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Grasso e cuore: la storia insegna!

Da Nicla

foto guerraCome sempre la guerra insegna, anche in medicina.
Strano a dirsi, eppure è così.
Da dove arriva uno dei primi esperimenti pubblici sulla salute delle nostre coronarie? Dalla seconda guerra mondiale!
A portarne l’esempio è il dr. Caldwell B. Esselstyn, specialista nella cura delle malattie cardiache della Cleveland Clinic, Ohio, dichiarato uno dei migliori medici americani del 1994-1995.
Durante la seconda guerra mondiale, infatti, riporta l’illustre dottore americano, si registrò  un caso strano in Norvegia. Durante l’occupazione tedesca avvenuta tra il 1939 e il 1945, il tasso di mortalità legato alle malattie cardiocircolatorie fino ad allora piuttosto elevato subì una rapida impennata al ribasso.
Di più.
Per dirla con le parole usata dal dr. Esselstyn, “durante l’occupazione tedesca la Norvegia aveva eliminato del tutto infarti e attacchi di cuore”.
Come era possibile?
Frutto forse della chirurgia nazista e dei loro bypass prematuri?
Ovviamente no!
La chirurgia qui non ha nulla a che fare. La magia dei bisturi e il sogno di vincere le malattie cardiovascolari in sala operatoria appartiene ai nostri tempi.
La realtà di quei giorni, invece, è ben altra. E lega l’arrivo delle truppe tedesche in Norvegia alla razzia di tutti gli animali da fattoria: mucche, maiali, polli, vitelli, eccetera. Di punto in bianco la popolazione norvegese, fino ad allora vissuta di grassi animali, si è trovata a farne la fame!
L’unico sostentamento possibile diventò l’agricoltura, ovvero una dieta ad esclusivo retaggio vegetale.
Mangiando quasi esclusivamente prodotti dell’orto (maggiori informazioni si possono trarre da Mortality from circulatory diseases in Norway 1940-1945, di Strom A., Jensen RA, Lancet 1951), i norvegesi risolsero le loro cardiopatie.
La prova arrivò dagli anni.
Alla cessazione delle ostilità, nel 1945, il tasso di mortalità norvegese per malattie cardiovascolari infatti ricominciò a salire e guadagnare le posizioni di prima.
Come dire: infarti e animali di nuovo insieme all’ovile!
Ovviamente gli studi oggi sono molto più complessi e molto più articolati. E le evidenze di una correlazione favorevole tra una dieta povera, se non del tutto priva, di grassi animali e la prevenzione e la cura delle cardiopatie è maggiormente quantificabile e misurabile.
Per questo, secondo gli esperti come il dr. William Castelli e il dr. Ornish, è tempo di grandi speranze e sfide impegnative.
Per dirla con Esselstyn, “la coscienza e la volontà collettiva della nostra professione sono messe alla prova come mai prima. Ora è tempo di avere il coraggio di compiere un lavoro leggendario”.


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