"Mi hanno detto che ci chiamiamo Gli Improbabili...Gli Improbabili perché io sono analfabeta. Bello essere analfabeti.", così Armando Solaro si è presentato sul palco del Count Basie, mentre sullo sfondo sonoro si muovevano gli stessi amici e colleghi di Giugno. Questa volta ci siamo pure dati un nome. Non guasta mai. Però il pubblico era diverso, quello delle jam del giovedì sera. In Paradiso a dispetto dei Santi, almeno per me che, comunque, dietro al piano mi ci sono seduto, mentre il magister Rolff mi lanciava la tonalità. Quel presumibile (improbabile?) La minore che ci ha tenuto compagnia per centinaia e centinaia di battute: in aggiunta qualche intervallo di nona o di undicesima. Uno sfizio. Un vizio, forse. Niccolini e la sua chitarra ringhiosa, il drumming sicuro di Buzzi...Che bello il gioco del jazzista. Lo preferisco al "piccolo chimico", benché i rischi siano gli stessi. La musica è materia infiammabile. Basta un passaggio al Fa con ritmica funky per correre e tagliare il traguardo a ridosso del solito La minore.
Ci siamo divertiti. E questo è l'aspetto più importante. Eppure si guarda avanti, nonostante i mille impegni di ognuno di noi. Per ora, qualcuno ci ha ripreso con un telefonino e ciò - nel bene e nel male - rimane; se non altro per "soddisfazione personale". Ma c'è chi ci invita a proseguire... perché no?
Il mattino seguente ricevo da Rolff un sms di risposta: "Grazie a te Riccardo. E' stato breve ma inteso. Alla prossima!". Ecco, sì: alla prossima.
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