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Grace Jones – C’era una volta la discomusic 30

Creato il 21 marzo 2013 da Marvigar4

 

   Grace Mendoza, in arte Grace Jones, nata a Spanish Town in Giamaica, si trasferì con la famiglia a Syracuse negli Stati Uniti dove si iscrisse all’Università e ebbe modo di iniziare a studiare recitazione. Nel 1973 debuttò come attrice nel film Gordon’s War, diretto da Ossie Davis, in seguito intraprese una carriera come modella a New York e Parigi. Già nel 1975 Grace Jones aveva provato a incidere qualche brano, ma il suo momento non era ancora giunto. Il 1977 fu l’anno del lancio di questa mannequin dalla voce profonda: la Island Records stipulò un contratto e fece produrre il primo lp, Portfolio, nel quale spiccava I Need A Man, un singolo adatto alle discoteche che ben presto si rivelò un successo raggiungendo il primo posto nella classifica di musica dance americana. Un altro singolo, What I Did for Love, conseguì un buon risultato di vendite, ma fu con il rifacimento della celebre La Vie en Rose che Grace Jones ottenne fama mondiale. L’artista giamaicana alla fine degli anni ’70 conquistò il Club 54 di New York, tempio della discomusic, diventandone ospite fissa e osannata da celebrità quali Andy Warhol. La carriera musicale proseguì con ottimi riscontri, i due album seguenti Fame (1978) e Muse (1979) furono traghettati dai brani Do Or Die (3° nella Hot Dance Club Songs americana) e On Your Knees (28° nel 1979 sempre nella Hot Dance Club Songs). In Italia Grace Jones fu molto celebre anche per la sua partecipazione come ospite fissa della trasmissione tv Stryx. Warm Leatherette, il quarto album pubblicato nel 1978, si distaccò dal genere disco per abbracciare le mode del momento, il reggae e la New Wave, ma i risultati complessivi non furono esaltanti dal punto di vista delle vendite. Il remake di Love Is The Drug dei Roxy Music non ebbe un grande impatto , così come A Rolling Stone, solo Private Life raggiunse le prime venti posizioni nella classifica inglese. Nel 1981 Nightclubbing, quinto lp, rilanciò le quotazioni della perla nera giamaicana, i singoli Pull Up to the Bumper (in America 5° nella R&B Singles e 2° nella Hot Dance Club Songs), I’ve Seen That Face Before (Libertango) (brano rivisitato di Astor Piazzolla che conquistò la vetta delle classifiche europee) e Demolition Man (canzone scritta da Sting che farà parte anche dell’album dei Police Ghost In the Machine del 1982) confermarono le doti canore e di performer di Grace Jones, promossa anche dal punto di vista delle clip nelle quali si esibiva. Tramontata ormai la discomusic, gli anni ’80 furono ancora generosi con la cantante di Spanish Town, l’album Living My Life del 1982 andò benino, il singolo Nipple to the Bottle (2° nella Hot Dance Club Songs) fu molto apprezzato, ma dopo una pausa di tre anni il concept album prodotto da Trevorn Horn, Slave to the Rhythm, si impose in tutto il mondo non solo per il 45 giri che lo trainava (primo nella classifica americana dei brani da discoteca), ma anche e soprattutto per lo splendido videoclip promozionale. Nel 1986 Grace Jones si fece produrre da una vecchia conoscenza, Nile Rodgers, il chitarrista degli Chic che aveva collaborato agli inizi della propria carriera con l’artista giamaicana, e nacque Inside Story, un disco che fu lanciato da I’m Not Perfect (But I’m Perfect for You), singolo nuovamente tra le top 10 delle classifiche dance americane corredato da una clip storica (dove si vedono Keith Haring mentre realizza un’enorme paint che verrà indossata dalla stessa Grace Jones, Andy Warhol pochi mesi prima della sua scomparsa, Nile Rodgers e la fashion designer Tina Chow). Bulletproof Heart, nono album in studio, uscì nel 1989 senza grande clamore, i due singoli estratti, Love on Top of Love e la cover della celeberrima Amado Mio, non entrarono nemmeno nelle prime cinquanta posizioni delle classifiche più importanti. A peggiorare la situazione ci fu anche la partecipazione al Festival di Sanremo del 1991 con la versione in inglese della canzone Spalle al muro (Still Life) in coppia con Renato Zero… Dopo 19 anni di silenzio nel 2008 Grace Jones tornò a incidere un album, Hurricane, interessante solo per il fatto che vedeva il ritorno sulle scene di una vecchia icona della discomusic.

© Marco Vignolo Gargini



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