Gli Sfiorati. Qui siamo in un altro mondo

Nelle sale dal 2 Marzo, regia di Matteo Rovere, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi.

Gli Sfiorati racconta una condizione generazionale tramite una storia familiare, quella di Belinda e Mète, che si riscoprono fratelli di padre poco prima del matrimonio di questo. Il fratello ospita la sorella nel proprio appartamento, che diventa per lei il set di una maturazione interiore; egli il proprio percorso lo compie attraversando la scrittura, grafologo esperto, e indovinando l’animo di ogni essere umano dietro essa nascosto. La convivenza sarà per tutti e due occasione di incontro, di un confronto strano, tra l’accettazione e il dubbio, e di esperienze “al di là e al di qua del giusto e del socialmente giusto”.
Tra il cast, da ricordare Asia Argento nel ruolo della PR romana Beatrice (ormai un tipo sociale) e Claudio Santamaria nei panni di Bruno, collega di Mète.
Quello che Procacci, che ha voluto la realizzazione del film, ha inteso indagare, quello che ha voluto rappresentarci è l’indifferenza attiva di quanti, al confine tra l’esser giovani e essere adulti, “sembrano sempre lontani, distratti…
Che quando parliamo, ci domandiamo se ci stiano ascoltando, se ci amino, se abbiano capito.
Che vivono afferrando poco di quel che capita, accorgendosi solo dopo del valore delle cose.”

Pare che questi sfiorati possano attraversare cose meravigliose, anche terribili, che gli altri nemmeno vedono.
Un film da vedere, così da riconoscerli. Così da riconoscerci.