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Gli sciacalli del terremoto emiliano. Grillo e Capezzone, quando la politica è distruzione

Creato il 30 maggio 2012 da Tiba84
Gli sciacalli del terremoto emiliano. Grillo e Capezzone, quando la politica è distruzione

Uno spettro si aggira in Emilia-Romagna, mezzo distrutto dalle recenti elezioni e dalla predilezione per la vita notturna, ma ancora presente tra di noi: la politica delle recriminazioni, la politica che distrugge la nostra società; in una parola, il PDL. Uno spettro che ci spaventa con la proposta di ricostruzione: sappiamo com'è finita (o in-finita, per essere precisi) a L'Aquila, città "adottata" da Berlusconi che ha trasformato il disastro in uno show mediatico, vero asso nella manica di una pubblicità per sé e per la propria politica del fare. Eravamo tranquilli, perché Berlusconi non potrà tornare. Invece sta mandando le proprie sentinelle più fidate, quelle truppe che può permettersi di perdere, perché sondano il terreno e si riescono a sostituire facilmente (un leccaculo mercenario si trova facilmente), che avanzano ipotesi e, col tempo, proporranno vere e proprie soluzioni, prendendosi i meriti della situazione riappacificata.
Si chiamano sciacalli: non risolvono, non ricostruiscono e la loro pace è quella dei cimiteri.
Tra questi si può inserire il buon vecchio Beppe Grillo, rapace sparviero che si getta sulle carcasse (o reputate tali) per il proprio tornaconto. "Il terremoto uccide per ignoranza", scrive nel suo blog, mescolando accuse generali e vaghe a considerazioni corrette, ma ingiuste. Fino alla follia di ritenere che ci sia una colpa della politica che non ha avvertito i cittadini, né li ha messi in salvo.
Di fronte al disastro, sono le recriminazioni a coinvolgerci sentimentalmente: tanto si sarebbe potuto fare per evitare anche una di quelle morti che ci hanno colpito.
Tuttavia, abbiamo bisogno di altro: cercare distruggere ciò che resta è folle, mentre è opportuno e necessario cercare una via per ricostruire. Il grillino che ci colpisce mentre siamo a terra, infatti, distrugge la nostra società più di chiunque altro, più di qualsiasi terremoto. Perché attacca quelle giunture sociali che adesso sono utili per organizzare il lavoro di ricostruizione; e perché lo fa mentre siamo dilaniati dal dolore e dalla paura. E' davvero il ladro che va a rubare nelle case evacuate: colpisce la nostra libertà nel momento in cui siamo indifesi. Il modus operandi è evidente e già conosciuto. E per una volta possiamo essere grati delle esternazioni di Capezzone perché ci mettono in guardia contro Grillo e ci fanno capire quanto si somiglino i due fenomeni di quest'Italia Berlusconiana.
Eletti come migliori tra pari, salvatori della patria, accusatori degli altri, egemoni burloni, Grillo e Berlusconi si somigliano. E come Berlusconi ha fatto danni a L'Aquila, ora tocca a Grillo passare con uno schiacciasassi sulle rovine emiliane. State sicuri: lo farà!
Più del terremoto, infatti, può chi ci toglie la speranza, chi ci toglie gli strumenti per ricostruire, chi insinua un dubbio letale. Chi usa le disgrazie altrui come pubblicità per sé, perché nella tirannide di chi concentra su di sé la possibilità di ricostruire la società, c'è la realizzazione potenziale di una volontà distruttrice. Potremmo ricostruire ci dice Grillo, ma solo dopo essere passati attraverso una distruzione più radicale. Berlusconi, in questi anni, ce ne ha mostrato le modalità. E noi siamo ancora ad inseguire il Berlusconi della situazione...

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