Magazine Cultura

Hammer: intervista a Giovanni Barbieri

Creato il 18 luglio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer Giovanni Barbieri è stato un altro dei giovani autori che, a metà anni ’90, lavorarono alla serie fantascientifica della , . Noi lo abbiamo incontrato per rivolgergli qualche domanda su quell’esperienza.

Ciao Giovanni e benvenuto su LSB.
Per prima cosa ci parli un po’ di te? Chi sei, cosa fai e come sei arrivato nel mondo del fumetto?
Ciao a tutti! Ho iniziato a scrivere storie per i fumetti all’inizio degli anni ‘90, su Intrepido, grazie a una segnalazione di Marcello Toninelli. Da lì sono passato allo staff di Lazarus Ledd, Hammer e Samuel Sand. Ho scritto Eva Miranda per Vittorio Giardino e vari altri volumi e pubblicazioni. Ho adattato per la multimedialità alcune opere di Milo Manara e scritto per un paio di serie televisive a cartoni animati della Rainbow. Dal 2011 insegno Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze e Reggio Emilia insieme al mio “pard” Matteo Casali.

Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer
Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer
Dopo vent’anni, Hammer torna in edicola in una nuova e più lussuosa veste per Mondadori Comics. Quali sono le tue sensazioni?
Credo che finalmente potremo leggere Hammer con la cura e la veste che ha sempre meritato. Sono molto felice di questa iniziativa e orgoglioso di aver dato, ai tempi, il mio contributo.

Quando sei salito a bordo del progetto Hammer, negli anni ’90, eri un giovane autore: quali erano state le tue esperienze professionali precedenti?
Avevo lavorato per Intrepido e stavo iniziando con Lazarus sotto la guida di Ade Capone. Alcuni miei lavori erano apparsi su riviste underground e fanzine, in particolare alcune collaborazioni con Gianluca Costantini, con cui avrei poi realizzato il volume Macchina Suprema.

Che cosa ricordi di quell’esperienza? Com’era l’atmosfera di lavoro di gruppo con i ragazzi del “gruppo dei bresciani”?
Ci incontrammo a Salsomaggiore, da Ade Capone, e Giancarlo Olivares mi disse che avevo delle belle scarpe (!). Presentarono Hammer ad Ade e ne fui immediatamente affascinato. Fra me e Ade ci sono dieci anni di differenza, mentre i ragazzi di Hammer avevano la mia età: erano hungry & foolish, impossibile non amarli! Il gruppo aveva anime diverse, ma tutti stavano dando il massimo sul progetto e si respirava un’energia incredibile! Da un lato l’ambizione di fare un prodotto super professionale, dall’altra tutta la giovanile baldanza e incoscienza … il mix perfetto!

Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer
Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer

Copertina di Hammer #5

Tu hai sceneggiato i numeri 5 e 11 della serie. Quest’ultimo è stato il terzultimo albo della testata: sapevate già che la Star Comics ne aveva decisa la chiusura? In caso affermativo, questa notizia in che modo ha influito sulla tua sceneggiatura e sul soggetto di Marco Febbrari: avete dovuto apportare variazioni sostanziali alla storia?
Per quanto mi sia col tempo un po’ rincoglionito, non ricordo particolari variazioni dettate dalla chiusura prematura. Ricordo con Marco un ottimo rapporto di collaborazione sul soggetto, che sistemammo insieme. Più che la chiusura della testata, ricordo che mi influenzò lo scandalo di Mani Pulite… credo si possa cogliere in trasparenza qualche riferimento.

Vent’anni non sono poi tanti per una serie a fumetti in senso assoluto, ma se si guarda lo sviluppo tecnologico che ha avuto la nostra società odierna, il 1994 sembra la preistoria. La fantascienza è forse il genere letterario più esposto a una veloce obsolescenza, oggi ancor più che in passato.  Che cosa ritieni che sia “invecchiato bene” nella saga di Hammer e che possa essere ancora di appeal e stimolante per il lettore odierno e quali sono, invece a tuo parere, le criticità della serie, dovute alla sua età?
Beh, credo che solide storie, bei personaggi e umorismo impediscano alle storie di invecchiare “male”, altrimenti non mi spiego come mai si stia girando Star Wars VII. Colter, Swan, Helena sono personaggi forti e anticonvenzionali, con una buona chimica di gruppo. Lo scenario di Hammer ha mantenuto intatto il suo fascino. Insomma, credo che già all’uscita fosse un “instant classic”.

Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer
Hammer: intervista a Giovanni Barbieri   Hammer

Copertina di Hammer #11

Leggendo un tuo post su FB, uscito poco dopo l’annuncio della ristampa di Hammer a inizio Giugno, sembra che tu fossi il “burlone” del gruppo: ti va di raccontarci qualche aneddoto particolarmente divertente o comico legato al periodo del lavoro su Hammer?
Lavorare con i ragazzi mi permetteva di dare sfogo alla vena umoristica che restava un po’ repressa su Lazarus Ledd e c’era fra noi una sana goliardia di gruppo. Mi divertivo a storpiare i loro nomi nei modi più assurdi e li ringrazio per avermi sopportato! Poi ricordo che Fabio Mantovani mi fece la caricatura sul numero 11 e che preparai per lui un’audiocassetta (!!) con la colonna sonora della storia!

Domanda secca: se la ristampa avesse un riscontro di lettori positivo, avrebbe un suo perché, oggi, una seconda stagione di Hammer?
Non ho dubbi in proposito, vedi ancora SW VII o i continui reboot di personaggi e storie del passato. Anzi, ora che abbiamo tutti più esperienza sulle spalle, sono certo che ne uscirebbe una stagione favolosa! “Verso l’infinito e oltre!

Intervista realizzata via e-mail il 03/07/2014

Leggi gli altri pezzi dello Speciale Hammer:

  • Hammer: fantascienza italiana a fumetti e cyberpunk negli anni ’90
  • Hammer #1 – Doppia fuga: l’inizio dell’avventura del “Gruppo Hammer”
  • Intervista al Gruppo Hammer: giovani autori per la fantascienza a fumetti degli anni ’90
  • Hammer #2 – La caccia: dal cyberspazio alla space opera

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :