Magazine Famiglia

Gli altri hanno bisogno di noi.

Da Marlenetrn
Gli altri hanno bisogno di noi.

È successo che stavo andando a prendere la rana all’asilo e prima di entrare nella scuola mi fermano due mamme.

Due mamme giovani, sulla trentina circa. Una magra non troppo alta con i capelli ricci ricci e gli occhi azzurri azzurri, l’altra un po’ più alta, un po’ più tonda con gli occhiali e un viso che faceva proprio mamma, rassicurante e dolce.

Le avevo già notate da tempo. Sempre insieme loro. Insieme in bici, insieme in macchina, insieme al parco. Entrambe dotate di un nano maschio di anni quattro.

Quella con gli occhi azzurri azzurri, è vispa vispa, mi ricorda certi folletti irlandesi, mentre l’altra è pacata, silenziosa, quasi impercettibile.

“sei tu che hai organizzato l’open day quest’anno?”

“si”

“volevamo farti i complimenti, i bambini si sono divertiti tantissimo, è stato bello, gli altri anni era sempre un mortorio!”

“ma grazie, sono contenta che vi sia piaciuto. Grazie anche voi che siete venute però, altrimenti non avrebbe avuto senso.”

“volevamo parlarti di un cosa, che avevamo in mente…”

“se vi va ci vediamo al parco nel pomeriggio, sono in ritardo per la rana.”

“CERTO, vai vai ci vediamo al parco!”

Al parco ci arrivo da sola, con la rana che s’è voluta portare dietro il quod elettrico. Tutti i pali erano i nostri, ma anche tutte le banchine, le macchine parcheggiate e i vasi di fiori. “Gira a destra” o “gira a sinistra” per lei è la stessa cosa, come del resto è naturale guidare guardando in aria o addirittura in dietro.

Quando arrivo non ci sono, ne il folletto irlandese, ne la mamma chioccia. La rana abbandona il quod è parte all’assalto della bicicletta di un altro bimbo. Io mi siedo al sole perché le panchine all’ombra sono tutte belle che piene.

Poi il folletto irlandese mi raggiunge alle spalle. In suo nano ha la pelle diafana e gli occhi azzurri azzurri come da patrimonio genetico, si impossessa del quod abbandonato che è davanti a me e si lancia in pericolose acrobazie e corse a tutto gas.

Loro hanno in mente un bella idea. Vogliono creare dei momenti di gioco e creatività per i bambini del parco. Vorrebbero impegnarli in attività manuali, artistiche, fisiche. Vorrebbero farlo gratis, per il gusto di mettersi in gioco e di offrire qualcosa di diverso ai loro figli e a quelli degli altri. Ora non è più tempo di ludoteche, è tempo di correre a l’aria aperta, ma dopo l’ennesimo giro in altalena e la centesima corsa, incombe la noia e strutture alternative non ce ne sono. Da qui l’idea di organizzare qualcosa che impegni e soddisfi allo stesso momento.

“abbiamo pensato a te, perché ci piace come hai lavorato per l’open day e magari ti andava di aiutarci e partecipare alla cosa.”

E così ho appena finito di scrivere un progetto intitolato: “laboratori estivi di creatività” ho pensato di chiedere l’appoggio dei locali dell’oratorio vicino al parco e di chiedere un contributo di uno due euro a bimbo per le spese materiali.

Sono tornata a casa, contenta e motivata, ma soprattutto felice nel constatare che gli altri hanno bisogno di noi. Ma anche con la schiena spezzata perché ho dovuto spingere la rana sul quod che si era scaricato e non andava più.

Song: Raphael Gualazzi - Follia d'amor


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog