio di ammissibilità, ben 266 cause sono state bocciate. Altre 71 sono in attesa di valutazione, 25 sono state ripresentate. Ne restano 35 che sono riuscite ad arrivare al giudizio ordinario. Un dato che si ricava dalle statistiche dell’Avvocatura dello Stato: quasi sempre i magistrati si sono visti dar ragione: solo in sette casi il giudizio ha condannato il loro operato. E’ un discorso sul quale torneremo. Merita…   <a href="http://www.facebook.com/people/Alba-Montori/725928608">Profilo Facebook di Alba Montori</a>

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