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Gli scatti di Bolognini tra poesia e stupore

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

“La luce del Salento è una luce nobile: la sua brillantezza esalta i colori, li enfatizza. Il sole di mezzogiorno anima di vivacità tutto ciò che tocca e sfiora. A noi il compito di rendere omaggio a tale pulizia d’immagine nel silenzio di uno scatto” (Pierluigi Bolognini)


Quando Pierluigi Bolognini scatta una foto ha l’abilità di congiungerci tra quel che vediamo a quel che percepiamo. Arte difficilissima, occasionale spesso negli scatti di molti, indicibile energia creativa di questo maestro che ne fa metodo e fine del suo lavoro.
Implacabile quando ci obbliga ad innamorarci di una terra che pure conosciamo già, creando immagini che sono l’esatta realtà di questi luoghi, e perciò assoluta poesia.
Il suo talento lo guardi, lo tocchi con gli occhi e lo accarezzi col cuore: sono scene della quotidianità incastonate nella dimensione assoluta del tempo.
In “Salento, che spettacolo” (AUS edizioni) hai la sensazione che appartengono ad un mondo di 4.000 anni fa, quando la terra era madre e l’uomo era figlio che ne custodiva la bellezza.
Bolognini sa esaltare i colori fino a renderli apparentemente irreali. Sono invece, perfettamente, i colori vivi del Salento che lui magnetizza nei suoi obiettivi per obbligarci allo stupore.
 


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