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Hänsel e Gretel al Teatro Biblioteca Quarticciolo

Da Ieffe

hansel-e-gretel-quarticcioloTeatro Biblioteca Quarticciolo, 26 e 27 novembre 2011 ore 17.00

Hänsel e Gretel è una fiaba tedesca, raccolta e pubblicata per la prima volta dai fratelli Grimm nel 1812, in Kinder und Hausmärchen. E’ una delle fiabe più note di tutti i tempi e che ha avuto più fortuna, tanto da essere, ancora oggi, una delle storie più lette e raccontate ai bambini di tutto il mondo (chi non ha mai sentito parlare della casa di marzapane? O delle molliche di pane lasciate a terra per ritrovare la strada di casa?). E’ una fiaba molto cruda e, per certi versi, efferata, che racconta una vicenda che può sembrare difficile, se non addirittura pericolosa per un bambino, ma proprio il suo successo e la sua diffusione dicono e dimostrano il contrario.
È nella natura della fiaba estremizzare e polarizzare i ruoli e presentare personaggi feroci e personaggi positivi che lottano gli uni contro gli altri senza mezzi termini. Ma la straordinarietà di Hansel e Gretel è che i cattivi non sono lupi e i buoni non sono principi. In Hansel e Gretel i cattivi sono prima di tutto i genitori che li abbandonano (oltre alla strega che incontrano nel bosco) e i buoni sono i bambini (fratello e sorella), che solo grazie a loro stessi, alla loro forza d’animo, sagacia e intelligenza riescono a sopravvivere. E proprio questa spietata e attuale crudezza, questo eroismo individuale e molto concreto, ha spinto Cassepipe ed Eventeatro a farne un adattamento teatrale e uno spettacolo da mettere in scena. Specialmente in un momento storico come il nostro dove l’isolamento, l’assenza di punti forti di riferimento e la disorganizzazione della sfera sociale, costringe ognuno di noi ad attingere alle risorse più intime del proprio essere per cavarsela di fronte alle difficoltà quotidiane della vita.
Il perdersi, l’improvvisa solitudine, la paura, il sentirsi abbandonati, sono sentimenti che tutti noi proviamo, adulti e bambini. E a tutti noi capita spesso di sentire una “fame” che ci impedisce di fare e di pensare ad altro. Ma di che “fame” si tratta? Di che “fame” parliamo? Quella di Hansel e Gretel è prima di tutto fame vera e propria, fisica, di cibo, dovuta alla povertà. Ma, volendo fare un piccolo salto, possiamo dire che la loro è anche fame di “vita”, nel senso di relazioni umane, sentimenti, affetto e considerazione, possibilità. E quello che ci suggeriscono è che la risposta la dobbiamo cercare in noi stessi, ognuno per la sua strada con, tutt’al più, l’aiuto che ci può dare un fratello o una sorella che condivide le nostre stesse paure. Quella che Hansel e Gretel ci mostrano è una piccola rivoluzione individuale che può assumere, però, grazie all’esperienza, un’interessante portata sociale. Lottando con coraggio contro le difficoltà, via via sempre più forti e sicuri nelle nostre convinzioni (e con un po’ di fortuna!) anche la strega più orribile deve aver paura di noi, anche il bosco più intricato non potrà nasconderci la via di casa. E una volta ritornati sapremo con certezza quali sono gli errori che non dovremo più commettere, qual’è il “male” che non dovremo più lasciare che accada.

iberamente tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm
regia Vincenzo Manna
con Federico Brugnone, Elisa Gallucci, Maria Grazia Laurini

Progetto vincitore Premio Scenario Infanzia 2010


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