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Gravidanza: gli studi più recenti consigliano l’uso di probiotici

Creato il 20 novembre 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Gli specialisti confermano che il consumo di batteri vivi durante la gravidanza può essere utile al fine di ridurre allergie e infezioni nel piccolo.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

La conferma viene anche dagli studi più recenti: l’uso di probiotici da parte delle donne in dolce attesa può aiuate a diminuire il rischio di allergie e di infezioni nel bambino. Gli ultimi risultati delle rircerche infatti mostrano che l’85% della flora microbica nel bambino, già subito dopo la nascita, può riflettere in modo preciso la composizione della flora della madre.

I probiotici sono batteri vivi che possono essere assunti medianti cibi comunemente presenti sulle nostre tavole, come lo yogurt o il latte fermentato, che sono utilissimi per salvaguardare la salute delle donne in gravidanza e del piccolo, nei suoi primi anni di vita. In particolare, i probiotici possono aiutare a prevenire malattie allergiche, come riniti, asma e allergie alimentari e infettive, come per esempio quelle causate da Streptococcus agalactiae.

Lo Streptococco è un batterio molto rischioso nell’ambito delle infezioni neonatali gravi, diffuso soprattutto nei Paesi occidentali, che si annida nel tratto gastrointestinale oppure genitale della donna e viene contratto dal bambino durante il parto. L’infezione vaginale spesso non produce sintomati nella futura mamma, ma, sul bambino ha conseguenze anche molto gravi, provocando sepsi, polmoniti e, in casi più rari, meningite.

Per una buona prevenzione durante la gravidanza, si consiglia anche l’uso dell’Enterococcus faecium L3, un probioticoche che si trova vive nell’intestino. Assumerlo nei nove mesi di gestazione può aiutare a diminuire la positività materna allo Streptococcus agalactiae e, nei bambini nati prematuramente, il rischio di complicazioni infettive, come la diarrea detta da “Clostridium difficile”, e manifestazioni dispeptiche.

Fonte: “Più Sani Più Belli”


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