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gruppi "unici": 3) PRIMUS

Creato il 17 settembre 2011 da Hanz
Ah, i Primus! Sono uno di quei gruppi che mi ha sempre fatto ridere. Ce n'è una sfilza, di gruppi e cantanti che amo per l'allegria che mi suscitano: Cramps, Violent Femmes, Flaming Lips, ovviamente Jonathan Richman. I Primus sono diversi anche in questo, un cartone animato in musica: merito innanzi tutto del loro leader indiscusso, Les Claypool, della sua maniera asolutamente incredibile di suonare il basso, della sua "voce" (qui mi è venuto da metterci le virgolette, volendo evitare il banale paragone con Paperino) e della sua vena assolutamente cazzona e surreale. Uno che solo per fare un esempio, intitola il sito web del gruppo "Primus Sucks" ("i primus fanno schifo"), che chiama il suo studio di registrazione "Prawn Songs" (in omaggio alla "Swan Songs" di ledzeppeliniana memoria, ma sostituendo il cigno con un gambero), che ha un fan club chiamato "Club Bastardo" o che ama travestirsi da maiale in pubblico o da pinguino per presentare un singolo da David Letterman. Per non parlare degli esilaranti video che da sempre accompagnano i loro singoli, grande sberleffo alle mode patinate della MTV dei tempi d'oro.
Les. Claypool.
Les Claypool è il dio indiscusso del basso, e sfido chiunque a dire il contrario: funambolico è l'aggettivo più usato e abusato (e quindi ne abuso anch'io, tiè) per descrivere il suo stile. Il basso è naturalmente lo strumento su cui si basa ogni canzone di questo gruppo nato a metà anni '80, che esordì con un live autoprodotto (o meglio, prodotto coi soldi di Mr. Claypool senior) in cui era già presente molto di quello che li avrebbe caratterizzati negli anni del grande successo: le canzoni innanzi tutto, riprese due anni dopo nella quasi loro totalità nel loro primo album in studio (l'epocale "Frizzle Fry"), ma anche il pupazzo di plastilina in copertina, il gusto per il grottesco e la grande ironia cazzara che li avrebbe contraddistinti oltre che distinti dagli altri gruppi indie rock che nascevano con loro in quegli anni che sarebbero sfociati nel grunge, spesso prendendosi troppo sul serio. La formula musicale era già ben definita dopo anni on the road: il basso scatenato di Les e la batteria di Tim "Herb" Alexander scandivano la parte ritmica, con grande inventiva e cambi di ritmo continui, mentre la chitarra elettrica di Larry LaLonde andava per i fatti suoi, con l'assolo dissonante decisamente preferito alla ritmica.
Nel corso degli anni questo stile, tra metal, hard rock, funk, filastrocca per bambini e Frank Zappa (il termine di paragone spesso usato per trovare un riferimento a un gruppo che ne ha talmente pochi), si perfezionerà in un crescendo di album bellissimi: dopo "Frizzle Fry" arriveranno "Sailing the Seas of Cheese" (il formaggio sembra piacere parecchio al nostro Les, tanto che confezionerà una raccolta come una fetta di Emmental e intitolerà "Tour de fromage" il tour del rientro sulle scene, un paio d'anni fa), "Pork Soda", "Tales form the Punchbowl". Poi, dopo un cambio di batterista, un paio di EP di cover e un paio di mezzi passi falsi come "The Brown Album" e soprattutto il conclusivo "Antipop", che contengono qualche grande pezzardone dei loro ma anche qualche riempitivo e troppi ospiti "famosi" per essere veri, strizzando in più di un'occasione l'occhio al metal convenzionale. L'unico punto fermo è la clamorosa ospitata di Tom Waits in "Coattails of a Dead Man": il nostro Orco preferito è del resto amico e fan del gruppo, avendo partecipato ai loro album fin dalla storica e sempre impressionante "Tommy the Cat" e avendo ricambiato l'ospitalità in "Big in Japan" sul suo album "Mule Variations".
Da allora, e siamo nel 1999, poche notizie dei Primus: anche se lo scioglimento ufficiale non arriva mai, Les si dedica a una miriade di progetti paralleli, mettendo in naftalina il suo gruppo principale ma continuando a fare musica coi nomi più diversi (Sausage, Colonel Claypool's Fearless Flying Frog Brigade, Colonel Claypool's Bucket of Bernie Brains, Oysterhead, The Holy Mackerel) e collaborando con nomi illustri (Bernie Worrell dei Parliament, Buckethead, Trey Anastasio dei Phish, Stewart Copeland dei Police), e arrivando finalmente a pubblicare album a suo nome. La sua musica si fa sempre meno definibile col passare del tempo, e ci si perde un po' nel cercare di seguire questa traiettoria, che spazia da cover dei Pink Floyd (con i Frog Brigade arriva a pubblicare il rifacimento dell'intero "Animals") al free jazz. Il basso, quel basso, è sempre lì in primo piano ma a un certo punto si inizia a pensare: Les, aridacce i Primus!
E invece solo un EP di inediti nel 2003, un paio di DVD e ancora nulla per altri troppi anni. Poi, poco a poco, rieccoli tornare: un tour nostalgico che va tanto di moda, per la serie la-ritrovata-gioia-di-suonare-insieme-dopo-anni e quello-spirito-che-si-era-perso-e-all'improvviso-eccolo-qua. E soprattutto un album nuovo, appena uscito e che -UDITE UDITE - è anche un gran bell'album! Si intitola "The Green Naugahyde", ha un omino di latta che va in bici in copertina e vede il batterista originario Jay Lane rimpiazzare Herb che evidentemente ha il cuore duro e non si è fatto fregare dalla bellezza del revival. Peggio per lui: grandi canzoni, poche pippe progressive e back to "Frizzle Fry" e "Seas of Cheese": sentire "The Last Salmon Man", "Moron TV", l'iniziale "Hennepin Crawler", il primo singolo "Tragedy's A-Comin'" o una delle mie preferite, "Lee Van Cleef", per credere.
Spirito originale recuperato, qualità altissima, nessuna operazione-nostalgia fine a sé stessa. Un grande ritorno, che spero sarà portato prestissimo in giro dal vivo anche da queste parti. Come i Primus, nemmeno nel 2011, non c'è nessuno in vista.
Nota di colore: ebbene si, erano proprio loro a suonare la sigla di South Park. "Cartoni animati in musica", dicevo all'inizio: ecco che il cerchio si chiude. Primus sucks!

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