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Hadewijch

Creato il 15 marzo 2011 da Robydick
Hadewijch2009, Bruno Dumont.
Film particolarissimo, calato nella Francia contemporanea ma liberamente ispirato alla vita della poetessa e mistica Hadewijch, vissuta in europa centrale nel 13° sec.
Julie Sokolowski, sorprendente attrice non professionista, interpreta la parigina Céline. Figlia di un ricco uomo politico, ha immolato la sua vita a Dio, del quale è perdutamente innamorata.
La incontriamo all'inizio durante un breve periodo di noviziato in un convento dove si fa chiamare sorella Hadewijch. Verrà allontanata da lì, a causa delle eccessive mortificazioni cui si sottopone che vanno contro i dettami monastici. Tornata a casa, farà casualmente conoscenza con dei ragazzi arabi. Il fratello maggiore del giovane che la corteggia (con insuccesso, lei ha fatto voto di castità) si rivelerà presto un islamico estremista e nonostante le diverse fedi troverà in lei grande affinità, e pure complicità...
Film difficile da sintetizzare. Intendiamoci, la trama volendo raccontarla tutta è semplicissima, solo che mi sono dovuto fermare a poco oltre la metà della storia per evitare spoiler clamorosi. Quanto raccontato sembra non avere molto senso, ma ha poi "un senso" la vita di una ragazza che non ha altra realtà in cui provare piacere che il totale sacrificio di sé stessa a Dio?
Girato con uno stile crudo ed essenziale, un po' "alla Dardenne" per capirsi seppur in più bassa frequenza, è un'opera decisamente autoriale e ritrattista, priva di messaggi compiuti e capace d'ispirare un'infinità di riflessioni. Io ne metto solo 2 delle possibili.
Anzitutto è significativo come Céline trovi nel musulmano un'affinità totale. Sono entrambe persone con una visione estremista e, senza voler essere offensivo, fanatica della fede. Nassir però ha una missione anche politica da compiere, è molto lucido e concreto nei confronti della vita reale, cosa che a lei non è possibile, ma nell'essenza più intima tra loro non c'è differenza. Che lo chiami Dio o Allah, se nella mente di una persona non c'è altro che la fede nulla cambia. Questo aspetto è anche parecchio sconcertante perché crea una vicinanza sorprendente delle nostre "radici cristiane" (secondo alcuni le abbiamo) con una realtà, quella dei "terroristi kamikaze islamici", come li chiamiamo noi occidentali. Alcuni eventi porteranno a riflettere su questa cosa in modo oggettivo.
Ciò che però più sconcerta è lo slancio mistico di Céline, a prescindere dai risvolti sociali che ne sono nati. Spesso ripresa da vicino, si vive molto d'appresso un approccio alla fede e quindi alla vita molto difficile da comprendere, a me perlomeno è impossibile e risulta inconcepibile. Non di meno ne ho subito il fascino, merito certamente della regia e dell'attrice, proprio come ogni cosa che è lontana, o diversa, mi procura. Il delirio della ragazza naviga su un crine sottile, ad una distanza dalla "vita normale" che appare breve ed enorme, "visibile ed invisibile" dice Nassir ad un certo momento, anche se parla d'altro. Strana forma di atipicità mentale, a volte sembra la più pazza delle ragazze, altre la più dolce e capace d'empatia. E' sempre così: ogni cosa che appare enormemente folle, eppure molto vicina alla normalità, spaventa.
Ognuno ne ricavi quel che vuole. Film notevole, a un passo dal mio Olimpo. Consigliatissimo.
Certo, non è un film per tutti, richiede un certo allenamento cinefilo al film d'autore nel senso pesante del termine, la capacità (e la voglia) d'immedesimarsi nella macchina da presa. O forse anche no, ma consiglio di lasciarsi abbandonare alla vicenda, a mente sgombra, altrimenti partono giudizi (e pregiudizi) a raffica sin dai primi minuti e ci si fa fuorviare, si perde il senso della rappresentazione. Mi sono accorto della cosa dopo poco, allora ho interrotto la visione e ricominciato a ragion veduta dopo sufficiente pausa.
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Un caro grazie a Petrolio che m'ha permesso di conoscere questo film, molto poco noto da noi dove non è uscito.

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