Ieri una giornata convulsa in Burkina Faso, teatro di un golpe militare i cui contorni, in queste ultime ore, si stanno facendo sempre più definiti. In un’intervista, il capo della giunta, generale Gilbert Dienderé ha smentito qualsiasi contatto con l’ex presidente Blaise Compaoré, messo in fuga da una rivolta popolare lo scorso ottobre dopo 27 anni al potere.
Dienderé ex fedelissimo di Compaoré e ora a capo di un ‘Consiglio nazionale della democrazia’ istituito dopo l’arresto del presidente Michel Kafando e del primo ministro Isaac Zida( foto in alto), ha smentito "qualsiasi coinvolgimento" dell’ex presidente.
“Non ho avuto nessun contatto con lui” ha dichiarato all’emittente France 24 l’ex capo di stato maggiore dell’esercito, già al fianco di Compaoré quando rovesciò l’allora presidente Thomas Sankara nel 1987.
Dienderé ha assicurato inoltre che il Reggimento di sicurezza presidenziale (Rsp), l’ex guardia d’élite che secondo un parere emesso due giorni fa dalla Commissione per la riconciliazione avrebbe dovuto essere ‘smantellata’ e giudicata per numerosi crimini commessi sotto il precedente governo “gode del più ampio sostegno di tutto l’esercito”.
L’incognita sul ruolo dell’esercito in quanto accaduto nelle ultime ore costituisce, nei fatti, una variabile decisiva. Finora nessun proclama o dichiarazione ufficiale ha chiarito la posizione delle forze armate riguardo alla presa di potere da parte dei militari dell’Rsp che nelle ultime ore hanno chiuso le frontiere e decretato un coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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