I giornalisti sono trattati come agenti di marketing in vari casi.
Siamo arrivati al paradosso. Il giornalismo spesso è vietato, a meno che si crei un ambiente protetto, come Altreconomia ha fatto, scegliendosi gli sponsor. Giusto, ottimo. Però il potere si esercita SOLO sul territorio, dove non trovi Altreconomia, ma Questeconomia e Questetestate.
Nessuno può criticare (non che debba per forza) il dominatore dell’edilizia Beltrami, sponsor anche dell’Happening di Cielle per non sbagliare. Diverse piccole imprese hanno chiuso e lavorano per Beltrami. Si è creato un accentramento di potere nel nome del libero mercato e della religione cattolica (ma guarda che bizzarra sintesi: nel Vangelo non c’è). E tutti invocano cantieri, in un modo o nell’altro.
Clienti del mercato della pubblicità e fonti ufficiali di informazioni coincidono! Così si crea un monopolio.
La pubblicità è una polizza assicurativa.
Centropadane fa pubblicità al punto tale che le rare notizie escono con una curvatura particolare, come se tra pubblicità e informazione non ci dovesse essere la minima differenza.
Gli agricoltori decidono come fare un giornale. I cittadini no. Gli elettori no. I lavoratori no.
I giornalisti subiscono tutto questo ma anche i cittadini, che non ricevono informazioni libere da controlli e supervisioni interessate da persone che considerano il bilancio più importante della verità.
La libertà interessa ancora? Solo la propria?
I diritti muoiono, bistrattati come sono. La libertà di parola, di conoscenza sui fatti riguardanti la pubblica amministrazione, gli interessi generali come l’ambiente e le attività economiche rilevanti, la libertà di conoscere le condizioni di lavoro delle persone, lo stato di salute della condizione umana, ha bisogno di iniziative non troppo tradizionali.