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Gli ultimi giorni della campagna elettorale. A Silvio, Pompei fa un baffo. E a Milano i pidiellini tentano di linciare un comunista montiano.

Creato il 19 febbraio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Gli ultimi giorni della campagna elettorale. A Silvio, Pompei fa un baffo. E a Milano i pidiellini tentano di linciare un comunista montiano.Nonostante non si possano dare gli esiti dei sondaggi, Silvio se ne sbatte e annuncia fiero che il Pdl è il primo partito, “abbiamo sorpassato il Pd”, dice e tutti urlano e applaudono. Non è vero, lo sai lui e lo sanno i suoi. Ma il metalmeccanico non iscritto alla Fiom e l'addetta co.co.co. al call-center, lo sanno? Così, Berlusconi gioca ancora la sua sottile psicologia italiota, quella che prevede il popolo salire sul carro del vincitore dopo aver calpestato il perdente. Non siamo una nazione di eroi, ammettiamolo, troppa fatica. Però poi, a Milano, durante l'ennesimo comizio del Capataz, un signore si alza dalla poltroncina del parterre urlando: “Ètutta colpa tua, ci hai portato al disastro”. Una sola voce, che dalla platea, incurante della rabbia dei fans di Silvio, dice quello che pensa. Apriti cielo. Viene portato fuori dalla sala a braccia, da agenti della Digos che temono per l'incolumità dell'eroe solitario. E infatti una piccola folla inferocita di berluscones, li seguono brandendo bandiere e mostrando i pugni. Lo infilano a forza in uno stanzino, mentre una signora tutta ingioiellata e in abito di strass e lamèe continua a urlargli “Figlio di puttana, comunista, montiano di merda, lo avete crocifisso per una scopata. Bastardo, ladro, MPS”. La signora, chiaramente fuori di testa, stava approfittando delle telecamere presenti per farsi riprendere mentre inveiva, peggio di un camallo, contro quel povero cristo che sarebbe uscito dallo stanzino solo dopo un paio d'ore. E tutto per farsi bella con il Capo e ricevere il giusto compenso per il tentato linciaggio di un comunista montiano. Quando affermiamo che questi del Pdl sono pericolosi, non inventiamo stramberie, non diciamo puttanate perché le signore e i signori con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue, rappresentano in toto il concetto che Silvio ha dei moderati. È guerra aperta, un'altra, l'ennesima di un Duce in piena crisi di nervi, sull'ultimo dibattito televisivo. Silvio vorrebbe confrontarsi solo con Bersani, Monti vorrebbe confrontarsi con Bersani e con Berlusconi, Bersani vorrebbe invece un confronto fra tutti e sei i candidati premier. Il giochetto di Silvio è chiaro, pur non essendo il candidato premier del centrodestra, ne è sicuramente il leader. Dialogando solo con Bersani, riafferma un bipartitismo che non esiste più nei fatti ma che a lui è indispensabile per tentare di riconquistare i voti di Monti e di Giannino. Bersani lo ha capito benissimo e pur avendo una voglia matta di confrontarsi con Silvio, ha scelto la via più logica e democratica, quella della serata con tutti i candidati. Sulla stessa lunghezza d'onda è andato in queste ore anche il ragionamento di Mario Monti che, pur di menare a Berlusconi (e a Bersani) è disposto anche al confronto allargato. Probabilmente non se ne farà nulla. A questo punto, visto che il Pdl ha sorpassato il Pd, a cosa servirebbe? Ieri sera, con amici ameni quanto noi, stavamo discutendo sui 2500 euro che il Papa prenderà di pensione. Fatti quattro conti, 8 anni di papato costano meno di una legislatura in Parlamento. La fregatura, per le casse vaticane, è che nessuno aveva previsto la voce “pensione del Papa”, per cui corrono il rischio di un deficit di bilancio sanabile solo con l'acquisto di derivati tossici da parte dello Ior. Ma poi, sempre con gli ameni di cui sopra, abbiamo iniziato a pensare al Papa in pensione che, non avendo più obblighi di Stato, se ne va a zonzo per Roma travestito da pittore naif, cena alla Parolaccia, fa qualche avance al Gianicolo, va al cinema e a teatro e la domenica in curva sud a tifare per la Roma. Sarebbe un bel ex Papa, se non lo avesse già raccontato Nanni Moretti.

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