Guerra di religione

Il premier norvegese Stoltenberg l'ha definito un "attacco alla nostra società aperta". La carneficina avvenuta in Norvegia a causa della bomba di Oslo e della sparatoria sull'isola di Utoya è quindi l'atto iniziale di una contrapposizione che ormai si fa realtà e non più soltanto dialettica culturale, pur meschìna. Eravamo abituati a considerare, nell'epoca storica recente, il terrorismo e il fondamentalismo come espressioni riferite soltanto alla religione islamica. Invece, da quello che sembra emergere, ciò che è accaduto nel paese scandinavo è il riflesso di un sentimento che probabilmente già da anni cova in tutta Europa. E che oggi esordisce nella cronaca e nella storia contrapponendosi sullo stesso piano di chi considera suo nemico. L'integralismo islamico combatte, attraverso lo Jihad, i non musulmani e, imbonendo milioni e milioni di giovani menti fragili, avalla la violenza contro gli "infedeli", oltre che la supremazia dell'uomo sulla donna. Da oggi il nostro paradigma di terrorismo di matrice integralista dovrà assumere in sè anche il fondamentalismo cristiano. Non il gesto isolato di un folle, ma l'episodio primigenio di una risposta, egualmente violenta e inconsapevole, di chi vede nel multiculturalismo nel vecchio continente un fallimento sociale e culturale, e ritiene il lassismo europeo nei confronti della chiusura culturale islamica un'atteggiamento da sovvertire con ogni mezzo. E tutto questo solo perchè esistono ancora religioni che corrompono gli individui, veicolando le loro paure e  lasciandoli nell'ignoranza, solo per poter manovrare questo gregge immenso dove meglio desidera il sistema di potere.
By Jitsu Mu L'articolo è liberamente riproducibile a condizione che venga citata la fonte attraverso un link all’articolo