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Gli italiani e l'omeopatia, risultati di un'indagine e stato dell'arte

Creato il 05 giugno 2012 da Informasalus @informasalus


omeopatia
La notorietà dell'omeopatia è molto alta, l'82% degli intervistati la conosce

Il giorno 23 maggio presso la Sala Capitolare del Senato, si è tenuto l'incontro organizzato da Omeoimprese: "Gli Italiani e l'Omeopatia, risultati di un'indagine e stato dell'arte".
Ho partecipato come rappresentante FIAMO, in qualita di Direttore delle Scuole del Dipartimento Formazione.
OMEOIMPRESE, associazione italiana che rappresenta il 90% delle aziende produttrici e distributrici dei medicinali omeopatici, ha commissionato alla DOXAPHARMA un'indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana, di 1400 persone.
Gadi Shoenheit, vicepresidente della DoxaPharma, ha illustrato nei dettagli i risultati dell'inchiesta. Una ricerca di grande valore statistico che ha permesso:
- Una misurazione quantitativa del mercato dei medicinali omeopatici
- La definizione dell'identikit del paziente che si rivolge all'omeopatia
- Lo studio del vissuto dell'omeopatia da parte dei cittadini in Italia
- L'intervista mirata ai cittadini 'forti utilizzatori' dell'omeopatia.
L'indagine si è basata su un campione di 1100 persone, intervistate in maniera diretta e non per telefono, al quale è stato aggiunto un numero di 300 persone come sovra campione.
Si è scelta la modalità dell'intervista diretta per vari motivi. Perché un italiano su cinque ha solo il cellulare e dunque l'indagine telefonica sarebbe stata lacunosa e non avrebbe inglobato il 20% della popolazione; poi perché il contatto diretto con le persone favorisce risposte più reali e nel rapporto diretto con la persona l'intervista può essere prolungata di molti minuti a tutto vantaggio della completezza delle risposte.
Dalle statistiche sono emersi i seguenti dati.
Tra coloro che utilizzano l'omeopatia, più del 70% è composto di persone con titolo di studio di diploma o laurea.
Per quanto riguarda il canale che ha permesso la sua conoscenza:
- il 55% circa ha conosciuto l'omeopatia tramite conoscenti (un familiare o un amico)
- il 25% circa tramite la televisione o internet
- il 12% tramite il famacista
- il 9,8% tramite il medico di base.
La notorietà dell'omeopatia è molto alta, l'82% degli intervistati la conosce, ma si tratta di una conoscenza troppo superficiale.
C'è una scarsissima informazione:
- il 43% vorrebbe usarla di più, ma ne sa poco
- l'8% ne e entusiasta
- il 9% e ostile
Alla richiesta di esprimere in poche parole che cos'è il medicinale omeopatico gli intervistati hanno risposto:
- il 53% ha detto che è un farmaco naturale
- il 16% che è un farmaco senza effetti collaterali.
Dunque l'omeopatia ha una sua notorietà che viene riferita al mondo del naturale.
Alla domanda in merito alla conoscenza e all'uso dell'omeopatia gli intervistati hanno risposto:
- l'82% conosce l'omeopatia
- l'80,3% non l'ha mai usata
- lo 0,8% la usa almeno una volta a settimana.
L'uso dell'omeopatia aumenta con l'alta scolarità e diminuisce con l'aumentare dell'età.
Alla domanda "in che cosa migliorerebbe l'informazione sui medicinali omeopatici?" sono seguite le seguenti risposte:
- il 46,4% vorrebbe più informazioni sull'efficacia
- il 40% vorrebbe più dati ed indicazioni per poterli utilizzare.
Alla domanda "chi dovrebbe fornire le informazioni?" hanno così risposto:
- il 60% circa vorrebbe informazioni dal medico di base
- il 40% circa dal farmacista, dal medico specializzato in omeopatia e dalle strutture pubbliche e dallo Stato.
Alla domanda "che cosa farebbe se il medico di famiglia le prescrivesse un medicamento omeopatico?"hanno risposto:
- il 42,2% accetterebbe la prescrizione
- il 49,4% circa chiederebbe spiegazioni
- l'8% circa sarebbe contrario.
L'indagine ha anche valutato in maniera specifica le opinioni degli users, ossia degli utilizzatori delle medicine omeopatiche i quali hanno detto che le utilizzano di più rispetto al passato.
E' emerso anche che, per molti intervistati, al di là del suo uso specifico, il medicinale omeopatico si integra al sistema di vita della persona:
- l'83,3% ha risposto che gli piace avere uno stile di vita più sano
- il 13% ha detto che l'omeopatia è la risposta naturale ai problemi di salute
- però una persona su cinque è confusa, ma li usa
- per ben un 65% si tratta di un modo moderno di curarsi e soprattutto fare prevenzione!
Dopo i tecnici della società di statistica sono intervenuti i politici, i quali sono giunti in sala alla spicciolata verso la fine delle relazioni perdendosi buona parte della comunicazione.
Moderatrice dell'incontro Margherita De Bac, giornalista ossequiosa nei confronti dei politici e poco attenta alle ragioni di chi era presente in sala.
E' intervenuta per prima l'Onorevole Laura Molteni,della Lega Nord, la quale ha affermato quanto si trova scritto nel blog della Lega , ossia che bisogna dare spazio ad attività produttive che portano occupazione e per l'omeopatia occorrono leggi in linea con quelle degli altri Paesi europei.
L'intervento dell'On. Molteni mi e sembrato più che altro un rosario di considerazioni banali e scontate che non portavano a niente di nuovo, niente proposte, tantomeno soluzioni, piuttosto lunghe circonlocuzioni dalle quali si percepiva chiaramente una totale carenza di informazione della deputata.
Vista la grande distanza tra la politica e i problemi reali (molto gravi) di noi omeopati e delle industrie farmaceutiche omeopatiche, mi sono sentito costretto ad intervenire, per cui ho descritto la situazione che per certi aspetti, sono sicuro di non esagerare, è tragica.
La validissima indagine commissionata da Omeoimprese ha qualcosa di clamoroso nei suoi risultati. Emerge una forte notorietà per l'omeopatia (oltre l'82% degli intervistati conosce i medicinali omeopatici) e una conferma del numero crescente degli utilizzatori. Oltre il 16% della popolazione italiana ha usato nell'ultimo anno un medicinale omeopatico!
Di contro, alla notorietà e alla crescente richiesta di trattamenti omeopatici (l'omeopatia è molto popolare nonostante ci sia costantemente opera di denigrazione e di diffamazione da parte di organi di informazione, associazioni mediche, enti di ricerca, ecc.) si contrappone una crescente difficoltà da parte degli omeopati, a causa della scarsezza dei medicinali in commercio, a fare bene il loro mestiere e cosi anche c'è un problema nella produzione per le industrie farmaceutiche omeopatiche. Tutto ciò è dipeso da decreti e norme che hanno progressivamente limitato la produzione e la commercializzazione dei medicinali omeopatici.
Per i politici italiani, per le istituzioni sanitarie (Ministero della salute, Commissione nazionale ECM, AIFA, l'Azienda Italiana del Farmaco, per gli Assessorati regionali alla salute di molte Regioni (tra cui il Lazio!) non contano niente gli 11 milioni di persone che si rivolgono alle cure omeopatiche. Non conta niente la loro sofferenza e le discriminazioni che sono costretti a subire visto che non possono esercitare il diritto, sancito dalla Costituzione, della libertà di scelta terapeutica. Si tratta di cittadini che soffrono, ma che non sono cretini e sempre più pretendono di essere partecipi alle scelte del medico (vedi risultati dell'indagine).
Essi sono stanchi di sottoporsi a centinaia di analisi che non portano a niente di nuovo, ma che dimostrano la crescente difficoltà da parte della medicina convenzionale di prendersi carico della Persona Sofferente.
Le aziende italiane che producono medicinali omeopatici sono la testimonianza del successo dell'omeopatia. Le 16 aziende che fanno capo ad Omeoimprese, le quali distribuiscono 36 marchi, hanno venduto nel 2011 ben 28 milioni di prodotti con un ricavato in farmacia di 325 (trecentoventicinque!) milioni di euro, con una crescita di ben il 3% del fatturato nello scorso anno! Tutto ciò è eccezionale se pensiamo che l'Italia è un Paese stremato dalla crisi e con un PIL in caduta libera.
Il grande dramma (uso un termine che alla luce dei fatti non è eccessivo...) degli Omeopati e delle case farmaceutiche omeopatiche e sintetizzabile in alcuni punti.
Punto Primo: allo stato attuale i medicamenti omeopatici in vendita in farmacia sono quelli notificati al Ministero della Salute nel lontano anno 1995!
Da medico Omeopata devo dire, con grande amarezza ed indignazione, che spesso leggo le riviste internazionali di omeopatia che pubblicano importanti risultati terapeutici anche in malattie croniche serie come la retto colite ulcerosa, la psoriasi, ecc., grazie a nuovi medicinali sperimentati di recente da parte di Colleghi omeopati di altri Paesi europei.
Tutti questi nuovi medicinali omeopatici sono preclusi a noi Omeopati italiani, perché abbiamo una Legge che blocca tutto a diciassette anni fa! I nuovi medicinali che sono impiegati con successo in altri Paesi qui in Italia sono vietati! Le Industrie italiane non possono produrli! Mi riferisco in particolare alle ultradiluizioni omeopatiche di unitari che sono stati ben sperimentati da parte di volontari in buona salute, così come prevede la metodologia omeopatica.
Ciò e inaccettabile! Non si tiene conto della sofferenza dei cittadini e non si tiene conto delle gravi limitazioni professionali a cui è sottoposto l'Omeopata.
Punto Secondo: le norme ministeriali attuali sono inadeguate alle caratteristiche dei medicinali omeopatici. Si richiede al settore farmaceutico omeopatico aggravi burocratici e tecnici, dai costi elevatissimi, che non danno apprezzabili benefici a favore della tutela, della sicurezza e della qualità dei prodotti.
Non ci sono esperti di omeopatia nelle Commissioni che analizzano i dossier dei medicinali omeopatici e non ci sono soldi per la ricerca e dunque per le necessità di undici milioni di italiani che si riconoscono in questo sistema terapeutico naturale. Purtroppo tutti sappiamo che invece per certi ambiti di ricerca (in alcuni casi anche di scarsa rilevanza medico-sociale) i quattrini vengono erogati regolarmente.
La nuova normativa, equiparando l'omeopatico al farmaco convenzionale, richiede obblighi incompatibili e impossibili da applicare all'Omeopatia: viene ad esempio richiesto entro il 2015 un dossier per ciascun rimedio che comprenda prove di efficacia. Non bastano come dati quelli delle sperimentazioni omeopatiche e l'assenza totale di segnalazioni in farmaco-vigilanza a conferma della sicurezza, mentre però per alcuni farmaci convenzionali come la penicillina, l'insulina, la tiroxina, ecc. è bastato quest¡¦ultimo dato per confermarne l'uso incondizionato!
Punto Terzo. Sempre a causa della stessa normativa, viene richiesto un dossier per ciascuna diluizione omeopatica della stessa sostanza! E anche per ciascuna forma farmaceutica (gocce, globuli, granuli..), come se ciascuna diluizione fosse una "specialità" a se stante! A ciascuna azienda viene chiesto un dossier non solo ad esempio della pianta Belladonna dalla quale si preparano le diluizioni, ma anche per ogni singola preparazione la 5 CH, 6CH, 7CH, 8 CH, 9CH¡K..200 CH¡K¡K¡K. 1000 CH.
Per ciascuna diluizione si richiede alle industrie farmaceutiche un grande esborso di denaro, si tratta di faldoni di carte che non aggiungono niente di nuovo, visto che si tratta di diluizioni crescenti che sono utilizzate dall¡¦Omeopata per modulare al meglio la risposta del Paziente alla cura omeopatica. L'Omeopata puo arrivare a prescrivere diluizioni crescenti dello stesso prodotto fino all'ordine delle milionesime diluizioni. Come facciamo con le registrazioni?
Ovviamente un medico omeopata non può assistere impotente allo scadimento della propria professione a causa di norme che uccidono l'omeopatia.
Ho fatto presente ai politici che sono costretto ad ordinare online (grazie alla Rete che salva la professione e permette ai Pazienti di curarsi) i medicinali a industrie di Paesi europei in cui non ci sono questi assurdi e masochisti divieti. Non mi riferisco a Paesi del Terzo mondo, ma alle civilissime Austria, Inghilterra, ecc., in cui le norme sono chiare, efficienti ed efficaci.
Ciò significa che nella mia attività professionale, attualmente per circa il 35% delle prescrizioni ricorro all'acquisto all'estero, con aggravio delle spese per i Pazienti, con immancabili e fastidiosi ritardi nell'inizio delle cure e non per ultimo con una sottrazione di un ben 35% di denaro che potrebbe andare invece all'Industria italiana del medicinale omeopatico.
Le restrizioni attuali della produzione e delle vendite dei medicinali omeopatici stanno creando un problema crescente. Per quanto riguarda la mia attività professionale è possibile che entro il 2012 io sia costretto a ricorrere per il 40/45% alle industrie straniere. E il problema non riguarda solamente me, ma tutti gli omeopati.
Considerando i bilanci delle case farmaceutiche questo grave problema potrebbe portare alle industrie italiane una perdita di oltre 100 milioni di euro!
Non so bene quanto i politici abbiano recepito. Ma non mi sembravano cosi presi dal problema, tantomeno allarmati.
L'On. Laura Molteni ha risposto suggerendomi di sensibilizzare i presidenti delle commissioni parlamentari, specialmente quelle che si interessano di attività produttive. Dunque se l'è cavata con un semplice consiglio di quelli che ti può dare chiunque, anche il cittadino che incontri in strada, e ciò e veramente assurdo visto che interloquivo con una parlamentare!
C'è stato poi l'intervento della Senatrice Emanuela Baio la quale ha ripetuto, come recitasse una litania, che c'è molta attenzione per il mondo dell'omeopatia. Ha ripercorso tutta la storia delle varie direttive che ci sono susseguite in questi ultimi anni, come se stesse parlando ad una platea di ignoranti. Mi sono chiesto, ma in che mondo vive? Mi chiedo se abbia afferrato l'urgenza del problema, se si sia resa conto che stiamo parlando della salute dei cittadini anzitutto! La senatrice Baio ha poi cercato di giustificarsi dicendo che non è stata ancora fatta una sanatoria perche siamo in attesa di qualcosa che deve partire dall'Europa, ma che comunque si potrebbe tentare di inserire un emendamento in un prossimo provvedimento economico del Governo... Incredibile, ma vero: una totale improvvisazione ed una assenza di idee di programmazione (e di politica!) sanitaria.
Per ultimo è intervenuto il Senatore Daniele Bosone vice presidente della commissione igiene e sanita nonché relatore di una mozione unitaria, tra le varie forze politiche, a favore dell'omeopatia.
Inizialmente l'intervento di Bosone sembrava portasse una speranza, quella delle persone laboriose che si attivano e lavorano per un progetto, ma presto questa impressione si e dissolta, e caduta la maschera, Bosone ha detto: "Non sono ottimista come la Senatrice Emanuela Baio, c'è stata una chiusura totale nei confronti dell'omeopatia, una congiunzione astrale negativa tra i vari Organismi, tra strutture sanitarie, Governo e partiti politici. La Legislatura terminerà nel 2013 e non c'è tempo per licenziare un progetto che poi deve passare alla Camera, poi al Senato e infine di nuovo alla Camera...". Un intervento, quello di Bosone, che fa cenno all'astrologia e alle congiunzioni tra i pianeti (non sto scherzando)...
Mi sono reso conto quanto sia distante la politica (questa politica) dai bisogni dei cittadini. Quanto sia importante un profondo rinnovamento dei partiti e degli uomini che fanno politica. La sensazione che ho provato è stata quella di una smobilitazione generale. I politici si stanno già preparando a togliere le tende. C'è chi cerca di mettersi in salvo e sta già curando il proprio elettorato, come anche le lobby che gli hanno permesso di arrivare in Parlamento.
Tutto questo trambusto mi ha fatto ricordare il famoso film di Vittorio De Sica "Il Giudizio Universale" con Paolo Stoppa, Vittorio Gassman, Fernandel e Alberto Sordi. C'è una voce potente che echeggia misteriosamente nel cielo di Napoli e annuncia che alle 18 comincia il giudizio universale. C'e chi si pente, chi non ci crede, chi sghignazza, chi si sistema gli affari... Tutti si preoccupano, tormentati dai fantasmi dei propri peccati, errori, rimorsi, profonde paure. Ma c'e anche chi non fa una piega e continua la propria vita come niente fosse.
Alla fine della mattinata Margherita De Bac si è molto risentita del mio intervento e delle domande che ho posto agli interlocutori politici. Probabilmente sono stato poco ossequioso, troppo reale, eccessivamente bisognoso di risposte concrete, chiare, senza giri di parole. Allora mi sono chiesto: non è che al Corriere della Sera, salotto buono della Milano, si preferiscono alle notizie il tè con i pasticcini?


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