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Google Ti Ama Solamente Quando Tutti Gli Altri Ti Amano

Creato il 14 luglio 2015 da Pedroelrey

In que­sti giorni si assi­ste ad un attacco ver­go­gnoso ad un gruppo di ragazzi [di “buona fami­glia”] col­pe­voli del troppo successo.

Dà la carica Mat­teo Bor­done in un arti­colo in cui si parte dalla roma­nità per arri­vare ad un attacco fron­tale a The Post Inter­na­zio­nale, testata all digi­tal, che sarebbe col­pe­vole di essersi mac­chiata di avere al suo interno “figli di papà”, di avere un nome “fur­betto” che serve a rubare accessi a Il Post [con il quale Bor­done ha col­la­bo­rato] e ad Inter­na­zio­nale, e di avere l’endorsement di Roberto Saviano.

Con­cetti ripresi ed ampli­fi­cati da un arti­colo su Gli Stati Gene­rali, altra testata alla digi­tal, e su Il Gior­nale di Sal­lu­sti che oltre a pro­porre la mede­sima tesi sul pro­prio sito addi­rit­tura vi dedica una pagina interna nella ver­sione car­ta­cea con tanto di foto­gra­fia degli inda­gati dalla santa inqui­si­zione del giornalismo.

Gambino

Si tratta di una vicenda dai tratti al tempo stesso inquie­tanti e divertenti.

L’idea che il nome sia “fur­betto” per sfrut­tare le pie­ghe del SEO e “rubac­chiare” utenti alle due testate delle quali il mar­chi di The Post Inter­na­zio­nale si com­pone è infon­data sia ogget­ti­va­mente che soggettivamente.

Lo è sog­get­ti­va­mente poi­chè Il Post di fatto nasce ispi­ran­dosi espli­ci­ta­mente ad il più cele­bre The Huf­fing­ton Post che allora non aveva una ver­sione ita­liana come oggi. Ver­sione ita­liana che dovrebbe o sen­tirsi altret­tanto dan­neg­giata dal nome de Il Post o essere fur­betta, poi­chè, arri­vata dopo la nascita della testata diretta da Luca Sofri. In entrambi i casi mi pare dav­vero che la visione di Bor­done e amici pour cause sia offu­scata, per usare un eufemismo.

Lo è ogget­ti­va­mente, e denun­cia la scarsa cono­scenza di come fun­ziona il SEO nel 2015 da parte di tutti e tre i gior­na­li­sti che col­ti­vano que­sta tesi, per­chè, banal­mente, se si cerca Il Post nelle prime dieci posi­zioni, quelle che val­gono, escono i rife­ri­menti cor­retti della testata e, appunto quelli di Huf­f­Post Ita­lia ma non quelli di The Post Inter­na­zio­nale. Altret­tanto avviene con la ricerca di Inter­na­zio­nale che oltre ai rife­ri­menti della testata della testata diretta da Gio­vanni De Mauro pro­pone, sem­pre nelle prime dieci posi­zioni, quelli del club cal­ci­stico, del festi­val inter­na­zio­nale del gior­na­li­smo e dell’inno comu­ni­sta di sto­rica memo­ria. Spero che sull’onda del suo ragio­na­mento, ammesso che sia pos­si­bile defi­nirlo tale, non sia que­sto ispi­ra­zione per un attacco viru­lento nei con­fronti di Thoir e/o dei comu­ni­sti, ovvia­mente romani.

Se invece ci si rife­ri­sce ai sin­goli arti­coli, nel caso que­sti otten­gano un mag­gior numero di visi­ta­tori dai motori di ricerca rispetto a Il Post e ad Inter­na­zio­nale, que­sto non è cer­ta­mente impu­ta­bile ad even­tuali astu­zie e/o sot­ter­fugi ma sem­pli­ce­mente al fatto che evi­den­te­mente, se così fosse, a The Post Inter­na­zio­nale lavo­rano meglio su que­sto fronte.

Per quanto riguarda l’accusa di essere “figli di papà” [per giunta romani, eh!], da un lato non credo che que­sta possa essere una colpa ne che tanto meno lo sia aver stu­diato gior­na­li­smo in pre­sti­giose uni­ver­sità inter­na­zio­nali, anzi nel secondo caso è una for­tuna che que­ste per­sone siano rien­trate in Ita­lia a spen­dere il loro know how invece di restare all’estero dove, a parità di con­di­zione, non ho dubbi che avreb­bero avuto mag­gior sod­di­sfa­zioni a comin­ciare dall’evitarsi filip­pi­che piene di ran­core ed invi­dia quali quelle citate. Sul tema vale inol­tre la pena di rile­vare come tra i com­po­nenti della reda­zione non vi siano solo i sog­getti indi­cati e dun­que cer­ta­mente non siano tutti di “buona famiglia”

Saviano fa endor­se­ment nei loro con­fronti e que­sto genera un van­tag­gio. Certo, e quindi qual è il pro­blema? Forse che lo si desi­de­rava per se o che i “ragazzi” sono sve­gli e, come avrebbe fatto chiun­que altro, sfrut­tano le rela­zioni dirette e/o indi­rette che hanno. Cono­sco realtà edi­to­riali, che pre­fe­ri­sco non citare avendo lavo­rato come con­su­lente per loro, che hanno altret­tanto endor­se­ment da per­so­naggi famosi ma non spo­stano una vir­gola. Inol­tre se è vero che Saviano ha un numero di fan impor­tante su Face­book, ammesso e non con­cesso che que­sto sia un dri­ver di traf­fico al sito rile­vante, que­sto vale anche per la pagina di The Post Internazionale.

La sto­ria dell’attacco a Giu­lio Gam­bino ed agli altri com­po­nenti della testata è l’ennesima pagina ver­go­gnosa del gior­na­li­smo ita­liano fatto di invi­die, ran­cori e amici degli amici ben prima che si affac­ciasse sul pano­rama ita­liano The Post Inter­na­zio­nale col­pe­vole solo del suc­cesso che sta otte­nendo, e che evi­den­te­mente infa­sti­di­sce i poveri di spi­rito, o peg­gio. Gior­na­li­sti che, pare, igno­rino, a pre­scin­dere dal resto, che è vie­tato dal codice di disci­plina dei gior­na­li­sti cri­ti­care altri giornalisti/testate con­cor­renti, diret­ta­mente o meno.

Goo­gle ti ama sola­mente quando tutti gli altri ti amano, è scritto alla prima pagina del manuale sul SEO for dum­mies, meglio farsi un ripas­sino sul tema invece di alie­nare il prossimo.

Invidia


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