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Grace di Monaco: Nicole Kidman, principessa triste per Olivier Dahan

Creato il 15 maggio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Elisabetta Bartucca

Summary:

Algida, sensuale, elegante. Prima modella, poi attrice, infine principessa e icona. “Ghiaccio bollente” l’avrebbe definita Alfred Hitchcok che ne aveva fatto la sua musa dirigendola in tre film (“Il delitto perfetto”, “La finestra sul cortile” e “Caccia al ladro”), prima che lei stessa decidesse di abbandonare il cinema per seguire il suo principe azzurro, Ranieri III di Monaco. L’addio a Hollywood, la favola, il tormento per non essere riuscita a tagliare definitivamente con un passato da ‘regina delle scene’, e poi la morte che l’avrebbe sorpresa a bordo della sua Rover 3500S V8 il 13 settembre del 1982: che la vita di Grace Kelly fosse destinata a diventare un film era facilmente prevedibile. Era solo questione di tempo.

Oggi quel momento è arrivato e il compito di restituirne un ritratto sul grande schermo è toccato a Olivier Dahan, che in quanto a biopic non è certo un novellino: fu suo quel “La vie en rose” che nel 2007 consacrò Marion Cotillard nei panni della cantante francese Edith Piaf, facendole guadagnare un Oscar. Forse la stessa sorte – visto l’uscita troppo anticipata per una corsa agli Academy Awards del 2015 – non toccherà a Nicole Kidman, l’attrice che il regista francese ha scelto per interpretare la principessa ‘triste’, ma di certo della sua Grace si parlerà a lungo.

Grace di Monaco”, che inaugura fuori concorso il prossimo Festival di Cannes il 14 maggio e che arriverà nelle nostre sale il giorno dopo distribuito da Lucky Red, si apre sei anni dopo la celebrazione del “matrimonio del secolo”. È il 1962 e Grace Kelly si dibatte tra il desiderio di tornare sul grande schermo – Hitchcok le ha appena fatto avere il copione di “Marnie” – e i doveri imposti dal suo nuovo ruolo di madre di due bambini, moglie e first lady. Una profonda crisi personale che ne svelerà fragilità e paure, contraddizioni e passioni.

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‘Grace di Monaco’ affronta temi che mi sono cari – racconta Dahancome il peso della storia su alcune persone, il carisma e il fascino esercitato da alcune donne nella loro epoca e lo stupore suscitato da percorsi di vita come quelli di Grace Kelly o di Edith Piaf. Ho voluto filmare una realtà trasposta per rivelare i dettagli un po’ alla volta, non solo attraverso le inquadrature e le scenografie, ma attraverso la cronologia della narrazione, in modo che lo spettatore arrivi a leggere attraverso gli occhi di Grace quell’epoca e gli eventi da lei vissuti”.

Peccato però, che nonostante i ripetuti cambiamenti apportati alla sceneggiatura, la storia così come la vedremo in sala il prossimo 15 maggio non sia andata giù alla famiglia Grimaldi, che a poche settimane dall’anteprima cannense ci teneva a far saper che “questo film non può in alcun caso essere classificato come biografico. Il trailer sembra essere una farsa e conferma la natura totalmente fittizia di questo film. Si rafforza la certezza, maturata dopo aver letto la sceneggiatura, che questa produzione, una pagina di storia del Principato, si basi su riferimenti storici errati e dubbi. Il regista e i produttori hanno rifiutato di prendere in considerazione le molte osservazioni fatte dal Palazzo perché questi rimettessero in discussione l’intera sceneggiatura e i personaggi del film. La Famiglia Principesca non vuole essere associata in alcun modo a questo film che non riflette la realtà e si rammarica che la sua storia sia stata usurpata per scopi puramente commerciali”.

Facile immaginare che non saranno come di consueto alla cerimonia d’apertura del Festival, che invece si prepara ad accogliere sulla Croisette la divina Nicole e i suoi compagni d’avventura: Tim Roth (Principe Ranieri), Frank Langhella (Francis Tucker), Milo Ventimiglia (Rupert Allan) e Paz Vega (Maria Callas). E allora che la favola abbia inizio, ancora una volta.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net

 


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