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Gli errori che sul Web possono costare caro

Da Marcofre

Da un po’ bazzico sul Web e credo di aver imparato a riconoscere certi errori grossolani che rischiano di danneggiare la reputazione del singolo. Qualche esempio per capire, anche se mi rendo conto che si tratta di una lista piuttosto incompleta.

  • Non è marketing, è spam. Ci si creda o no il marketing è un affare serio: per questo sono pochi coloro che lo sanno fare (e si fanno pagare parecchio). La maggior parte creano una geniale campagna di marketing. Un esempio è capitato a me mesi fa. Su Twitter mi sono trovato “menzionato” e sono andato a vedere di chi si trattasse. Costui (o costei? Non ricordo), aveva mandato al sottoscritto un messaggio chiedendo se scrivessi recensioni di libri. Il suo, manco a dirlo. La medesima richiesta era stata inviata anche all’account di Einaudi Editore, Mondadori…Cosa pensare? Ciascuno faccia quello che vuole, si capisce. Ma è spam, e basta. Tra l’altro costui (o costei), non ha nemmeno finto il minimo interesse per quello che io scrivevo (ammesso che siano interessanti le cose che scrivo). Non mi seguiva, non mi ha mai seguito nemmeno dopo. Quando il proprio ego abbaglia, non si scorge nulla. Eppure il Web rigurgita di guide gratis su come usare i mezzi come Twitter, il blog. Possibile che non si abbia MAI il tempo per leggerle?
  • Crea relazioni, non cercare “agganci”. Nel Paese delle raccomandazioni (per chi non lo sapesse: l’Italia), tutti si indignano quando questo vezzo riguarda gli altri. Se coinvolge loro stessi, è ottimo. Il Web per molti è solo un mezzo per agganciare qualcuno che poi dovrebbe sbattersi per presentarci a questo o quello. Superfluo aggiungere che tutto deve avvenire in poco più di dieci secondi netti, o si rischia la nomea di carogna. Sia chiaro. Se esiste un settore dove si va avanti grazie ad amici, amici degli amici, è proprio l’editoria. Lo so. Non ci vuole uno scienziato per capirlo. Per questo occorre usare il Web con intelligenza. Se l’organismo è malato, forse lo si può salvare iniettando un po’ di anticorpi che lo rimettano in salute, isolando le tossine.Per esempio. Ho aperto a gennaio questo blog. Posso affermare di essere riuscito a creare delle relazioni con persone preziose. Non perché sono nella stanza dei bottoni di case editrici. Senza che se ne rendano conto (o forse sì?), mi stanno insegnando parecchie cose. Condividono con me le loro esperienze, mi consigliano letture, e non solo.
  • Chi sei? Sono anni che si ripete: se sei sul Web, mostra qualcosa di te. Crea una pagina in cui spieghi cosa hai fatto, e via discorrendo. Non devi svelare segreti, e scendere nel dettaglio. Ma se ho la sensazione di essere contattato da un bot, lascio perdere. Lo so, barare è facile. Ci sono migliaia di persone che vantano competenze e lavori che esistono solo nella loro testa. È un problema. La soluzione però non è il silenzio.
  • Il blog per conversare. Ne ho già accennato in passato. Molti aprono un blog (se lo aprono, ma di solito preferiscono la pagina su Facebook), solo per usarlo come cassa di risonanza per il loro ego smisurato. E allora vai di post identici che recitano più o meno:
    Compra il mio libro
    Compra il mio libro
    Compra il mio libro
    Buona fortuna. Forse riusciranno a sfondare; il mondo è talmente imprevedibile che tutto è possibile. Di certo non si tratta di persone con cui conversare. Hanno un disperato bisogno di conferme, di fans, di persone che dicano loro quanto sono bravi. Eppure sul libro (elettronico e cartaceo), la narrativa, ce ne sarebbe da dire. A loro interessa solo la propria opera. Ribadisco: buona fortuna.

Possono sembrare delle ovvietà, queste che ho appena elencato. Ma visto che il Web continua a esserne infestato, è meglio ribadire questi concetti.


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