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"Gli anni confusi", di Marco Rossi Lecce

Creato il 30 maggio 2011 da Carlo_lock
Ho ricevuto via mail qualche giorno fa una segnalazione di un lettore (e scrittore) passato per caso sul mio blog, che ha scritto il suo primo romanzo Gli anni confusi. Lui si chiama Marco Rossi Lecce, classe 1946, pittore, saggista e novellista erotico dal 2007. Questo Rossi Lecce mi è subito piaciuto, probabilmente la nostra intesa ha avuto modo di palesarsi attraverso l'aura della parola scritta e della rispettiva biografia, modo di vedere o sentire la vita (la vita si sente o si vede, ma non la si vive, parere personale di Carlo Lock). Ecco perché sto scrivendo qualcosa in suo onore e sul suo libro, una raccolta di tre racconti, uno dei quali dal titolo omonimo al volume, un'opera che ha come sfondo il periodo storico della fine degli anni Settanta, sul quale si innestano avventure sessuali e naturalmente politica. Onestamente per dirla tutta l'idea non è nuova, era già più o meno similare nel famoso Porci con le ali, ambientato anch'esso nel 1977 (allora non un libro storico, ma quasi una cronaca di costume). Oggigiorno, invece, avere una rilettura del '77 e limitrofi basata anche su ricordi vissuti (perché il libro di Marco è in parte autobiografico) fa sempre piacere, anche perché anche oggi stiamo vivendo in anni confusi, dove però, sessualmente parlando, manca quella gioia di sperimentazione tipica di allora. Negli anni Settanta c'era una libertà in contrapposizione all'oppressione dei costumi, oggi c'è una libertà libera, che non sopprime idealmente niente. Hegelianamente, siamo nella bizzarra condizione di un universo che è sulla via della sintesi, ma gli opposti non si trovano, perché c'è questa antitesi fluttuante (c'è e non c'è), appunto, siamo in una dialettica fluida, confusa, nella quale la libertà e l'oppressione si confondono. Questa libertà ed oppressione, tesi ed antitesi, hanno dato origine insieme, ad esempio, alla forma del sado-masochismo come codice BDSM, una forma sessuale libera che pretende la regola e l'originalità di qualcosa che ci sfugge. Ci può essere un masochismo consensuale e fin dove arriva il consenso? C'è soddisfazione sessuale solo attraverso rapporti di potere consensuali gestiti con una negoziazione non scritta, una farsa della schiavitù? Ma a parte questa digressione, non siamo solo sessualmente confusi (in bilico anche tra l'amore per il transgenderismo e un' Italia che rifiuta una legge contro l'omofobia), ma anche esistenzialmente confusi, politicamente confusi, musicalmente confusi, tra bisogno di passato, rifiuto di presente e ambizioni per il futuro. Oggi però scrivo queste righe a poche ore dalla vittoria comunale milanese di Giuliano Pisapia, una vittoria sulla quale inizialmente nessuno avrebbe scommesso, una vittoria storica dopo la bellezza 18 anni di giunta di centro-destra. "Il vento cambia davvero", recitava lo slogan di Pisapia..Ora è la fase della speranza, la speranza dopo la lotta della conquista. E' bello ritornare, anche per scherzo, a parlare di questi concetti un po' epici, forse obsoleti, ma comunque nel cuore di molta gente. Tornando a casa sventolavano bandiere rosse, ma c'è stato anche un violento diverbio su un autobus, nel quale un settantenne ha rischiato di prenderle da un giovinastro di centro-destra (maleducatissimo)...L'oggetto del contendere era chi dei due avrebbe rovinato l' Italia, il signore anziano che ha interrotto la telefonata del giovane chiedendo una moderazione del linguaggio espresso verso la cocente rabbia per Pisapia oppure il giovane stesso, che ha riempito di parolacce un distinto gentiluomo, minacciandolo di spaccargli la faccia e di essere forunato solo perché poteva sembrare suo nonno? Vediamo ora se lo stalinismo si imposesserà di Milano oppure no...di certo almeno nei primi tempi saremo ancora molto confusi e dovremo capire se certe espressioni o modi di vita e di politica saranno un ricorso storico oppure veramente un cambiamento nuovo.
Nel frattempo vi delizio con una parte dell' intro de Gli anni confusi, incentrato sull'elogio di una sessualità non penetrativa di contro a un machismo che non riesce mai del tutto a liberarsi dal fallocentrismo.
«No! Oggi non voglio essere penetrata, per favore Marco, oggi no! Baciami invece, baciami tutta, fammi sentire l’amore così. Abbi fiducia, fammi fare questo esperimento. Ti spiego, lo abbiamo deciso insieme, lo sai, tutto il gruppo d’autocoscienza femminile di via Pompeo Magno. Vogliamo capire se riusciamo a essere autonome dal vostro pene. O ci tocchiamo da sole o al massimo possiamo fare del petting, cerca di aver pazienza, eh amore, mi fai contenta?»
(....)
Sono tornato a casa con una voglia di scoparmi Musa da morire, oggi all’Università non pensavo ad altro, facevo lezione e intanto mi diventava duro.
Poi arrivo a casa e c’è questa bella novità: baciami e basta!
Eh che cazzo!

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