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Guida ragionata agli oscar 2014. sperando di chiudere in... bellezza !

Creato il 18 gennaio 2014 da Kelvin

GUIDA RAGIONATA AGLI OSCAR 2014. SPERANDO DI CHIUDERE IN... BELLEZZA !

La Grande Bellezza

Non sarà una notte come le altre quella del prossimo 2 marzo: grazie a Paolo Sorrentino, infatti, avremo tutti un motivo in più per seguire l'86. edizione degli Academy Awards. Era dal 2006 (con La bestia nel cuore di Cristina Comencini) che una pellicola italiana non concorreva per l'oscar al miglior film straniero, mentre bisogna risalire addirittura al 1999 per ritrovare l'ultima vittoria tricolore (con La vita è bella, di Roberto Benigni). Siamo contenti, e non l'abbiamo mai nascosto. Abbiamo sempre sostenuto sin dal primo momento (a differenza di tanti pseudo-critici dell'ultima ora, sempre pronti a salire sul carro dei vincitori) che La Grande Bellezza è un film potente, coraggioso e incredibilmente affascinante, con momenti di assoluta poesia. E quindi tifiamo Sorrentino con convinzione, nella speranza di portare a casa una statuetta che ci manca da troppo tempo...
Le possibilità ci sono, grazie anche alle cervellotiche leggi dell'Academy che hanno fatto fuori uno dei candidati più pericolosi (quel La vita di Adéle che comunque, è bene dirlo, è sempre uscito sconfitto nei 'confronti diretti' come gli EFA e i Golden Globes) nonchè altri titoli eccellenti come The Grandmaster, Gloria, Walesa e Bethelem. Restano altri quattro film a contendersi il premio: di due non sappiamo assolutamente nulla (il cambogiano L'image manquante e il palestinese Omar), un altro (il belga Alabama Monroe) è già stato ripetutamente battuto da Sorrentino nei vari concorsi internazionali, un altro ancora, il danese The hunt - Il sospetto di Thomas Vinterberg è... un vero capolavoro. Sportivamente dobbiamo ammetterlo, ed è il concorrente più accreditato e pericoloso. E da oggi stesso fino alla chiusura delle votazioni i vari strateghi del marketing dovranno inventarsi ogni modo possibile per 'arrivare' a strappare voti della maggioranza degli oltre seimila giurati dell'Academy... incrociamo le dita!

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American Hustle


Riguardo invece gli oscar principali (ci scuserete se, per ovvi motivi, li facciamo stare un po' in sordina) l'annuncio delle candidature non ha riservato particolari sorprese. La lotta per il titolo di film dell'anno è ristretta verosimilmente a tre candidati: sarà una bella battaglia tra il 'classicismo' hollywoodiano di American Hustle e due film invece abbastanza fuori dai canoni mainstream come 12 anni schiavo e Gravity. Tre film di tre registi non proprio giovanissimi (David O. Russell, Steve McQueen e Alfonso Cuaròn, tutti grossomodo sulla cinquantina) ma comunque nessuno di loro ancora star di prima grandezza, a conferma di un lento ma inesorabile cambiamento generazionale e programmatico di una Hollywood sempre meno ancorata (per fortuna!) ai propri vizi e tradizioni. La 'vecchia guardia' è rappresentata da Martin  Scorsese, in gara con il suo The Wolf of Wall Street (che ci dicono essere sboccatissimo e irriverente, non certo per palati fini, insomma). Difficilmente vincerà ma potrebbe concentrare le sue chance sul suo attore protagonista, quel Leonardo Di Caprio finora sempre snobbato dall'Academy e in cerca della definitiva consacrazione.

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Leonardo Di Caprio


Ma non sarà semplice, perchè ancora una volta la categoria degli attori è di altissimo livello: Di Caprio dovrà vedersela con l'irriconoscibile Christian Bale ingrassato e sfatto di American Hustle, il Bruce Dern di Nebraska (già premiato a Cannes), lo sconosciuto Chiwetel Ejiofor di 12 anni schiavo (attore di colore molto gradito nientemeno che al presidente Obama) e, soprattutto, col vero favorito: quel Matthew Mc Counaughey deciso una volta per tutte a scrollarsi di dosso l'etichetta di 'bel quarto di manzo' e dimostrare di essere un attore coi controfiocchi. Con Dallas Buyers Club, acclamato al Festival di Roma, pare esserci riuscito. Staremo a vedere. Tra il gentil sesso invece la gara è meno stimolante (come accade spesso, purtroppo, a testimonianza che a Hollywood i bei ruoli femminili sono sempre in minoranza rispetto ai colleghi uomini). Sulla carta, Cate Blanchett sembra essere sulla strada buona (è bravissima in Blue Jasmine, in un ruolo difficile che poteva anche farla cadere nel ridicolo, cavandosela invece alla grande) ma le 'eterne' Judi Dench e Meryl Streep (alla diciottesima candidatura!) potrebbero romperle le uova nel paniere, così come la supersexy Amy Adams, femme fatale in American Hustle: se il film di Russell dovesse fare incetta di statuette, lei diventerebbe favorita numero uno. Ci pare invece alquanto esagerata la nomination a Sandra Bullock, ma nel caso di vittoria di Gravity chissà...

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Jennifer Lawrence


Interessanti anche le candidature per gli attori non protagonisti. Tra le femminucce Jennifer Lawrence può temere solo se stessa: la sua performance in American Hustle rasenta la perfezione, davvero impressionante la naturalezza con cui questa giovanissima attrice riesce ad immedesimarsi in personaggi così complessi ed estremi. A soli ventitrè anni la Lawrence 'rischia' di vincere il suo secondo oscar consecutivo, e sarebbe un vero record. Meritato? Esagerato? Diciamo che la ragazza è anche abilissima a scegliersi le pellicole 'giuste', e figuriamoci se adesso non può permetterselo! Negli uomini invece fa sensazione la candidatura di Bradley Cooper, nel senso che non si capisce cosa ci faccia tra i 'non protagonisti' dal momento che condivide ogni scena con i 'colleghi' Christian Bale e Amy Adams (ma l'Academy ci ha abituato a queste nomination surreali...) non ne saranno certo contenti gli altri contendenti, tra i quali spiccano Jared Leto (già vincitore ai Golden Globes), Michael Fassbender (in 12 anni schiavo) e il sempre più bravo Jonah Hill, alla sua seconda candidatura in tre anni).

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Sandra Bullock in Gravity


Ma naturalmente non c'è edizione degli oscar che non abbia le sue brave polemiche, che quasi sempre riguardano le esclusioni 'eccellenti'. E anche quest'anno ce ne sono tante, a cominciare da due film strombazzatissimi alla vigilia: Rush di Ron Howard (che sconta la cronica ritrosia dell'Academy verso i film sportivi) e soprattutto quel The Butler di Lee Daniels dato per favorito alla vigilia e poi clamorosamente ignorato (ma noi che l'abbiamo visto - ne parleremo a breve - l'abbiamo trovato assolutamente deludente). Peccato anche per Michael Douglas che in Dietro i candelabri ci regala forse il miglior ruolo della sua carriera (quello del cantante Valentino Liberace). Il film però negli States è uscito solo in tv e quindi il povero Douglas ha dovuto accontentarsi di vincere agli Emmy, gli oscar televisivi. Niente da fare anche per lo stagionato Robert Redford (molti davano per scontata la sua candidatura per All is lost), il Joaquim Phoenix di Her e il Tom Hanks di Captain Philips. Poca gloria, infine, anche per Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann, che ha raccolto solo un paio di candidature tecniche: il cinema alternativo e esagerato del regista australiano continua a essere lontano anni luce dai gusti dell'Academy.
CLICCA QUI PER VEDERE L'ELENCO COMPLETO DELLE CANDIDATURE



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