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Guerra di Segrate, atto II. Marina Berlusconi: anche il gruppo di De Benedetti ha usato le leggi «ad aziendam»

Creato il 06 maggio 2011 da Iljester
06 maggio 2011 | Economia, Politica | Permalink Sfogo della figlia del Premier. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, replica che quelle leggi sono comunque leggi dello Stato e dunque anche il gruppo Repubblica-Espresso ha diritto di usufruirne.

Guerra di Segrate, atto II. Marina Berlusconi: anche il gruppo di De Benedetti ha usato le leggi «ad aziendam»Marina Berlusconi è sicuramente una tipa tosta. Per certi versi è persino più tosta del padre, e certe cose non le manda proprio a dire. Come il padre si espone direttamente e non le frega nulla di quello che può dire la gente. E così ha fatto quando, intervistata dal Corriere, le spara sul gruppo editoriale di De Benedetti, che tanto – tramite il proprio bollettino (Repubblica) – ha criticato la nota legge che permetteva alle aziende di ottenere il condono fiscale sui pregressi con lo Stato, accusando che si trattasse di una legge ad aziendam fatta apposta per la Mondadori, scoprendosi poi che anche il gruppo Espresso-Repubblica – parole di Marina Berlusconi, non sconfessate da Mauro, direttore di Repubblica – ne ha usufruito, risparmiando ben 45 milioni di euro.
La figlia maggiore del Premier se la prende dunque con la «macchina del fango» messa a punto da Repubblica & C. (ma non solo: ci passa anche Fini con il suo «complesso di inferiorità»), la quale però se da una parte ha solidi parafanghi che evitano che gli spruzzi colpiscano i «giusti» per antonomasia, che siano politici, opinionisti, imprenditori, magistrati e quant’altro, l’importante è che siano di sinistra e siano antiberlusconiani, dall’altra chiama questa «macchina del fango» giornalismo d’inchiesta, che stranamente è sempre a senso unico.
Dal suo canto, De Benedetti resta silenzioso. Non dice nulla. Manda avanti il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, che si fa portavoce del suo editore. Il che è davvero strano per un giornalista che si è sempre proclamato libero e indipendente (mica è Sallusti, che quando Berlusconi telefona, «si mette sull’attenti»). Eppure eccolo a diramare una sorta di bollettino debenedettiano decisamente irritato: «Il gruppo usufruisce delle leggi della Repubblica Italiana; diverso è costruirsi le leggi per poterne usufruire. Una differenza che capisce chiunque, meno la signora Berlusconi».
Capita la fregatura? Le leggi ad aziendam – soprattutto quelle berlusconiane – fanno schifo e sono immorali, però siccome sono leggi della Repubblica Italiana, anche De Benedetti e il suo gruppo editoriale hanno diritto di usufruirne.
Un ragionamento apparentemente coerente quello di Mauro, se non fosse che se davvero una legge è considerata immorale e ingiusta, chi si fa promotore della critica e della battaglia politica contro questa legge, dovrebbe astenersi dall’usufruirne, perché altrimenti la critica è semplicemente strumentale e politica, ed è dunque ipocrita. È in altre parole una farsa. Ma faccio un esempio: è come se un moralista predicatore, dopo aver fatto una dura battaglia contro la prostituzione e la mercificazione del corpo femminile ed aver attaccato ferocemente il legislatore che le ha legalizzate con una legge, poi se la spassasse con prostitute ed escort, giustificandosi con la considerazione che, come tutti, sta usufruendo di una legge dello Stato. Dico io: è vero. Ma se una persona (o un gruppo) è coerente con i propri ideali e la propria etica, a costo di rimetterci, rimane coerente fino in fondo e non usufruisce o sfrutta l’oggetto della propria battaglia.
Ecco dove sta l’incoerenza del gruppo di De Benedetti rilevato da Marina Berlusconi, che nemmeno Ezio Mauro è riuscito a offuscare con la propria nota di replica, tirando in ballo peraltro la vicenda sul lodo Mondadori e sul fatto che la Casa Editrice è stata strappata «al legittimo proprietario (De Benedetti), attraverso la frode e la corruzione dei magistrati». Il che è assurdo: neanche il giudice Mesiano, tanto criticato per il noto maxi-risarcimento a CIR da parte di Fininvest a seguito della vicenda sul Lodo Mondadori, è arrivato a una simile conclusione, ritenendo piuttosto il risarcimento frutto di «una perdita di chance» da parte di De Benedetti. Pertanto, è difficile non scorgere ipocrisia nella considerazione del «siccome è una legge della Repubblica, anche il gruppo di De Benedetti ha diritto di usufruirne». È vero, ma allora se così è, si abbia il buon gusto di evitare di fare la morale sulle leggi ad aziendam che fondamentalmente fanno comodo un po’ a tutti.

Fonte: Corriere | Il Giornale

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: berlusconi, cir, de benedetti, ezio mauro, guerra di segrate, leggi ad aziendam, lodo mondadori, marina berlusconi, mondadori editore, polemica mondadori repubblica, repubblica-espresso
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