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Gli ammonti di Monti

Creato il 05 luglio 2013 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Gli ammonti di Monti

Per la campagna elettorale 350mila euro solo per il guru di Obama David Axelrod

In nome della trasparenza Scelta Civica ha pubblicato sul suo sito il rendiconto della campagna elettorale 2013, che ha portato il movimento a raggranellare una percentuale di voti attorno al 10%, molto più bassa delle aspettative ma soprattutto rispetto agli investimenti fatti per riportare Mario Monti a Palazzo Chigi.

Il conto è piuttosto salato, specialmente per una realtà piccola come Scelta Civica: 6 milioni e 445mila euro. Cifra compensata solo in parte dalle entrate. Secondo il bilancio il movimento ha potuto contare su un introito di 6 milioni e 633mila euro ma questa somma conta anche il finanziamento di 4 milioni chiesto a Unicredit. Solo 2 milioni e 633mila euro sono le entrate vere e proprie, provenienti da donazioni e devoluzioni.

Poco più di 5 milioni sono per le affissioni, le campagne pubblicitarie e l’adempimento degli obblighi burocratici. La voce più interessante riguarda le spese relative al «personale utilizzato e a qualsiasi altra prestazione per la campagna elettorale», che ammontano a poco più di 1 milione di euro. Nel calderone c’è anche il compenso per David Axelrod, il guru americano, artefice delle campagne elettorali di Clinton e Obama, che Monti ha chiamato (su consiglio di Luca Cordero di Montezemolo) in qualità di spin doctor. Con infausti effetti: il cagnolino Empy in braccio, gli attacchi ben poco sobri a Bersani e Berlusconi. Nonostante l’evidente fallimento della strategia il consulente americano ha intascato una parcella di 350.864,23 euro, come dimostra la fattura intestata alla sua società, l’Akpd Message and Media.

Altra spesa pesante quella per il logo. Nonostante la semplicità e il design minimale Scelta Civica ha corrisposto all’agenzia Proforma (la stessa dietro il logo di Sel) 26mila euro. Ben 55mila euro sono stati spesi in sondaggi, con le società Decysion Italy e Troisi Ricerche, mentre altri 10mila sono stati spesi per il monitoraggio dei social network. Infine il sito web dell’Agenda Monti è costato quasi 5mila euro mentre altri 5mila è costata la stampa delle copie fisiche dell’Agenda.

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