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Gloria Swanson – La diva camaleontica della settima arte

Creato il 06 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Gloria Swanson - La diva camaleontica della settima arte

(27 Marzo 1899 Chicago -Illinois )
(4 Aprile 1983 New York City)

Esile, elegante, ribelle, intelligente, determinatissima a diventare un’attrice drammatica, Gloria Swanson ha avuto una delle carriere cinematografiche più splendenti di Hollywood, capace di interpretare, grazie alla sua versatilità e volontà di ferro i personaggi più disparati. I suoi occhi sinuosi e magnetici hanno affascinato registi, produttori, attori e naturalmente il pubblico, sempre emotivamente coinvolto nelle sue interpretazioni piene di enfasi; il termine “diva”spesso abusato, per Gloria Swanson calza a pennello.

Scoperta a soli 15 anni dalla casa di produzione Essanay, viene scartata ad un provino con Chaplin ma nel 1915 si trasferisce a Los Angeles dove subito riesce ad ottenere delle parti non di secondo piano e l’anno successivo sposa l’attore Wallace Beery, il primo dei suoi sei mariti. Il matrimonio dura solo un mese e la Swanson intanto lavora per Mack Sennett : gira soprattutto delle commedie accanto a Bobby Harron; ma lascerà anche Sennett per andare alla Triangle dove invece gira dei lungometraggi drammatici. Il regista De Mille la nota e le chiede di lavorare con lui, Gloria che certamente non è mai stata compiacente , ma conscia della possibilità di far balzare sempre più in alto il suo status di diva, reprime il suo carattere ribelle e si lascia dirigere dal regista de “I dieci comandamenti”. Girerà sei film tra drammi e commedie sentimentali che la faranno diventare una delle star più amate degli anni ’20: “Don’t Change Your Husband” , “For Better For Worse” , “Male and Female” ( del 1919), “Why Change Your Wife?” , “Something to Think About” ( del 1920),e “The Affairs of Anatole” ( del 1921). In queste pellicole la Swanson rappresenta sempre un personaggio positivo, ma sempre sofisticata; è proprio grazie questi spiritosi ed intramontabili film infatti che l’attrice consolida sempre di più il suo divismo che proprio a partire dagli anni ’20 conosce la sua epoca d’oro (fino al 1933).

E’ l’industria di Hollywood che punta al divismo per incrementare il sistema produttivo e i film vengono pensati e creati appositamente per certi attori e attrici; si punta cosi sul primo piano per farsi che lo spettatore si identifichi maggiormente in lui. Ma i divi e le dive, vissuti in maniera cosi intima dal pubblico, a dispetto di qualsiasi altro personaggio pubblico come può esserlo ,ad esempio, un politico , cosi soprannaturali, sono diventati una delle cause dell’ alienazione di massa della nostra società. Gloria Swanson incarna una donna eterea e camaleontica che con il suo look raffinato suggerisce alle donne di tutto il mondo nuove idee per pettinature, abiti, cappellini, gioielli, maquillage. Detta moda e stile.

Spinta dal grande successo, recita anche affianco di Rodolfo Valentino ne “L’età di amare” del 1922 per poi volare in Francia per girare “Madame Sans-Gêne”nel 1925 e rientrare in pompa magna negli USA con il suo nuovo e terzo marito , il marchese Henry de la Falaise (matrimonio che sarebbe durato 6 anni). E’ sempre generosa e sorridente con il suo pubblico , e non perde mai occasione per sfoggiare i suoi abiti preziosi (nemmeno quando è sul set)e mostrare le sue case lussuose. Potendosi permettere di rifiutare anche un contratto milionario con la Paramount, intraprende la strada della produzione indipendente, legandosi alla United Artist. Fonderà anche una propria casa produttrice con il politico Joseph P. Kennedy ,padre del futuro presidente John F. Kennedy, diventandone l’amante.

Nel 1929 gira, dopo essere stata lasciata da Kennedy, con il suo futuro quarto marito , il grande regista Erich Von Stroheim, “La regina Kelly” ; storia di una ragazza aristocratica che, si riduce a regina di un bordello. Difficile giudicare un film cosi incompiuto e manipolato continuamente, sebbene si riconoscano le tipiche atmosfere che hanno caratterizzato il cinema di Stroheim. Nello stesso anno è nel cast di “Tristana e la maschera” per la regia di Raoul Walsh ed insieme a Lionel Barrymore, che vede una un’intensa interpretazione della Swanson in un crescendo tragico. L’anno successivo recita in quello che sarà il suo primo film sonoro “L’intrusa” di Edmund Goulding, per il quale riceve anche una nomination all’ Oscar; ma la dive ha già in mente di abbandonare il cinema.

Recita nel 1930 nella commedia di Allan Dwan “Che tipo di vedova” per poi abbandonare il grande schermo preferendo il teatro e la radio; da prova di grandi capacità imprenditoriali quando lancia una sua linea di cosmetici e di abiti. Ma la carriera della diva non può terminare cosi ed infatti dopo quasi 20 anni di assenza dai set cinematografici , a parte delle partecipazioni ad un paio di film dimenticabili negli anni ’40, la Swanson viene chiamata nel 1950, per interpretare il ruolo di una ricca e nostalgica ex diva del muto in quello che sarà un capolavoro : “Viale del tramonto” di Billy Wilder.

Indimenticabile la protagonista Norma Desmond che vive nel ricordo dei sui tempi d’oro, illudendosi di poter tornare ai vecchi fasti grazie ad un film da lei scritto con l’aiuto di uno giovane e squattrinato sceneggiatore di cui si innamora , ma che ,non ricambiata perché innamorata di una ragazza, ucciderà. Probabilmente il film più nero ed impietoso sul mondo di Hollywood che condensa perfettamente, senza risultare fracassone e confusionario, generi e stili diversi: melodramma , noir, commedia, horror, tragedia, psicoanalisi, romanticismo, per raccontare il dramma delle attrici del muto di quegli anni , il rapporto ambiguo e morboso tra i due principali protagonisti (Swanson- Holden)e lo stesso mondo del cinema. Si aggiudicherà tre Oscar su nove nominations tra le quali c’è anche quella per la miglior attrice protagonista, incisiva, eccessiva e magnetica, quasi animalesca Gloria Swanson. Nel 1956 recita per Steno nel film “Mio figlio Nerone” una farsa-parodia scialba che ha ben poco a che vedere con la satira e l’umorismo, e che vede tra i protagonisti figurare Sordi, la Bardot e De Sica. Risultato certo? Un grande sperpero di soldi.

La diva non si fa mancare nemmeno un thriller aviatorio: nel 1975 prende parte alla seconda serie di “Airport 75”. Sarà la sua ultima apparizione. C’è tempo anche per un altro matrimonio, con lo scrittore William Dufty. Nel 1980 pubblica la sua autobiografia “Swanson on Swanson”. Certamente la sua interpretazione di Norma Desmond è scalfita nella memoria di tutti gli amanti del cinema, per il suo essere cosi simile a sé stessa, per l’averlo costruito con autoironia e verità. Intramontabile.

di A. Grasso


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